Su 180 Paesi censiti, l’Italia, per libertà di stampa si trova al 46° posto. Prima di noi ci sono la Giamaica, il Costa Rica, l’Estonia la Lituania e la Lettonia, il Surinam, il Cile, Trinidad e Tobago e, addirittura, Ghana e Namibia, Paesi dai quali i cittadini scappano. I ‘Grandi giornali’ italiani finanziati con i soldi dei governi dei gruppi parlamentari che garanzie d’informazione danno?
A grandi titoli la stampa italiana annuncia che il tasso di libertà di stampa in Italia è aumentato. Nella classifica 2018 il Bel Paese (dove il SI’, purtroppo, suona troppo spesso) sale al 46° posto (su 180 Paesi censiti). Detto questo, la nostra stampa sempre più libera passa a parlare nello stesso contesto del fatto che in Italia sono aumentate le aggressioni e le minacce ai giornalisti.
Distrazione di mass(a) media da due questioni.
La prima: perché non siamo primi? C’e qualcosa che impedisce a tanti nostri giornalisti di essere buoni giornalisti, oggettivi, sinceri e colti, coraggiosi e curiosi come quelli di Norvegia, Svezia, Paesi Bassi, Finlandia e Svizzera (i primi cinque Paesi in classifica)?
Chi sono i corrotti, i pennivendoli, i giornalisti a libro paga, gli ignoranti, i raccomandati, i salariati che abbassano la media?
Chi sono gli editori e i direttori che tengono per le palle i loro giornalisti costringendoli ad omettere, tacere trascurare, fuorviare?
Che tipo di ricatti usano?
Silenzio!
Seconda questione. Perché nessun giornale ha pubblicato la classifica mondiale?
Risposta: per vergogna. Perché in classifica, prima dell’Italia, la famosa Repubblica democratica, quella dell’articolo 21 della Costituzione che garantisce la libertà di stampa, troviamo la Giamaica, il Costa Rica, l’Estonia la Lituania e la Lettonia, il Surinam, il Cile, Trinidad e Tobago e, addirittura, Ghana e Namibia, Paesi dai quali i cittadini scappano.
P.S.
Un consiglio al Consiglio dell’Ordine dei giornalisti: basta coi contributi governativi milionari, basta con questo tipo di corruzione mica tanto surrettizia.
Un giornale che accetta regali non è libero.
Un giornale che vive grazie ai contributi statali non è un giornale, è una velina pagata da tutti gli italiani.
P.P.S. La Regione siciliana sembra abbia stanziato un fondo per i giornalisti che subiscono violenze e minacce. Domanda: l’esistenza del fondo renderà i giornalisti più coraggiosi o più “grati”?
Foto tratta da blitzquotidiano.it
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