La sanatoria per le case popolari? Crea poveri di serie A e poveri di seria B

3 maggio 2018

L’Assemblea regionale siciliana ha approvato una legge che consente a chi ha occupato abusivamente una casa popolare di regolarizzare la propria posizione. Chi invece ha occupato un edificio pubblico viene penalizzato, perché non è prevista una sanatoria

da Tony Pellicane
del Comitato li lotta per la casa 12 luglio
riceviamo e pubblichiamo

La politica nazionale, regionale e cittadina è stata assente, a volte, anche indifferente verso uno dei problemi sociali di maggiore gravità: l’emergenza abitativa, mai stata trattata in quanto tale. Ci sono stati provvedimenti assistenziali e comunque a tempo; l’unico percorso virtuoso è quello che nasce nel 2003 grazie alle battaglie del Comitato di lotta per la casa 12 luglio: l’assegnazione degli alloggi confiscati alla mafia in favore delle famiglie senza casa.

Questa battaglia è da circa 15 anni una realtà tutta palermitana. I numeri saranno piccoli, ma non indifferenti, se è vero che, ad oggi, circa 250 famiglie riconosciute in emergenza abitativa hanno ottenuto in assegnazione regolare un alloggio tra quelli confiscati.

Persiste comunque una politica, a tutti i livelli, sorda ai problemi della gente. Di fatto, non si è mai concretizzata una reale politica per la casa a breve, medio e lunga scadenza. La crisi si fa sempre più pesante, le persone perdono il lavoro e vengono sfrattate, ma dall’altra parte le istituzioni latitano…

L’unica via rimasta è quella dell’occupazione. Nel 2012 erano circa 200 le famiglie senza reddito e senza casa che, a Palermo, hanno deciso di occupare immobili di proprietà comunale o del privato sociale abbandonati da anni; oggi sono circa 700, tutte vittime di un delinquenziale piano casa nazionale Renzi-Lupi che, per chi vive in uno spazio occupato, vieta il rilascio della residenza e l’allaccio delle utenze.

Più volte il Comitato di lotta per la casa 12 Luglio ha sollecitato l’amministrazione comunale a censire le famiglie occupanti, prenderle in carico e avviare un percorso di regolarizzazione, anche perché molti degli immobili occupati, attraverso la pratica dell’autorecupero, sono diventati delle vere e proprie case. Purtroppo dall’amministrazione comunale non abbiamo registrato alcun interesse, forse a parole si ma sicuramente non nei fatti.

Vogliamo ricordare che il Comitato di lotta per la casa 12 Luglio non ha mai organizzato o avallato l’occupazione di alloggi popolari; riteniamo fortemente sbagliata l’idea di togliere un alloggio ad un’altra famiglia che, magari, versa nelle stesse condizioni di disagio.

Tutti sappiamo e tutti sanno che a Palermo, come in tutta Italia, esiste un mercato delle occupazioni di alloggi di edilizia residenziale pubblica: tutti sappiamo e tutti sanno che esiste un mercato nero della rivendita di alloggi Erp: come tutti sappiamo e tutti sanno che ci sono anche molte famiglie che hanno deciso di occupare un alloggio popolare perché l’alternativa era la strada.

Abbiamo sempre chiesto opportuni controlli che verificassero la reale condizione di bisogno, richiesta sempre disattesa dalle amministrazioni comunali che si sono succedute.

Intanto apprendiamo che l’Assemblea regionale siciliana ha approvato, nella Finanziaria 2018, una richiesta del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, cioè allargare il tempo utile previsto dalla sanatoria del 2001 a chi ha occupato un alloggio popolare entro il 31 Dicembre 2017. Un provvedimento in parte giusto, perché permette a chi ha occupato una casa popolare spinto da un grave disagio abitativo ed economico di potersi mettere in regola.

Ma è un provvedimento monco, perché non tiene minimamente conto di tutte quelle famiglie che, piuttosto che finire per strada, hanno deciso autonomamente di occupare edifici di proprietà pubblica che versavano in condizione di abbandono. Quindi la sanatoria approvata dal Parlamento siciliano diventa, ancora una volta, un vantaggio per i poveri di serie A e uno svantaggio per i poveri di serie B.

Basterebbe una delibera di Giunta per regolarizzare anche le 700 famiglie che vivono in edifici pubblici occupati; basterebbe una reale volontà politica di voler risolvere veramente l’emergenza abitativa a Palermo; basterebbe poco per permettere a queste famiglie non solo di mettersi in regola, ma anche di non essere più dei fantasmi, dal momento che, non avendo la residenza, moltissime di esse sono state cancellate dall’anagrafe cittadina.

E’ a tutti chiaro che chi vive in condizioni di povertà ha bisogno di essere accompagnato nella ricerca di una propria autonomia. Avere un tetto sicuro sta alla base di una vita dignitosa: ed è questo ciò che deve garantire la politica locale, regionale e nazionale.

Palermo: hai occupato abusivamente una casa popolare? Hai fatto bene, la Legge è con te!

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