E, soprattutto, sulla base di quali motivazioni tecnico-giuridiche hanno tolto dal più importante disegno di legge di questa legislatura una parte delle norme approvate dalla commissione Bilancio e Finanze dell’Ars? Perché i parlamentari accettano tutto questo? Pensano che le proprie idee valgano meno di quelle del presidente Gianfranco Miccichè e dei ‘Carnelutti’ della Segreteria generale dell’Ars?
Ormai è diventato quasi impossibile seguire i lavori dell’Assemblea regionale siciliana. Soprattutto con riferimento alla Finanziaria 2018. Che somiglia sempre più a una specie di tela di Penelope. Con la presidenza dell’Ars che – supponiamo con la ‘benedizione della solita Segreteria generale del Parlamento dell’Isola – stralcia, ricompone, ri-stralcia il testo e via continuando.
Quello che succede da qualche anno a Sala d’Ercole è piuttosto strano. Il metodo è invalso quando presidente dell’Ars era Francesco Cascio. Sotto la sua presidenza – con la consulenza della Segreteria generale dell’epoca – i testi dei disegni di legge approvati dalla commissione Bilancio e Finanze dell’Ars sono stati messi in discussione e stralciati.
Lo stralcio – in pratica, l’eliminazione di parti dei disegni di legge – è un fatto straordinario che, in ogni caso, andrebbe motivato: possibilmente, con motivazioni tecnico-giuridiche e non con comunicati stampa!
Fino a prima dell’avvento della presidenza Cascio gli stralci dei testi dei disegni di legge erano un fatto straordinario che provocavano vivaci proteste da parte dei parlamentari.
E il motivo è semplice: la commissione Bilancio e Finanze è la più importante commissione legislativa del Parlamento siciliano. Ne fanno parte, con propri esponenti, tutte le forze politiche presenti a Sala d’Ercole.
Avallare lo stralcio di una parte di un disegno d legge approvato dalla commissione Bilancio e Finanze significa accettare l’idea – assolutamente inaccettabile, perché antidemocratica – che il presidente dell’Ars, il Segretario generale e il vice segretario generale contino di più dei componenti della più importante commissione legislativa del Parlamento: è questo, lo ribadiamo, non è molto condivisibile.
Se poi lo stralcio – come avviene dalla presidenza Cascio in poi – diventa un fatto ordinario, ‘motivato’ con un comunicato stampa e non con un documento scritto nel quale si illustra tale scelta in punta di Diritto, siamo davanti a parlamentari che non sanno fare rispettare le proprie prerogative.
Sono cose che possono succedere solo in Sicilia. Ai tempi del presidente Cascio l’allora Segretario generale e l’alloora vice Segretario generale pensavano di essere i più bravi di tutti.
La stessa cosa – non abbiamo altra spiegazione – debbono pensare di se stessi l’attuale Segretario generale e il suo vice. Insieme, ovviamente, al presidente Gianfranco Miccichè, un altro ‘genio’ dell’attuale Parlamento dell’Isola.
Il problema non è che questi tre personaggi si sentano in dovere di trattare i componenti della commissione Bilancio e Finanze dell’Ars come ragazzini da ‘educare’. Il vero problema è che i componenti dell’attuale commissione Bilancio e Finanze abbiano consentito al presidente Miccichè e ai suoi due ‘scudieri’ della Segreteria generale di stralciare un parte del proprio operato!
Che dire? Diamo la parola al poeta ed economista Ezra Pound:
“Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui”…