La base del Movimento 5 Stelle non vuole l’accordo con il PD. La base del PD non vuole l’accordo con i grillini. E allora? Come nel 2011 stanno provando a imporre all’Italia un Governo ‘eterodiretto’? E se è così, perché il Movimento di Beppe Grillo, calpestando la volontà della propria base popolare, si sta prestando a questo gioco politicamente suicida?
Riassumiamo. La base del Movimento 5 Stelle non vuole l’accordo con il PD. La base del PD non vuole l’accordo con il Movimento 5 Stelle. Ma mentre il reggente della segreteria nazionale del Partito Democratico, Maurizio Martina, nicchia (con Matteo Renzi che è tornato a farsi sentire ribadendo che la base del suo partito non ne vuole sapere di formare un nuovo Governo con i grillini), Luigi Di Maio, ignorando, anzi, calpestando la volontà della base del Movimento 5 Stelle insiste nel voler fare il Governo con il PD.
Cosa si ricava da questa sceneggiata impolitica, ma così impolitica che più impolitica non si può?
Che ci potrebbe essere qualcuno che, come avvenuto nel 2011, starebbe provando ad ‘eterodirigere’ la politica italiana.
Nel 2011 imposero Mario Monti a Palazzo Chigi, tra IMU e altre penalizzazioni al grido: “Ce lo chiede l’Europa”.
Oggi c’è il dubbio che gli ‘europeisti’ dell’euro – e le multinazionali che governano, di fatto, la UE – vorrebbero addirittura imporre all’Italia un Governo contro la volontà delle basi popolari di due partiti. Per certi versi, la soluzione – che noi ci auguriamo naufraghi – sarebbe di gran lunga peggiore del Governo Monti.
E’ evidente che se il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affida un bizzarro incarico al presidente della Camera, Roberto Fico, per verificare la possibilità di un accordo politico circoscritto al PD e al Movimento 5 Stelle, sapendo che i due soggetti politici non sono compatibili, c’è qualcosa che non funziona.
Non funziona ‘questo’ Quirinale. E non funzionano i dirigenti del PD e del Movimento 5 Stelle, là dove un eventuale accordo tra queste due forze politiche dovesse presentare anche il dubbio di una possibile genuflessione a una volontà esterna all’Italia.
Sul PD abbiamo poco da dire. E’ un partito che, per cinque anni, ha vessato gl’italiani, per conto dell’Europa dell’euro, con l’attacco sistematico al mondo del lavoro, tra articolo 18, Jobs Act, ‘Buona scuola’ e altre leggi ‘intelligenti’, tutte contro i lavoratori.
Renzi, oggi, per bloccare un Governo M5S-PD che lo metterebbe fuori gioco (per gli ‘europeisti’ dell’euro Renzi ha fallito, perché non è riuscito a far passare le riforme costituzionali che avrebbero definitivamente consegnato l’Italia alla ‘Grande Europa’ delle multinazionali), dice, come già ricordato, che la base del PD non vuole l’accordo con i grillini.
In realtà, a Renzi e ai suoi sodali di cosa pensa la base del PD non gliene può fregare di meno: non a caso, come ha spiegato Maurizio Landini, ex leader della Fiom e attuale segretario confederale della Cgil, buona parte della base di sinistra del PD ormai non vota più per questo partito, ma per il Movimento 5 Stelle e per la Lega (QUI L’ARTICOLO).
Ma Renzi, per essere precisi, non è interessato alla base di ‘sinistra’ del PD, che ormai non c’è più: è interessato, semmai, ai liberisti come lui che si sono impossessati del Partito Democratico. Renzi, mettendosi di traverso all’accordo con i grillini, prova a salvare se stesso e il suo gruppo, oggi egemone nel PD.
Quando Renzi dice che la base del PD è contraria all’accordo con il Movimento 5 Stelle, ebbene, dice in parte la verità: perché Renzi e i renziani, se il Governo dell’inciucio nascerà, verrebbero messi in fuori gioco.
Ma l’aspetto vergognoso di quanto sta accadendo non riguarda il PD, Mattarella, Martina, Renzi e via continuando con un partito – il Partito Democratico – che oggi è fatto solo di macerie politiche.
La vera vergogna politica è rappresentata da Luigi Di Maio. Perché se, da un lato, non è una novità che gli ‘europeisti’ dell’euro cerchino, in tutti i modi, di condizionare la politica italiana, dall’altro lato è veramente incredibile che i ‘predoni’ della UE abbiano trovato un alleato strategico in Di Maio, ovvero in uno dei leader di un Movimento politico che è nato e cresciuto in contrapposizione ai dettami antidemocratici dell’Europa dell’euro.
Tutti ricordiamo che, fino a poco prima delle elezioni politiche dello scorso 4 marzo, il Movimento 5 Stelle proponeva un referendum sull’euro.
Ora – al di là degli aspetti tecnici se il referendum sull’euro si può fare o no – la posizione dei grillini esprimeva una volontà politica precisa: la critica alla moneta unica europea e al sistema truffaldino che la tiene in piedi.
Poi Di Maio (non la base del Movimento 5 Stelle, che sull’euro non è mai stata chiamata a pronunciarsi) – supponiamo d’accordo con Beppe Grillo e con Casaleggio – ha detto che gli andava bene l’euro e l’Unione Europea. Un voltafaccia clamoroso. E anche volgare.
E’ una mossa tattica, hanno pensato gli osservatori politici: siccome i grillini vinceranno le elezioni, provano a rassicurare l’Europa. Ma lo ‘spirito’ rimarrà intatto.
Dopo di che sono arrivate le elezioni. Vinte dai grillini, che non hanno, però, la maggioranza in Parlamento. Di fatto, una vittoria a metà.
Sono cominciate le trattative per il Governo. E lì il leader della Lega, Matteo Salvini, ha mantenuto la barra dritta: nessuna rottura con Berlusconi (anche perché, con molta probabilità, è Berlusconi che consente alla Lega di affrontare le campagne elettorali, che non sono certo gratuite…).
Chi, invece, non sta mantenendo la barra dritta è Di Maio.
Dice Di Maio che lui non ha mai cambiato idea.
Dice Di Maio che lui ha sempre proposto un “contratto” alle altre forze politiche.
Sennonché – ma guarda che combinazione! – il “contratto” che Di Maio oggi propone al PD corrisponde ai desideri dell’Europa dell’euro. Il tutto ‘ammannito’ dal mandato che il Presidente Mattarella ha affidato al grillino Fico.
E gli 11 milioni di voti raccolti tra gli italiani promettendo un’Italia totalmente alternativa a quella del PD? La linea di Di Maio farà aumentare la delusione verso la politica e l’astensionismo. Forse è quello che vuole la UE dell’euro?
Non sappiamo come finirà: non sappiamo se il Governo M5s-PD si materializzerà. Ma già una cosa appare chiara: di fatto, Grillo, Casaleggio e Di Maio stanno dimostrando che il Movimento 5 Stelle non è il partito del popolo, ma un partito padronale che decide sulla testa del popolo: quel popolo che, a parole, dice di rappresentare.
Di fatto, Grillo, Casaleggio e Di Maio si stanno comportando come Berlusconi si comporta con Forza Italia.
Per certi versi, Di Maio sta facendo lo stesso ragionamento che, nel 2013, hanno fatto i vari Angelino Alfano, Pierfedinando Casini, Denis Verdini, Giampiero D’Alia e, alla fine, pure Renzi: intanto ci facciamo cinque anni di Governo, ci mettiamo al servizio della ‘Grande Europa’ e poi si vede…
E’ sotto gli occhi di tutti la fine che hanno fatto Alfano, Verdini, D’Alia, Casini (rieletto, ma fuori dai giochi). Ed è sotto gli occhi di tutti la fine che ha fatto Renzi, oggi in grande difficoltà.
Che fine faranno Di Maio e compagni? La rete è la ‘vita’ del grillini: è il polso di questo Movimento politico. E la rete ha già ‘bocciato’ inesorabilmente Di Maio, che ormai è ‘bruciato’.
La posizione in cui è finito, oggi, Di Maio è scomoda. Se farà il Governo con il PD avrà la stragrande maggioranza dell’Italia contro. Se non riuscirà a fare il Governo ha sputtanato se stesso e il Movimento 5 Stelle.
Ormai Grillo, Casaleggio e Di Maio possono solo scegliere quando perdere una barca di voti: subito, con nuove elezioni, o tra cinque anni. Perché in Europa chiunque fa da sgabello alla UE dell’euro perde la faccia e i voti. Basta vedere la fine che hanno fatto i socialisti-scendiletto della UE dell’euro: ai minimi termini ovunque.
Che faranno i ‘capi’ dei grillini? Se faranno il Governo, l’Unione Europea dell’euro, forse, gli concederebbe qualche ‘sconto’ sulla manovra di 4 miliardi di euro: soldi che dovrebbero essere scippati dalle tasche degl’italiani.
E poi cosa farebbe Di Maio capo di un Governo con il PD, o capo di un Governo appoggiato dall’esterno da PD e dagli altri ‘scienziati’ di Liberi e Uguali?
E’ con questi che Di Maio pensa di abolire la Legge Fornero?
E’ con il PD che Di Maio pensa di abolire il Jobs Act imposto al nostro Paese non dal Governo Renzi, ma dalle multinazionali già presenti in Italia che vogliono le ‘mani libere’ sul lavoro?
E’ con il PD che Di Maio dovrebbe cancellare la legge sulla ‘Buona scuola’?
E’ con il PD – un partito che ha affossato scientificamente il Sud – che Di Maio dovrebbe rilanciare la questione meridionale, per dare risposte concrete a un territorio – il Mezzogiorno – che gli ha fatto vincere le elezioni?
E’ con il PD che Di Maio conta di introdurre il reddito di cittadinanza?
Diceva Tacito:
“I traditori sono abietti anche agli occhi di coloro a favore dei quali si schierano”.
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