La Regione fa una cosa buona: salvate 16 varietà di grani antichi siciliani dai ‘pirati’ del brevetto

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Sono 14 varietà di grani duri antichi e due varietà di grani teneri antichi che fanno parte della tradizione siciliana. L’iter di questo procedimento è stato avviato dal passato Governo regionale e completato dall’attuale assessore regionale, Edy Bandiera. Un plauso va alla Commissione sulle varietà da conservazione dei grani antichi della Sicilia

Un comunicato dell’assessorato regionale all’Agricoltura informa che il Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha dato il via libera all’iscrizione di 14 varietà da conservazione di grano duro e 2 varietà di grano tenero nel “Registro nazionale delle varietà da conservazione di specie agrarie e delle specie ortive”.

Di queste varietà di grani antichi siciliani si occuperanno 56 agricoltori della Sicilia. I custodi sono agricoltori che hanno il compito di mantenere in purezza queste varietà di grani antichi della nostra Isola.

Una varietà può essere custodita da uno o più agricoltori. Ogni custode diventa, in piccolo, il titolare di una ditta sementiera: produce il seme e lo può vendere.

Questo passaggio è importante, perché consente alla Sicilia di non perdere la titolarità sui grani antichi. Per evitare – tanto per essere chiari – che i soldi furbi che poco o nulla hanno che che spartire con la Sicilia si approprino anche del nostri grani ‘brevettandoli’ diventando i titolari della stessa varietà di grano, vendendo la semente agli agricoltori!

Può sembra una follia, perché non dovrebbe essere consentito di bloccare con un brevetto un essere vivente: invece questo è successo con la varietà di grano duro Senatore Cappelli: una varietà storica selezionata in Puglia agli inizi del ‘900, varietà che rappresenta un importante pezzo di storia del grano duro del Sud Italia, finita sotto il controllo di una società bolognese!

Per non parlare del tentativo di società del Nord Italia di impossessarsi di altre varietà di grani duri antichi siciliani.

TUTTE STORIA CHE POTETE LEGGERE IN CALCE A QUESTO ARTICOLO.

Tornando alle varietà di grani antichi della Sicilia affidate in custodia a 56 agricoltori della nostra Isola, va detto che queste varietà si sommano alle 3 già presenti nel ‘Registro delle varietà da conservazione. Infatti, in aggiunta alle varietà di frumento duro Timilia reste nere e Perciasacchi, oggi si aggiungono Capeiti 8, Farricello, Tripolino, Timilia reste bianche, Scorsonera, Ciciredda, Paola, Urrìa, Russello, Gioia, Martinella, Biancuccia, Castiglione Glabro e Bidì.

Invece, per quanto riguarda il frumento tenero, alla varietà Maiorca si aggiungono le varietà Maiorcone e Romano.

“Il decreto ministeriale – leggiamo nel comunicato dell’assessorato regionale all’Agricoltura – arriva a conclusione dell’iter istruttorio messo a punto dalla Commissione tecnico scientifica di valutazione istituita presso il Dipartimento regionale dell’Agricoltura e composta dal CREA (Consiglio per la Ricerca e l’Analisi in Agricoltura, ex ENSE, Ente nazionale per le Sementi Elette), dalla Stazione di Granicoltura per la Sicilia, dal Servizio Fitosanitario regionale, dall’Università di Palermo e Catania e dal Consorzio di Ricerca “Gian Pietro Ballatore”.

“Ci sono tutte le premesse perché in Sicilia si possa costituire una filiera
dei Grani Antichi tracciata in tutte le sue fasi a partire dall’utilizzo di
sementi certificate – afferma l’assessore regionale per l’Agricoltura Edy
Bandiera -. Il riconoscimento di dette varietà non può non tradursi in una forte ricaduta in termini di qualità e quindi di maggiore rendimento economico delle produzioni e allo stesso tempo i consumatori avranno le necessarie garanzie di prodotto, tutelati in tal modo da eventuali frodi”.

Per essere precisi e corretti, va detto che l’assessore Bandiera raccoglie il lavoro che era stato iniziato dal passato Governo regionale (COME POTETE LEGGERE QUI).

Un plauso va alla Commissione sulle varietà da conservazione dei grani antichi – istituita dal passato Governo regionale – che ha lavorato nell’interesse della Sicilia e della tradizione della nostra granicoltura.

All’assessore bandiera va il merito di aver lavorato per il completamento del lavoro.

P.s.

Dopo di che l’assessore Bandiera potrebbe cominciare a fare qualcosa di concreto per il grano duro siciliano e per la crisi che attanaglia il settore. Lo diciamo perché, fino ad oggi, di concreto, non ha fatto alcunché.

Foto tratta da amoreterra.com

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