Adriana Vitale, dipendente degli ex Sportelli multifunzionali, rimasta senza lavoro per volontà dei Governi regionali, ci ha inviato questa riflessione su i sindacalisti che si sono occupati della vertenza – finita in una tremenda ‘macelleria sociale’ – dei lavoratori della Formazione professionale dell’Isola
da Adriana Vitale
riceviamo e pubblichiamo
Sindacalisti o, più prosaicamente, servi del potere costituito? E’ un dilemma di facile soluzione. Sono ottomila le vittime del loro, a dir poco, irrituale modo di tutelare i lavoratori. Hanno avallato di tutto e di più pur di non contrastare i padroni, pur conoscendo le conseguenze del loro agire. Come avrebbero potuto fare diversamente se incardinati nel meccanismo di un sistema ben congeniato e collaudato a favore dei poteri forti?
Si sono prostrati al sottile fascino della politica, al punto da aver perso totalmente di vista la mission di chi è chiamato a rappresentare gli interessi della categoria degli iscritti, di chi è chiamato per garantirne i diritti. Affetti dall’inguaribile male del presenzialismo, non perdevano e non perdono una sola occasione per sedere al tavolo delle trattative.
Accade, però, che nella totalità dei casi essi si limitino ad accondiscere alle nefaste scelte della politica e della burocrazia, senza mai, dico mai, conseguire un risultato, un esito positivo per la platea degli operatori del settore come accade pure che, a secondo dell’interlocutore, spingono a soluzioni più convenienti per loro o meglio per chi in effetti rappresentano, ma mai verso gli interessi dei lavoratori.
E che dire dei proclami con cui rendono noti i brillanti traguardi raggiunti?
“Bene l’iniziativa intrapresa”; “accolte le nostre richieste”; “il Governo si è impegnato “…bla, bla, bla! Un tripudio di parole inusitate, in un crescendo pronunciato nel più puro stile sindacalese.
Il drammatico epilogo vede protagonista l’intera categoria del settore della Formazione professionale. Tutta. Nessuna esclusa, falciata e disintegrata.
E mentre i nostri cavalieri dell’Apocalisse continuavano a falcidiare vite innocenti, gli annunci di vittoriose trattative si susseguivano, scanditi dal solito, melenso, tono trionfalistico.
Ci siamo stufati di ascoltare le dabbenaggini che ci avete propinate, sottovalutando le nostre intelligenze e, ad un certo punto, abbiamo deciso di fare da soli, con il risultato che siete rimasti a rappresentare solo voi stessi e chi in effetti avete sempre rappresentato, ma senza munizioni, senza cartucce per i vostri fucili.
Abbiamo imparato, sulla nostra pelle, che i diritti e gli interessi non possono essere tutelati per delega da chi ha tradito la stessa natura del proprio mandato. E, certamente, non da voi, logorati dalla spasmodica bramosia d’essere permanentemente ed incredibilmente dalla parte dei padroni.
Adesso basta, non vi è più consentito di aggirarvi nel tentativo di deviare una strada già tracciata e conquistata con il sudore, la fatica e la sola nostra determinazione, non vi è più consentito, la corda si è rotta. Sappiatelo!
Un consiglio. Smammate. Il vostro tempo è finito e riavranno, forse, talune sigle, un’altra possibilità, dopo che certi elementi saranno sostituiti da sindacalisti veri e degni di tale appellativo.
Con immenso sdegno!
Ps: il riferimento è per certi sindacalisti e non per tutti.
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