Ma come: in Consiglio tutti preoccupati perché la RAP “rischia di fallire” e poi, leggendo il budget 2018, scopriamo che la società che fa capo al Comune di Palermo affida a soggetti esterni 26 milioni di euro di lavori? E i 2 mila dipendenti della società di che cosa si occuperanno? Poi ci sono pure i mezzi e i locali in affitto… La denuncia di Nadia Spallitta sui veri ‘numeri’ dell’ecotassa pagata dagli ignari cittadini palermitani
Ricordate l’AMIA? E’ la società – fallita – che, a Palermo, si occupava della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Non c’è più: il suo posto è stato preso dalla RAP. Ora poniamo ai palermitani una domanda: cosa sarebbe successo se, prima dell’avvento dell’euro, il Comune, attraverso l’AMIA, avesse annunciato che era intenzionato a spendere oltre 50 miliardi di vecchie lire solo per affidare a soggetti esterni una parte dei servizi legati alla gestione dei rifiuti?
Con molta probabilità, sarebbe esploso il ‘viva Maria’: polemiche, denunce e via continuando. Se l’amministrazione comunale, poi, fosse stata democristiana, non sarebbero mancate mafia e antimafia.
Ebbene: e se vi dicessimo che, per quest’anno, la RAP prevede di spendere quasi 30 miliardi di euro che finiranno nelle tasche di soggetti esterni al Comune di Palermo ai quali verranno affidati particolari servizi che potrebbero benissimo essere svolti dagli oltre 2 mila dipendenti della stessa RAP?
Voi direte: non è possibile: Palermo è governata da un’amministrazione di centrosinistra – appoggiata persino da Rifondazione comunista e da SEL (che insieme danno vita a Sinistra comune) – che mai e poi mai pagherebbe 30 miliardi di euro a soggetti esterni! tanto più che, a disposizione, ci sono i dipendenti della RAP.
Sì, è difficile crederci. Però a leggere il budget della RAP – cioè la previsione di spesa della RAP per quest’anno – spuntano questi ‘numeri’. Vediamoli insieme, anche per capire a cosa è ridotta quello che resta – molto poco, in verità – della sinistra di Palermo. Ma anche per misurare la rigorosa inutilità delle opposizioni in Consiglio comunale, dai ‘Professionisti della pasta con le sarde’ di Forza Italia fino ai grillini forse un po’ troppo ‘distratti’.
Cominciamo.
La RAP, per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, conta di spendere, quest’anno, 145 milioni e 226 mila euro. Di fatto, 10 milioni di euro in più rispetto al consuntivo 2016 (il consuntivo 2017 della RAP non è ancora disponibile).
E qui si manifesta subito la prima anomalia: l’aumento della raccolta differenziata dei rifiuti dovrebbe ridurre il costo a carico dei cittadini. Invece, ‘magicamente’ – cosa che avviene anche nel resto della Sicilia – l’esborso per i cittadini aumenta.
(Proprio ieri, in un’intervista, il presidente dell’ANCi Sicilia, Paolo Amenta, ha spiegato che il costo della TARI, in Sicilia, nonostante l’aumento della raccolta differenziata, non diminuisce perché mancano i centri di compostaggio, COME POTETE LEGGERE QUI). Ma andiamo avanti.
Come pensa la RAP di reperire questi 145 milioni e 226 mila euro?
Ebbene, 126 milioni di euro dovrebbero entrare nelle ‘casse’ della RAP grazie al contratto di servizio con il Comune di Palermo (in pratica, sono soldi che pagheranno i palermitani con la TARI).
Altri 10 milioni di euro dovrebbero entrare dai Comuni che conferiscono i rifiuti a Bellolampo.
Altri 4 milioni di euro per la pulizia delle sedi giudiziarie.
E 1 milione e mezzo di euro dovrebbero essere gli introiti della raccolta differenziata dei rifiuti.
E qui spunta la seconda anomalia: i rifiuti, se riciclati, sono una ricchezza: possibile che una città come Palermo prevede introiti dalla differenziata così esigui?
Chiuso il capitolo delle entrate, vediamo, adesso, come la RAP intende spendere questi 145 milioni e 226 mila euro.
90 milioni di euro circa verranno utilizzati per il personale. Considerato che la RAP conta su oltre 2 mila dipendenti, la cifra ci sta. Il problema – alla luce di una città sporchissima – è capire che fine fanno questi 2 mila dipendenti. Come vengono impiegati? Dove sono? Una città di 700 mila abitanti con oltre 2 mila addetti alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti non dovrebbe brillare?
10 milioni di euro verranno spesi per materie prime e voci varie. Non sarebbe corretto dettagliare meglio queste spese?
4,5 milioni di euro verranno spesi per “godimento di beni terzi”: cioè per noleggi e affitti.
E questa è la terza anomalia: perché la RAP noleggia i mezzi? Non potrebbe acquistarli, risparmiando? E, soprattutto: ma veramente il Comune di Palermo non ha a disposizione locali propri? E’ proprio necessario ricorrere agli affitti di locali?
A questo punto arriva la voce più grossa, la quarta, grande anomalia: 26 milioni di euro per “servizi esterni”.
Domanda: ma un’azienda con oltre 2 mila dipendenti che bisogno ha di affidare a ‘terzi’ servizi per 26 milioni di euro? Ammesso che il personale – 2 mila addetti! – si ‘affatichi’ troppo, non ci sono pure i 2 mila dipendenti della GESIP (altra società comunale?
Con circa 4 mila addetti – pagati tutti dal Comune – che bisogno c’è di ricorrere a soggetti esterni?
Ma è entrando nel dettaglio di questi 26 milioni di euro – per capirci: 50 miliardi di vecchie lire! – che si rimane basiti!
Allora:
circa 3 milioni di euro per la manutenzione ordinaria dei mezzi propri: possibile che, con 2 mila dipendenti, la RAP ricorra a soggetti esterni per la manutenzione dei propri mezzi?
Altri 3 milioni di euro per la manutenzione dei mezzi in affitto: la RAP affitta mezzi e ci paga affitto e manutenzione!
Una voce ci ha colpito per la sua ‘oscurità’: un milione di euro per “consumi vari”: che saranno mai?
Poi arrivano 600 mila euro per il ricorso a “Prestazioni professionali esterne”: perché, quelle di cui sopra non sono pure lavori affidati ad esterni? E chi sono ‘sti professionisti? Mistero.
Poi 200 mila euro per la vigilanza della sesta vasca della discarica di Bellolampo e dell’impianto TMB. Cerchiamo di essere seri: con 2 mila addetti che bisogno ha la RAP di pagare vigilanti esterni?
Altri 500 mila euro volano via per visite mediche e altri servizi (sarebbe interessante, anche in questo caso, il dettaglio).
A questo punto spunta una voce incredibile: 13 milioni di euro per servizi esterni vari! Di che si tratta? Ecco il dettaglio:
4 milioni di euro per il trasporto del percolato (il liquido che si forma per l’infiltrazione di acqua nella massa dei rifiuti, COME POTETE LEGGERE QUI). Domanda: com’è possibile che, in tutti questi anni, la discarica di Bellolampo non abbia realizzato un impianto per il trattamento del percolato? Quanto ha speso in più il Comune e quanto ha fatto spendere in più ai cittadini?
La seguente voce batte tutte le altre per assurdità: 3 milioni e 200 mila euro per trasportare la frazione che viene fuori dall’impianto per il Trattamento Meccanico Biologico (TMB) verso la discarica!
In questo caso c’è, come dire?, un’incongruenza topografica: perché il TMB si trova dentro la discarica di Bellolampo! E, in ogni caso, ammesso che ci sia un ‘trasporto’: che bisogno c’è, con 2 mila dipendenti, di affidare a un soggetto esterno questo bizzarro ‘trasporto’ all’interno della stessa discarica? Tutto questo è o no incredibile?
Non è finita: a soggetti esterni va anche il servizio di lavaggio dei cassonetti (200 mila euro).
E sempre a soggetti esterni va un milione di euro per il ritiro e il recupero dei rifiuti stradali! Ma non dovrebbe essere la RAP a raccogliere e rivendere questi rifiuti? Non è che, per caso, il Comune paga 1 milione di euro a questa ditta esterna che, poi, si va a vendere i rifiuti ‘speciali’ verdi, magari a chi produce bioenergia nel caso di legni e residui vegetali in generale?
‘Bellissima’ anche questa voce: Smaltimento differenziata da Palermo differenzia 1 (materiale organico): 700 mila euro a un soggetto esterno. In pratica, la RAP paga 700 mila euro per “smaltire” la differenziata organica. Ma la raccolta differenziata non nasce per fare risparmiare i cittadini? Invece la RAP paga per smaltire la differenziata organica…
Stesso discorso per Palermo differenzia 2 (il secondo step della differenziata, partito in questi giorni): previsione di spesa: 800 mila euro! Anche in questo caso, si paga.
Chiudiamo con il trasporto e smaltimento di “colaticcio” del TMB: altri 400 mila euro.
Chiediamo un commento a questi dati a Nadia Spallitta, già vice presidente del Consiglio comunale, esponente della sinistra cittadina (quella vera, però, non quella che avalla il ‘festival dei servizi esterni’ della RAP):
“Siamo davanti a una sostanziale privatizzazione di buona parte dei servizi che dovrebbero essere svolti dalla RAP. Mi chiedo e chiedo: perché questo spreco di risorse umane?”.
Nadia Spallitta si pone e pone la domanda che ci poniamo e poniamo anche noi: perché con 2 mila dipendenti della RAP e con altri 2 mila dipendenti della GESIP si affidano a privati servizi per un valore di 26 milioni di euro?
“Tutto questo – aggiunge l’esponente della sinistra – è contrario ai principi di economicità e di contenimento della spesa pubblica”.
Nadia Spallitta pone altre due questioni.
Prima questione: l’ecotassa che il Comune di Palermo paga all’Unione Europea per non aver raggiunto gli obiettivi di raccolta differenziata dei rifiuti.
“Non è vero – precisa – che i cittadini di Palermo (perché sono gli ignari cittadini a pagare ndr) pagheranno 600 mila euro di ecotassa; pagheranno all’Unione Europea 3 milioni di euro”.
Seconda questione: la differenziata fatta male.
“perché – dice sempre Nadia Spallitta – a Palermo non ci sono le isole ecologiche? Perché non c’è il vuoto a rendere? Ma questo è un modo di organizzare la raccolta differenziata dei rifiuti? Perché non si investe negli impianti per la differenziazione e il riuso con i ricavi dell’evasione fiscale?”.
Foto tratta da palermo.repubblica.it
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