Dice Gianfranco Miccichè, rispondendo ai grillini che vogliono tagliare i vitalizi ai parlamentari, che lui, senza il vitalizio, nel periodo in cui non è stato deputato, senza il vitalizio, sarebbe finito a chiedere l’elemosina. E i disoccupati siciliani frutto della politica siciliana della quale Miccichè è parte che cosa dovrebbero fare? La replica di Adriana Vitale
Gianfranco Miccichè, presidente del Parlamento siciliano, crede in quello che dice? Qualche anno fa confessò di non poter vivere con circa 4 mila euro al mese.
All’Italpress, durante un forum, commentando la proposta di tagliare i vitalizi del Movimento 5 Stelle, ha detto:
“Se non avessi avuto il vitalizio, nel periodo in cui non sono stato deputato, probabilmente sarei stato costretto a tornare a vivere con mio padre che ha 97 anni, in attesa di maturare i 67 anni per la pensione. Sarei stato costretto a chiedere l’elemosina davanti a una chiesa. E’ questo che si vuole oggi dalla politica? E’ questo quello che vogliono i Cinquestelle?”.
Che dire? A nostro avviso una replica efficace alle parole di Miccichè l’ha fatta Adriana Vitale, che ha perso il lavoro proprio a causa di quei politici della vecchia politica siciliana che difendono i vitalizi (per se stessi):
“Mi chiedo: perché questo individuo con le sue esternazioni deve provocare lo sdegno di chi, proprio a causa della politica, è stato condannato a tornare dai genitori o costretto a chiedere l’elemosina davanti una chiesa o perdere la casa e vivere in macchina o sotto i portici o emigrare? Veramente non riesce a stare, quanto meno, zitto? Che si prenda il vitalizio ma abbia il pudore di stare muto al posto di schiaffeggiare chi non cerca vitalizi ma lavoro onesto.
Veramente non comprende che le sue esternazioni sono uno schiaffo per chi il lavoro lo ha perso e con esso ha perso la dignità e l’autostima di uomo e padre? È inutile, questo soggetto, che vive nelle gabbie dorate, mai e poi mai potrà comprendere la vita reale di chi ogni giorno deve inventarsi qualcosa per sopravvivere.
Ogni volta che apre bocca offende l’intelligenza, indigna chi lo ascolta e cosa più grave, è la dimostrazione plastica del tipico politicante che ha la pretesa di rappresentare chi lo ha eletto, ma incapace di leggere e avere una visione dei tempi mutati a danno di un popolo ormai in ginocchio mentre ostenta un lusso pagato da chi ha perso il pane.
Con le sue perle ha profondamente offeso me che, da donna cinquantenne insieme ad altre donne e uomini, ha lottato con tutte le mie forze per il lavoro e non per vivere di rendita sulle spalle della comunità, ma per guadagnarsi giornalmente, con il sudore della fronte, il pane quotidiano”.
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