Intanto il parlamentare Vincenzo Figuccia propone, con un emendamento, una manovra sui dieci IACP della Sicilia. Claudio Fava critica il taglio ‘orizzontale’ del 15% della Finanziaria a tutte le voci di spesa. Antonio Ferrante (Partigiani PD) attacca i contributi a pioggia della presidenza dell’Ars, ma sui tagli alla cultura dimentica che sono il frutto dei due ‘Patti scellerati’ Renzi-Crocetta
Assemblea regionale siciliana: Finanziaria 2018 lacrime e sangue per tutti, tranne che per i parlamentari che la dovranno approvare. Insomma, gli ‘inquilini’ di Palazzo Reale – sede del Parlamento dell’Isola – non sono fessi. Se ne sono accorti anche i 20 deputati del Movimento 5 Stelle che, in questo clima di tagli, avrebbero voluto ridurre le indennità ai 70 parlamentari dell’Ars. Fatica inutile, perché l’iniziativa dei grillini è stata bloccata sul nascere.
“Niente, gli stipendi dei deputati dell’Ars non si toccano. La commissione Affari istituzionali di Palazzo dei Normanni (o palazzo Reale, che dir si voglia ndr) ha bocciato l’emendamento del M5S, a prima firma di Giancarlo Cancelleri, che prevedeva il taglio degli emolumenti dei deputati dell’Ars da 11.100 euro lorde a 7.000 lorde. Lo stesso emendamento contemplava anche il taglio delle indennità per e cariche aggiuntive degli stessi parlamentari (da 2.700 euro a 1.000 euro) e per gli stipendi degli assessori (da 11.100 a 7.000 euro)”.
“Nessuna meraviglia – afferma Giancarlo Cancelleri – ci avrebbe meravigliato il contrario. Quando si tratta delle loro buste paga non sentono ragione. Ritorneremo alla carica, ripresentando l’emendamento in commissione Bilancio e in Aula”.
“I tagli all’Ars – afferma la capogruppo Valentina Zafarana – sanno farli solo sulla pelle dei siciliani. Siamo di fronte ad una Finanziaria che non darà nulla alla Sicilia e che spicca solo per alcuni tagli monstre. La sottrazione prevista di oltre 80 milioni alla cultura e al welfare, ad esempio, grida vendetta. Parecchi enti, teatri e servizi rischiano di essere messi in ginocchio. In quinta commissione siamo riusciti a stoppare il provvedimento, speriamo abbia la stessa sorte in seguito”.
Domanda al Governo di Nello Musumeci: non sarebbe stato più logico sollevare la questione finanziaria Stato-Regione siciliana nei giorni subito successivi all’insediamento della Giunta, quando Roma ha disposto, sulla base del ‘Patto scellerato atto secondo’ Renzi-Crocetta, lo scippo di 800 milioni di euro di IVA alla Sicilia?
Lo ribadiamo ancora una volta: magari a Roma avrebbero tirato dritto e gli 800 milioni di euro se li sarebbero tenuti lo stesso. Oggi, invece, la Regione siciliana sembra un ‘muro basso’ e Governo e Ars, non sapendo dove trovare i soldi, tagliano a destra e a manca, togliendo risorse finanziarie a una Sicilia che è già all’osso!
Sul IACP, gli Istituti Autonomi case Popolari della Sicilia interviene il parlamentare Vincenzo Figuccia. Sua l’emendamento che, se approvato, consentirebbe ai locatari di acquistare gli alloggi nei quali abitano.
Spiega Figuccia:
“Ammonterebbe a 27 milioni il debito dei dieci IACP siciliani nei confronti di vari enti dove di questi addirittura 15 gravano sul solo IACP di Palermo a causa del debito accumulatosi per la fornitura di acqua con l’Amap che negli anni ha ipotecato parte del patrimonio finanziario dello IACP. Tutto ciò per un’antica convenzione per la quale le bollette venivano addebitate allo IACP e non agli inquilini”.
“Ciò posto – prosegue il parlamentare – in un tempo nel quale la retorica della spending review risulta essere un mero slogan, ritengo che questa sia un’occasione irripetibile per razionalizzare la spesa regionale e mettere tutti i cittadini nelle condizioni di pagare le imposte legate agli immobili. Se a ciò aggiungiamo il fatto che con la mia proposta verrebbe meno l’onere di tutte le manutenzioni straordinarie fino a questo momento in capo all’ente pubblico perché proprietario, si apre alla possibilità di un risanamento delle ‘casse’ degli enti e di riflesso si liberalizza un mercato storicamente statalista nato più di mezzo secolo fa e ormai anacronistico”.
“Tutti i locatari di immobili appartenenti allo IACP sul territorio regionale – conclude Figuccia – potranno acquistare il rispettivo alloggio con un prezzo di cessione diminuito dei canoni mensili versati a titolo di acconto”.
Sui tagli alla Finanziaria 2018 si sofferma il parlamentare della lista Cento Passi, Claudio Fava:
“I tagli alla legge Finanziaria del governo Musumeci hanno una stupefacente caratteristica: sono tutti del 15%, qualunque sia la voce di spesa o il servizio pubblico da tagliare. Senza alcuna valutazione di merito o di opportunità”.
Lo afferma Claudio Fava, deputato regionale del movimento #CentoPassi, dopo aver analizzato il contenuto del maxi emendamento proposto dal Governo.
Fava cita alcuni esempi:
“15% in meno alle associazioni antiracket ed al fondo antiusura esattamente come all’autodromo di Pergusa; 15% di tagli alle spese pubblica in aree colpite da calamità come alla ricerca lattiero-casearia; identico colpo di forbice, 15%, all’istituto incremento ippico (far riprodurre i cavalli…) e al Teatro Massimo di Palermo.”
“Per una spending review di cosi alto e scrupoloso profilo – conclude Fava – non occorreva una Giunta regionale in carica: bastavano un bambino e una calcolatrice”.
Dei contributi a pioggia della presidenza dell’Ars e della Finanziaria si occupa Antonio Ferrante, dei Partigiani del PD:
“Apprendiamo con stupore e indignazione che, mentre proseguono i tagli ai teatri e alle istituzioni culturali, la maggioranza, attraverso la Presidenza dell’Ars, continua a regalare contributi a pioggia per sagre, fiere e singole esibizioni attraverso un regolamento interno ‘vecchio stile’. Un’emorragia da centinaia di migliaia di euro cui è doveroso porre fine per ragioni di decenza prima che di bilancio”.
“Chiediamo al Presidente dell’Ars – prosegue la nota – di cancellare questo ennesimo retaggio da corte del Re Sole con la stessa solerzia con la quale vorrebbe allargare le poltrone dell’ufficio di Presidenza e auspichiamo una presa di posizione da parte di tutte le opposizioni, a partire dal PD, e chiedendoci se i cinquestelle, ormai parte integrante del sistema, non abbiano esaurita la loro leggendaria spinta contro gli sprechi e le ingiustizie della famosa ‘casta”.
Fin qui nulla da dire. Poi, però, le critiche dei Partigiani destano qualche dubbio:
“Il popolo del PD – leggiamo sempre nella nota di Ferrante – non può restare ancora a guardare mentre da una parte i tagli alla cultura rischiano di far fallire anche quei teatri, come il Massimo di Palermo, che in questi anni sono diventati fiori all’occhiello per innovazione, apertura e contenimento dei costi grazie a gestioni competenti e dall’altra continuano a piovere soldi per iniziative prive di qualsiasi utilità in termini di promozione culturale e territoriale. Per queste ragioni – conclude Ferrante – nei prossimi giorni lanceremo una petizione popolare che coinvolga tutto il PD chiedendo l’abolizione di ogni contributo diretto da parte della Presidenza Ars per cancellare uno dei privilegi più odiosi e ad oggi ancora vigente”.
Sui richiesta dei tagli ai contributi elargiti dalla presidenza dell’Ars si potrebbe anche essere d’accordo. Non sappiamo, in particolare, a quali e a quanti fondi dell’Ars faccia riferimento Ferrante: se si riferisce ai fondi riservati, ebbene, ci sono anche i fondi riservati della presidenza della Regione.
La regola dovrebbe valere per tutti: per la presidenza dell’Ars e per la presidenza della Regione.
Detto questo, Rosario Crocetta è stato presidente della Regione per cinque anni, ma nessuno ha mai saputo nulla se ed, eventualmente, come sono stati spesi i fondi riservati a disposizione dell’ormai ex presidente. Questo blog l’ha chiesto (COME POTETE LEGGERE IN CALCE A QUESTO ARTICOLO). Ma non abbiamo mai ricevuto risposta dall’allora presidente Crocetta.
Allora i Partigiani del PD non si chiamavano così: ma c’erano ed erano sempre nel Partito Democratico. Non ci risulta che abbiano fatto tale richiesta.
Altro appunto a Ferrante: i tagli alla cultura sono il frutto dei due ‘Patti scellerati’ Renzi-Crocetta con i quali la Regione siciliana è stata finanziariamente ‘dissanguata’. Non ricordiamo – né in occasione del primo ‘Patto’ (2014), né in occasione del secondo ‘Patto’ (2016) – di aver letto dichiarazioni critiche dai futuri Partigiani del PD…
Sulla politica regionale interviene anche la Cisl siciliana:
“Troppa carne al fuoco! Non si possono trattare i problemi di questa Regione con approssimazione. Noi siamo pronti a sederci e a discutere per definire una strategia per una pubblica amministrazione che in Sicilia pensi anche al domani”.
Qui di seguito le richieste della Cisl:
“Deroga al blocco delle assunzioni, rinnovo del contratto dei regionali, stabilizzazione dei precari, gestione dell’Irsap e delle partecipate, ex Province, sanità, riorganizzazione dei Beni culturali.
Proposte giuste: ma i soldi da dove dovrebbero arrivare? Anche la Cisl siciliana fa parte della ‘eletta schiera’ che, ai tempi dei ‘Patti’ Renzi-Crocetta osservava un rigoroso silenzio.
Oggi i sindacalisti della Cisl siciliana – novelli ‘Alici’ nei paesi delle meraviglie si sono svegliati e hanno perfino ritrovato la favella…
Non solo parlano, i dirigenti della Cisl, ma leggono:
“Stiamo leggendo troppo sui giornali – si legge sempre nel comunicato dell’organizzazione sindacale – e troppo poco siamo stati coinvolti. Bisogna lasciar perdere la propaganda e riattivare piuttosto le sedi del confronto, i tavoli di confronto con i sindacati”.
“La ‘macchina’ amministrativa della Regione fa acqua da tutte le parti – denuncia Paolo Montera, segretario generale della Cisl Fp Sicilia – e non bastano gli emendamenti in Finanziaria per risolvere i problemi. Se non si agirà in tempi brevi, la ‘macchina’ burocratica non potrà che continuare a funzionare male o fermarsi, con grave danno per i cittadini”.
“Abbiamo apprezzato spesso la disponibilità al confronto di alcuni assessori
regionali e del presidente Musumeci. Ci aspettiamo quindi – conclude Montera – di essere convocati al più presto in tutte le sedi opportune per mettere sul tappeto tutte le emergenze e trovare insieme
le migliori risposte possibili”.
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Correva l’anno 2015, ottobre e noi, poveri illusi, scrivevamo:
Risposte: zero totale…