Cari cittadini: i sindaci vi hanno informato che il dissesto lo pagherete voi con ‘comode’ rate in dieci anni fatte di aumento delle tasse e delle imposte comunali? Negli ultimi anni avete pagato più tasse e più imposte per avere in cambio servizi scadenti: e adesso pagherete ancora di più! Chi dovete ‘ringraziare’? L’Unione Europea dell’euro, lo Stato e la Regione. I casi di Catania e Messina dove tra qualche mese si celebreranno le elezioni
Sono 25 i Comuni siciliani che hanno dichiarato il dissesto finanziario il 19 dicembre dello scorso anno. A questi se ne aggiungono altri 34 in condizione di pre-dissesto (dichiarato sempre il 19 dicembre dello scorso anno).
Questi sono i risultati dei tagli effettuati ai danni dei Comuni siciliani dallo Stato e dalla Regione. Va detto, infatti, che – a parte di debiti fuori bilancio (che sono comunque un’anomalia alla quale si dovrebbe mettere la parola fine, perché nascondono, spesso, operazioni clientelari) – il fallimento sostanziale di questi 59 Comuni siciliani non è dovuto a spese ‘allegre’, ma all’impossibilità di andare avanti per mancanza di soldi.
Ecco l’elenco dei Comuni siciliani in dissesto:
Acate
Aci Sant’Antonio
Augusta
Bagheria
Barrafranca
Brolo
Carini
Casteldaccia
Casteltermini
Cefalù
Cerda
Favara
Ispica
Lentini
Mazzarà Sant’AnDrea
MIlazzo
Mirabella Imbaccari
Mussomeli
Palagonia
Porto Empedocle
Santa Maria di Licodia
Santa Venerina
Scaletta Zanclea
Scordia
Tortorici
Ecco l’elenco dei Comuni siciliani in pre-dissesto:
Adrano
Avola
Belmonte Mezzagno
Borgetto
Caccamo
Campobello di Licata
Catania
Ficarra
Galati Mamertino
Giardini Naxos
Giarre
Itala
Leonforte
Linguaglossa
Mazzarrone
Messina
Modica
Monreale
Monterosso Almo
Motta Camastra
Pachino
Racalmuto
Randazzo
Riposto
San Cataldo
Sant’Alessio Siculo
Scicli
Taormina
Terme Vigliatore
Tremestieri Etneo
Ustica
Villafranca Tirrena.
E’ importante che gli abitanti di queste città sappiano che a pagare saranno loro. Quando sopravviene la dichiarazione di dissesto interviene sì lo Stato, ma non accollandosi i debiti: lo Stato presta ai Comuni i soldi e gli stessi Comuni debbono restituirli a rate, di solito in dieci anni.
Quindi a pagare sono gli ignari cittadini!
Per essere più chiari. Già tutti i cittadini siciliani pagano imposte e tasse locali salatissime. Ricevono in cambio servizi pessimi. Ma i Comuni vanno comunque in dissesto.
Interviene lo Stato che presta i soldi ai Comuni in dissesto. I Comuni li restituiscono – di fatto avviene questo – aumentando le tasse e le imposte ai cittadini.
E questo è solo il ‘primo giro’. Al dissesto e al pre-dissesto di questi 59 Comuni, nei prossimi mesi, se ne aggiungeranno altri.
Direte: perché?
Semplice: perché il Fondo regionale per le Autonomie locali – cioè i fondi che la Regione eroga ai Comuni dell’Isola – grazie anche al Governo regionale di Rosario Crocetta-PD che firmava ‘Patti scellerati’ con il Governo Renzi – è passato, nel giro di pochi anni, da 900 milioni di euro circa all’anno a 340 milioni di euro.
Non solo. Nel 2017 il Governo Crocetta ha ridotto il Fondo regionale delle Autonomie locali – con l’avallo della passata Assemblea regionale siciliana (per la precisione, della maggioranza di centrosinistra della vecchia Ars) – di altri 60 milioni di euro, portandolo a 280 milioni di euro.
Con questi tagli le difficoltà finanziarie dei Comuni siciliani non potranno che aumentare. E a pagare saranno sempre i cittadini siciliani.
Ma pagheranno anche gli imprenditori che hanno fornito beni o servizi ai Comuni in dissesto e pre-dissesto. Infatti, quando un Comune va in dissesto i fornitori malcapitati debbono accontentarsi del 50% dei crediti vantati!
Anche le imprese ‘contribuiscono’ quindi a ripianare i debiti provocati ai Comuni dallo Stato e dalla Regione.
Non dimenticate che tutto questo ha inizio con le politiche di ‘rigore’ dell’Unione Europea dell’euro.
La UE impone penalizzazioni allo Stato italiano che ‘gira’ le penalizzazioni alle Regioni e ai Comuni (le Province sono praticamente scomparse: pagano solo gli stipendi al personale – quando li pagano – e non sono più nelle condizioni di operare).
La Regione siciliana – come abbiamo visto – eroga meno soldi ai Comuni, che debbono anche fronteggiare i tagli dello Stato.
Risultato filale: il dissesto.
A pagare, alla fine, sono gli ignari cittadini con un aumento delle tasse e delle imposte locali. E le imprese che forniscono beni e servizi ai Comuni. Le imprese ci rimettono il 50% (ad eccezione delle imprese ‘amiche’ che vengono pagate con i debiti fuori bilancio: ma questa è un’altra storia scandalosa).
P.s.
I cittadini di Catania e di Messina che tra qualche mese andranno ad eleggere i nuovi Sindaci e i nuovi Consigli comunali sono stati informati?
Foto tratta da 0766news.it
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Dare sempre la colpa agli altri e una catena di s.antonio xche ' invece non dite degli sperperi continui in sicilia fanno da prassi.
Dare sempre la colpa agli altri e una catena di s.antonio xche ' invece non dite degli sperperi continui in sicilia fanno da prassi.
Basterebbe dimezzare il numero dei dipendenti comunali e dimezzare il numero di assessori e consiglieri comunali, con la digitalizzazione e i servizi informatici è possibile fare ciò.
7 portieri? Migliaia di dirigenti imboscati? Personale assente un giorno sì e un giorno pure? Uffici aperti al pubblico solo il mercoledì dalle 10 alle 12? Io spero che finiscano davvero sti soldi, così anche ste situazioni finiscono.