L’assessore alla Formazione, onorevole professore Roberto Lagalla dice che il dialogo con i rappresentanti con i sindacati che rappresentano i circa 8 mila lavoratori licenziati è proficuo. Ma proficuo per chi? Noi abbiamo impressione che sia in corso un gioco delle parti che, alla fine, culminerà in una fregatura per i lavoratori
Leggiamo basiti, perché scrivere divertiti sarebbe un’offesa nei confronti dei vilipendiati e martoriati (ex) lavoratori del comparto formativo siciliano, dichiarazioni rassicuranti da parte dell’assessore regionale alla Formazione professionale, onorevole professore Roberto Lagalla in merito ad un accordo relativo al riassorbimento del personale, ovvero circa 8 mila licenziati dal passato Governo regionale.
Purtroppo, alla luce di ciò che è avvenuto in occasione dell’incontro del 9 aprile, non conveniamo con le dichiarazioni trionfalistiche e restiamo saldamente ancorati con i piedi per terra a lottare con la dura e cruda realtà.
All’incontro sopra citato erano presenti le associazioni datoriali ASEF, ASSOFOR, ANFOP e CONFAP, assenti FORMA E CENFOP. Poi c’erano i rappresentanti delle organizzazioni sindacali “firmatarie” di contratto CGIL, CISL, UIL e SNALS e altre organizzazioni sindacali non firmatarie di contratto e altre associazioni di lavoratori.
Vediamo di riassumere cosa è avvenuto.
Dopo un breve excursus del dirigente generale del dipartimento Formazione ella regione siciliana, dottore Gianni Silvia e dell’onorevole professore Lagalla in relazione agli sforzi profusi e agli impegni rispettati dall’amministrazione (o quasi…), si è ventilato l’ipotesi di stilare un accordo sociale a garanzia degli operatori del sistema formativo siciliano.
Ma come un deus ex machina tre organizzazioni sindacali – CGIL, CISL, e UIL – con al traino lo SNALS – hanno tirato fuori dal cilindro la proposta di una bozza non licenziata e non corretta, stilata l’8 marzo 2018, che risulterebbe la panacea di ogni male e che, se applicata, risolverebbe lo stato di crisi in cui, inspiegabilmente, versa l’intero settore.
Anche se quasi tutta la platea degli intervenuti alla riunione non era minimamente a conoscenza di questa “benedetta” proposta, dobbiamo porre alcuni interrogativi.
Per dovere di cronaca abbiamo esaminato attentamente le linee guide descritte nell’accordo sopra citato e sovvengono molti dubbi e incertezze che ci portano a concludere con un enigma: ma a che gioco giochiamo?
Infatti ai lettori più attenti non sfugge che appena un anno fa, esattamente il 7 marzo del 2017, fu stilato un accordo tra CGIL, CISL, UIL e SNALS e FORMA e CENFOP in merito alla gestione delle criticità occupazionali derivanti dall’attivazione del “compianto” Avviso 8/2016. Ipotesi di accordo contrattuale mai firmato dalle altre associazioni datoriali che, di fatto, si rifiutarono di applicarlo e misero in campo i Bandi di reclutamento “farlocchi” di cui abbiamo più volte descritto le pantomime circa i punteggi attribuiti ai candidati in particolare relazione alle cosiddette prove pratiche o colloqui orali…
Nella sostanza i due accordi collimano per grandissima parte, quindi non comprendiamo per quale motivo nel 2017 non si trovò convergenza da parte degli Enti “acerbi” mentre oggi sembrerebbe che le associazioni degli Enti storici si defilino nel riconoscere lo stesso accordo sottoscritto un anno fa!
Basta leggere tra le righe di questo Bando a catalogo per trovare la risposta al dilemma. Infatti consentire di partire da un sistema di ricavi permetterà una concorrenza sleale che non garantirà il personale che, ad oggi, non è stato ancora licenziato.
Ecco perché notiamo con grande rammarico che ci troviamo davanti a un gioco delle parti, degno della migliore commedia pirandelliana. I protagonisti sono studiati, analizzati e sbucciati come un uovo tirandone fuori albume e tuorlo.
Ma chi in questo caso sarà l’albume e chi il tuorlo? E chi sono i buoni ed i cattivi?
Pirandello insegna che i ragionamenti e i riproponimenti, nati da presupposti sbagliati, la vita ce li ribalta contro…
Purtroppo ancora una volta a pagare saranno soltanto i lavoratori, illusi e delusi dalla politica e dai parolai che promettono e non mantengono.
Foto tratta da libertaegiustizia.it