… ma i giudici del Tribunale Amministrativo Regionale, bontà loro, hanno dichiarato inammissibile il mio ricorso. E sapete perché? Perché non ho dimostrato di essere un cittadino elettore! E il fatto di aver presentato la mia candidatura (bloccata sempre dal TAR)? Non basta. Insomma, comoda la partita senza entrare nel merito. Notevole la Giustizia in Sicilia, no?
“Aprile è il mese più crudele”, canta T. S. Eliot ne ‘La Terra desolata’.
Nella mattinata del 5 aprile scorso, presso il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale), a Palermo, si è aperta la trattazione del mio ricorso avverso la proclamazione a Presidente della Regione di Nello Musumeci. Aperta e chiusa, come una fogna maleodorante, come il corpo di un malato terminale per i quale è inutile perdere tempo e maestria.
Davanti al presidente del TAR e ai giudici si è collocato un vero e proprio gruppo di fuoco, composto da oltre 10 avvocati in difesa degli eletti all’Assemblea regionale siciliana. Unico a non costituirsi (Noblesse oblige, insegnano agli ortotteri arriniusciti), Nello Musumeci.
Presenti, ad adiuvandum, anche due belle signore in rappresentanza dell’Avvocatura dello Stato, abbigliate con toghe griffate e civettuole.
L’udienza è durata circa 15 minuti e si è conclusa con una dichiarazione di inammissibilità del ricorso, senza entrare nel merito delle questioni. Alcune pregiudiziali hanno riguardato termini di scadenza, quindi conteggi, numeri, e qui, si sa, la matematica è un’opinione, per non parlare della confusione che generano sempre il dies a quo, il dies ad quem e il carpe diem.
Causa principale dell’inammissibilità è stata la mancata dimostrazione, da parte mia, di essere un cittadino elettore (ovvero la mancata esibizione, sempre da parte mia, di un mio certificato elettorale).
La circostanza, dedotta nel ricorso, che ero stato un candidato alle elezioni regionali, e quindi necessariamente in possesso del certificato elettorale, non è stata presa in considerazione. Circostanza addirittura ritualmente documentata. Come dire, le carte cantano, ma i sordi non sentono.
Sarebbe stata presa in considerazione, hanno argomentato i giudici amministrativi con impareggiabile acume, se avessi fatto il ricorso in qualità di candidato e non come “un qualsiasi cittadino elettore”, che deve invece dimostrare la sua qualità di elettore, esibendo il certificato elettorale. Quindi, non basta che io dimostri d’esser vivo, ma devo certificare che “ebbi a nacquere”.
Prendete un’aspirina e andiamo avanti.
Posta la produzione documentale a riprova d’esser cittadino di un Comune siciliano, meno che mai è stata presa in considerazione la possibile integrazione del documento mancante.
Se non hai la patente con te ti frustano?
Per una singolare coincidenza, le motivazioni del rigetto sembrano scritte sotto dettatura di uno degli avvocati di parte avversa, tanto sono simili alle di lui tesi difensive. Ma questa è appunto una coincidenza, è una chiara prova della certezza del diritto e della circolarità della ragione.
L’accertamento di inammissibilità ha dispensato i giudici dall’esame delle vere questioni che concernono e concernevano il ricorso. Nessuno, in quella sala grondante giustizia, né da parte del Tribunale, né da parte delle ricciute donzelle dell’Avvocatura distrettuale, né, ovviamente, da parte dagli avvocati della difesa ha affrontato il merito della questione. Ovvero se l’elezione di Musumeci, questa sì, fosse o meno affetta da nullità insanabile.
Addirittura le donzellette dell’Avvocatura, bellissime quanto fuori contesto, hanno eccepito genericamente il difetto di legittimazione passiva dell’Ente Regione siciliana. Povero art. 130!l
“Il coraggio, uno non se lo può dare”, potrebbe sostenere seguendo le orme di Don Abbondio, un colto avventore del Bar dello Sport, dove per caso qualcuno raccontasse questa storia.
Quale coraggio sarebbe mancato? Quello che impedisce di approfondire un’indagine su una storia poco edificante e irta di pericoli? Non sono d’accordo. Quegli stessi giudici che hanno avuto il coraggio di stendere quella motivazione di rigetto sono sicuramente pronti a tutto pur di far trionfare la giustizia. E’ che, poveretti, avevano le mani legate… da una dura legge. Se avessero potuto superare l’inghippo di questioni preliminari insormontabili avrebbero saputo rischiare contro il sistema? Chi lo sa. Certo è comodo chiudere la partita senza entrare nel merito.
Per non lasciare il lettore con il dubbio amletico il merito ve lo racconto io.
Una candidata nella lista provinciale di Agrigento di Diventerà bellissima, il partito di Musumeci che si è dato come nome una frase di Paolo Borsellino, ha presentato documenti con cancellature con il bianchetto, cosa vietatissima nel mondo dei comuni mortali.
Per l’effetto la candidata andava esclusa dalla lista. La cosa in sé ha una rilevanza non decisiva sulle elezioni nel collegio di Agrigentino (si perderebbero i voti per Musumeci, ma senza intaccarne l’elezione). Ma la candidata in questione è stata presentata anche nel listino di Musumeci; ed ecco che la sua doverosa esclusione dalla lista di Agrigento determina, per nullità derivata, la sua esclusione dal listino di Musumeci.
Ora, il numero dei candidati nel listino non può, a pena di esclusione, essere inferiore a quello previsto dalla legge. Ne deriva, come dal giorno la notte, la nullità insanabile della candidatura di Musumeci a Presidente della Regione!
A questo punto mi toccherà fare come il mugnaio di Potsdam che, nella seconda metà del ‘700, opponendosi al sopruso di un nobile, si rivolgeva a tutte le Corti di giustizia germaniche per avere “giustizia”, fino ad arrivare a Federico il Grande.
E i siciliani? Fino a quando non troverò un giudice che abbia a cuore la sostanza delle cose e non la forma, ed entrerà nel merito dei motivi del ricorso, gli toccherà tenersi un presidente della Regione “abusivo”.
“Summum ius, summa iniuria”
“Esasperata giustizia, somma ingiustizia”
(M. T. Cicerone)
QUI DI SEGUITO POTETE APPROFONDIRE IL PERCHE’ LE ELEZIONI REGIONALI NON SONO VALIDE:
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... Purtroppo per i siciliani onesti... anche questi "giudici togati" dei T.A.R. fanno parte di una CASTA che è molto "sensibile" al "potere esecutivo"... specialmente in terra di Sicilia...!