Una riflessione amara di Franco Busalacchi, che negli anni in cui Piersanti Mattarella – fratello dell’attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – era il presidente della Regione siciliana, occupava il posto di Segretario di Giunta. La frase di Aldo Moro che, purtroppo, resta sempre attuale nell’Italia di oggi: un Paese nel quale i compromessi continuano a prevalere sul vero senso del dovere
“Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera se non nascerà un nuovo senso del dovere”.
Sulla scrivania di Palazzo d’Orleàns, Pier Santi Mattarella teneva una foto di Aldo Moro, che riportava quelle sue parole.
Ecco, il senso del dovere, senza il quale, chiosava, i diritti diventano usurpazioni, le libertà licenza.
Per più di due anni, tanto durarono i suoi Governi, ho partecipato, seduto al suo fianco, alle riunioni della Giunta regionale da lui presieduta. Era, la sua, una guida autorevole, portata avanti con discrezione e intelligente ironia, sempre coerente nelle scelte politiche e amministrative: coerente con la scelta di vita che le informava.
“Le carte in regola”. Quanta fatica e quanti “no, grazie” costa avere “le carte in regola”? Quanti nemici ti fai per tenere “le carte in regola?” Quanto può costare farne un scopo di vita, una scelta di vita, senza tentennamenti, senza titubanze?
Noi adesso lo sappiamo. Può costare la vita stessa.
Anche nei giorni che seguirono alla sua uccisione si potè assistere al dramma ancestrale che schiaccia la Sicilia: da un lato un sussulto di popolo, universale ed effimero, dall’altra una speculazione politica che dura fino a oggi.
Come i congiurati nel “Giulio Cesare” di Shakespeare immergono ritualmente le loro mani nel sangue del Dittatore ucciso, così, ma senza la profonda etica di Bruto e degli altri, tanti hanno affondato le loro mani nel sangue di Piersanti Mattarella per costruirsi una carriera politica.
Consiglieri comunali, provinciali, sindaci, deputati regionali e nazionali, senatori, ministri, vice presidenti del Consiglio, direttori regionali, magistrati, consiglieri di Stato “e poi ancora, ancor più su”.
Oggi assisteremo all’abiura totale di Piersanti Mattarella, ucciso da mani mafiose. Oggi un personaggio che aveva rapporti con mafiosi conclamati, un pregiudicato, amico e sodale di mafiosi che scontano in carcere la loro condizione di complici e collusi, un pregiudicato, un puttaniere irriducibile, salirà al Colle alla guida della “suo” partito.
Sergio Mattarella, il Presidente della Repubblica, fratello di Piersanti, lo riceverà, gli stringerà la mano, gli parlerà, gli sorriderà, lo ascolterà, gli offrirà the e pasticcini.
Come potrà salvarsi questo Paese? Chi ricostruirà i cocci di questa disgraziata Repubblica?
Foto tratta da cinisionline.it
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