Due missive firmate dall’azienda. E lo storytelling che non quadra ma risucchia nell’occhio del ciclone i lavoratori delle quattro sedi di Palermo. Domattina conferenza stampa Cisl e Fistel Cisl con lavoratori e vertici regionali del sindacato
Qualcosa non quadra nella vicenda Almaviva Compact, la spa nel portafoglio dell’omonimo gruppo, che conta 5300 lavoratori tra Palermo e Catania 3400 dei quali nel capoluogo siciliano. Ne sono convinte Cisl e Fistel regionali, che guardano con sospetto alle ultime due lettere firmate dall’azienda, che risucchiano nell’occhio del ciclone i lavoratori delle quattro sedi di Palermo. Un mistero che si tinge di giallo. E che nasconde fini per nulla dichiarati. Delle due missive, l’una, datata 3 aprile, è indirizzata ai vertici delle istituzioni regionali e locali. Vi si richiede un tavolo di confronto per una “valutazione puntuale” della situazione aziendale mirata alla “individuazione di soluzioni e all’avvio di percorsi industriali”. Non è detto chiaramente, ma l’intento, osservano alla Cisl, pare essere l’accordo azienda-sindacati di un anno fa, che ha determinato per un anno, e fino al prossimo 12 giungo, l’abbattimento per 4,5 milioni del costo del lavoro.
Nella lettera spedita il giorno successivo, 4 aprile ma unicamente alle sigle sindacali,- si legge sempre nella nota della Cisl- non si fa più riferimento, però, all’obiettivo di “valorizzare il patrimonio produttivo e occupazionale”. Qui la musica cambia, denunciano Cisl e Fistel. Perché l’oggetto di questa seconda lettera è “conferimento di ramo d’azienda”. A leggere superficialmente, la creazione di una “cessionaria”, di una newco controllata dalla casa madre con dentro attività e passività della vecchia Almaviva Compact. Punto. In realtà, rilevano alla Cisl, uno spin off che più che al “consolidamento dell’unità produttiva di Palermo”, come scrive la sede romana dell’azienda, punterebbe a sganciare dai conti del gruppo i 3400 lavoratori di Palermo 2800 dei quali a tempo indeterminato. E a farlo adesso, a due mesi dalla scadenza della parte economica dell’accordo del 12 giugno. Così qualcosa non quadra, denunciano Cisl e Fistel, che più che di newco parlano di bad company. Del tentativo di dar vita a un contenitore-spazzatura per mettere successivamente in moto la macchina dei licenziamenti. Da qui l’annuncio di mobilitazione per i prossimi giorni e un pacchetto di richieste che Cisl e Fistel avanzano al gruppo Almaviva e alle istituzioni locali e regionali.