Ma si può, nel nome del senso di responsabilità, cambiare la linea politica? Ce lo chiediamo dopo aver letto le parole di Giancarlo Cancelleri, parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, da sempre fedelissimo di Beppe Grillo (sopra la foto dei due). Andare ad appoggiare, adesso, il Governo di Nello Musumeci e la vecchia politica siciliana: perché?
Quando i politici parlano di senso di responsabilità, mi viene l’istinto di urlare e correre. Dalla “svolta di Salerno” del 1944 del Partito comunista italiano e il conseguente governo con dentro tutti i partiti antifascisti e il nefasto accordo sull’articolo 7 della Costituzione, che nella sostanza rese l’Italia Uno stato confessionale, agli Scilipoti e ai Di Gregorio dei giorni nostri è sempre la stessa storia.
Per senso di responsabilità alcuni politici che non possono raggiungere il loro obbiettivo invitano altri politici ad aiutarli, dietro compenso (danaro o altre utilità), ovvero altri politici accettano gli inviti al senso di responsabilità di altri politici e in cambio di denaro ed altre utilità prestano il loro contributo all’azione di governo di chi è più forte.
Il senso di responsabilità cela sempre un rapporto di forza tra chi accoglie e chi viene accolto. Ma in tutti i casi, tranne in quelli alla Scilipoti e Di Gregorio, in cui la transazione avviene in cucina, dalla svolta di Salerno in poi, chi ha accettato la proposta ha avuto molto di meno chi l’ha fatta.
Infatti assai spesso queste transazioni nascondono la loro vera essenza di contratto per adesione: ‘O così o Pomì’. E sempre con il rischio che, una volta spremuto, il limone venga buttato via.
Oggi sento parlare il “Santo bevitore”, l’onesto Musumeci, quello che la Sicilia sarebbe diventata bellissima, oh yeh, che è finito in mutande. Lui era già in mutande quando cominciò e lo sapeva; da onesto irresponsabile ha forzato la mano e ora la farina del diavolo va in crusca.
Sapeva e sa benissimo che la sua presidenza sarebbe stata squallida, inconcludente e dannosa, in mano alle stesse persone litigiose e irresponsabili dei tempi di Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta che nascono con la stessa tara genetica. Maggioranze rabberciate, fatte di approfittatori, ladri farabutti, furbastri, e corruttori e corrotti.
Musumeci sa che per sopravvivere avrà bisogno di tenere in aria più piatti di quanti non sappia tenerne, ma, da personaggio cinico e irresponsabile qual è, va avanti e andrà avanti finché potrà e come potrà, fino al 2022. E intanto cerca di corrompere i politici attorno lui con la lusinga del “senso di responsabilità”, declinato in tavoli e tavolini, ristretti e caminetti, patti e i patticeddi, scambi e do ut des. Le proposte indecenti, tutte all’ombra del senso di responsabilità e in spregio dei siciliani.
Già il canto della Sirene è giunto alle orecchie di chi era alle velette e questo solo aspettava, sapendo che era questione di tempo.
“E’ il tempo delle responsabilità”, dichiara Giancarlo Cancelleri in una intervista. Ma come! Ma i 5 Stelle non sono alternativi a tutto il sistema? Non sono rivoluzione in atto? Non sono duri e puri? Negoziare, trattare? Con Musumeci, con Micchichè, con Lombardo e i cuffariani? Ho capito bene?
Sì, ma su “singoli temi”, si precisa. E quali, l’eliminazione dei vitalizi, la riduzione degli stipendi dei parlamentari e del personale dell’Ars? La chiusura delle partecipate? Lo credete possibile? Io no.
E allora quali temi si possono risolvere insieme se stando insieme non si possono risolvere i temi che fanno del Movimento 5 Stelle una cosa nuova e opposta all’esistente? Quelli che fanno comodo al centrodestra? Era questo il mandato? Per questo i 5 Stelle sono stati il più votato partito in Sicilia? Per trescare con la peggiore vecchia politica?
Ma c’è di più! Spero proprio che tra i militanti non passi sotto silenzio la gravissima affermazione di Cancelleri a proposito del bilancio all’esame dell’Ars:
“Noi con il PD l’altro giorno – ha confessato candidamente – avremmo potuto bocciare tutti i documenti finanziari e mandare questo Governo a casa. Ma non l’abbiamo fatto perché siamo nella fase della responsabilità”.
Ovvero: due forze politiche, entrambe prima all’opposizione e ora maggioranza e che sono in grado di chiudere questa fallimentare esperienza del centrodestra non lo fanno per senso di responsabilità? E verso chi? I Siciliani? Era questo il mandato degli elettori? E se il mandato non era questo chi ha cambiato “la linea del partito?” E alla luce di quale sole? E con quale referendum democratico tra gli iscritti?
Ma fatemi il piacere! E vi aspettate che la gente ci creda? Perché non dire che siamo alla svolta di Salerno di casa nostra? Perché contrabbandare per senso di responsabilità la vera molla che spinge a questo compromesso incredibile, a questo inciucio inaspettato, ovvero il desiderio di sedere tutti alla tavola di Don Rodrigo?
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Se quelli del M5S avessero fatto saltare il Governo, tornando a nuove elezioni sarebbero saliti loro... a volte penso che siano sprovveduti