La vicenda dei due pini di Piazza Principe di Camporeale dimostra che è in corso un ‘sistema’ per eliminare gli alberi. Sarebbe interessante capire che cosa c’è dietro questa storia che riguarda gli alberi di tutta la città. Invitiamo i cittadini di Palermo a segnalarci abbattimenti di alberi (inuovivespri@gmail.com)
Palermo: prima li hanno ammazzati poi se li sono portati. “Missione compiuta” anche per due pini di Piazza Principe di Camporeale.
La storia di questi alberi l’abbiamo già raccontata. (QUI TROVATE IL PRIMO ARTICOLO e QUI TROVATE IL SECONDO ARTICOLO).
E’ la storia di un angolo di verde in Piazza Principe di Camporeale. Qui, negli anni ’80 del secolo passato – sindaco era Leoluca Orlando – si comincia a scavare una galleria dalla quale sarebbe dovuta passare una condotta. Lavori iniziati e abbandonati. Cose ordinarie, a Palermo. E villetta chiusa da allora!
Dentro ci sono tre ficus e una decina di pini.
Nel febbraio dello scorso anno – poco più di un anno fa – avviano un cantiere. Gli abitanti del quartiere pensano: dopo trent’anni stanno finalmente riaprendo questo angolo di verde.
I mezzi arrivano, entrano e massacrano le radici degli alberi. Un pino cade dopo qualche giorno, con un colpo di vento. Per oltre trent’anni era vissuto in santa pace. C’è voluta l’amministrazione comunale di Leoluca Orlando per farlo fuori.
Un altro albero, colpito alle radici, si ammala dopo qualche settimana. Lo si notava per gli aghi di pino non più verdi, ma ingialliti.
Nei giorni scorsi sono arrivati i ‘soccorsi’: hanno abbattuto il pino malato e se lo sono portato via, insieme con il pino che era già caduto.
La storia di questi due pini abbattuti ci dice due cose.
Prima cosa: dietro il taglio degli alberi di Palermo ci sono interessi economici. In una città abbandonata in tutto e per tutto, tra strade dissestate, immondizia per le strade, sporcizia ovunque, periferie abbandonate, senza casa lasciati nelle strade e via continuando è singolare che qualcuno si premuri di andare a prendere due alberi.
Del resto, abbiamo già scoperto che degli alberi non si occupa direttamente il Comune di Palermo con i suoi ventimila dipendenti circa (tanti sono tra uffici comunali e società collegate), ma una società esterna al Comune che costa – l’ha ricordato Aldo Penna (QUI LA SUA INTERVISTA) – 700 mila euro all’anno.
Chissà se qualche consigliere comunale di Palermo riuscirà a scoprire cosa c’è dietro questa “mattanza” di alberi.
La seconda cosa che questa storia ci dice è che le polemiche per l’abbattimento del ficus del Foro Italico non hanno intaccato il ‘grande business’ degli alberi abbattuti a Palermo. Evidentemente, la certezza che non succederà nulla resiste.
Firenze è lontana (per la cronaca, per l’abbattimento degli alberi cittadini, a Firenze sette dipendenti comunali sono stati rinviati a giudizio, COME POTETE LEGGERE QUI).
Al Foro Italico – dove è stato abbattuto un ficus piantato negli anni ’60 del secolo passato – dopo le polemiche sollevate dai cittadini, il Comune si è precipitato a piantumare tre alberi di carrubo. La notizia è sicuramente importante.
Ma, oltre a una tardiva sensibilità del Comune, dimostra che i cittadini avevano ragione a polemizzare: non c’era bisogno di abbattere il ficus: sarebbe bastato recintare la zona.
Lanciamo un appello di cittadini palermitani: poiché la “mattanza” di alberi è ancora in corso segnalateci eventuali abbattimenti: scriveteci a inuovivespri@gmail.com
L’unica arma che abbiamo è lo sputtanamento di queste gente senza scrupoli. Perché qui non siamo a Firenze: siamo a Palermo…
Ah, dimenticavamo: i ‘lavori’ per la riapertura dell’angolo di verde in Piazza Principe di Camporeale sono ancora interrotti. Forse lì i ‘lavori’ erano quelli che sono andati in scena…
Qualcuno indagherà? O gli alberi, in quanto alberi, si possono ammazzare?