Con una dichiarazione piuttosto goffa il presidente dell’Ars prova a smentire di aver precluso a cittadini e giornalisti le dirette streaming. Dice che ammette le dirette solo per i lavori delle commissioni “in sede deliberante”. Peccato che la ‘trasparenza’ riguarda tutti i lavori delle commissioni legislative! L’ironia di Vincenzo Figuccia: “E’ un po’ confuso…”
Non è facile interpretare il pensiero-pensante di Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea regionale siciliana. E non aiutano certo i comunicati stampa che il suo ufficio dirama che, lungi dal fare chiarezza, aumentano solo la confusione. E’ il caso della ‘trasparenza’ dei lavori parlamentari.
A dare fuoco alle polveri sono stati qualche giorno fa i parlamentari del Movimento 5 Stelle:
“Arrampicandosi sui cavilli offerti da alcuni articoli del regolamento dell’Ars, letto, ovviamente, in maniera molto più che restrittiva – ha scritto qualche giorno fa la capogruppo M5S Valentina Zafarana – Miccichè ha di fatto stoppato la pratica delle dirette streaming sistematiche delle commissioni, anche di quelle, come quella Ambiente e Bilancio, che erano diventate una prassi nella scorsa legislatura. Come dire, anziché andare avanti si torna indietro. È vergognoso”.
La replica di Miccichè non si è fatta attendere:
“Siamo alle solite, cioè allo stravolgimento della verità – dice il presidente dell’Ars -: non corrisponde al vero quanto scritto da alcuni mezzi di informazione, secondo cui avrei comunicato alla Conferenza dei capigruppo la volontà di interrompere la trasmissione, via streaming e tv, delle sedute del Parlamento siciliano che, peraltro, sono pubbliche”.
I parlamentari del Movimento 5 Stelle parlano delle sedute delle commissioni legislative, mentre Miccichè fa riferimento alle sedute d’Aula: le due cose sono molto diverse. Il presidente del parlamento siciliano, prima di diramare comunicati, dovrebbe leggere con più attenzione le critiche che gli piovono addosso.
E infatti, nel comunicato, Miccichè insiste:
“Non ho alcuna intenzione di impedire la massima pubblicità degli atti dell’Aula. Tant’è che, sin dal mio insediamento, ho assunto l’impegno di creare una tribuna per consentire ai giornalisti di assistere direttamente ai lavori parlamentari”.
“Sulla ripresa in streaming delle commissioni legislative permanenti – e qui finalmente Miccichè entra ne tema – ho rilevato che i componenti delle stesse commissioni devono essere liberi di esprimere liberamente il proprio pensiero, senza alcun condizionamento”.
Anche in questo caso il presidente Miccichè non è molto felice nel modo di esprimersi. Che cosa significa che i deputati “devono essere liberi di esprimere liberamente il proprio pensiero, senza alcun condizionamento”? Che ai cittadini – e non soltanto ai giornalisti, perché le dirette streaming sono a disposizione di tutti i cittadini che vanno sulla rete – è meglio non far sapere che cosa combinano i parlamentari nelle commissioni legislative?
E, in effetti, Miccichè lo dice a chiare lettere che non vuole che cittadini e giornalisti assistano possano conoscere quello che succede nelle commissioni legislative:
“Nessuna contrarietà alla diretta streaming in commissione nel caso in cui a questa siano stati assegnati provvedimenti in sede deliberante. Cioè è la stessa commissione che approva la legge. In questo caso, la pubblicità della seduta mi sembra ovvia”.
Quindi il presidente Miccichè ‘concede’ a cittadini e giornalisti le dirette solo quando le commissioni legislative operano in “sede deliberante”, cioè mai!
Sulla vicenda del presunto stop del presidente dell’Assemblea alle dirette streaming, interviene Vincenzo Figuccia (nella foto sopra con Miccichè) coordinatore regionale di #CambiAmola Sicilia che dichiara:
“Ancora una volta mi sembra un po’ confuso. Che ci faccia capire le sue reali intenzioni sul mantenere o meno queste dirette. Il dato più raccapricciante è che il Parlamento non è riuscito ancora ad affrontare le questioni che dovrebbero essere calendarizzate. Pochi disegni di legge e sedute che durano il tempo di un caffè. Sì decida quale orientamento dare ai lavori dell’Assemblea. Micciché – aggiunge Figuccia – dica apertamente se vuole dare o meno trasparenza delle cose che accadono all’interno del ‘Palazzo’ rendendo fruibile la diretta streaming dei lavori in commissione o se intende aprire la porta a gravi processi di involuzione”.
P.s.
Forse il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè – che frequenta il ‘Palazzo da pochi anni – non sa che i giornalisti non hanno certo bisogno del suo permesso per assistere ai lavori del Parlamento siciliano.
Quanto alla sceneggiata sulle dirette, Miccichè abbia il coraggio di dire chiaramente che non vuole le dirette nelle commissioni legislative. Forse perché la maggioranza di centrodestra non vuole far conoscere – non soltanto ai giornalisti, ma a tutti i cittadini siciliani – quello che combinano i parlamentari di centrodestra durante i lavori nelle commissioni.
Sotto il profilo strettamente parlamentare, il richiamo alla “sede deliberante” è una furbata da quattro soldi!
AVVISO AI NOSTRI LETTORI
Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.-La redazione
Effettua una donazione con paypal