Evidentemente il presidente dell’Ars, il centrodestra del quale lo stesso Gianfranco Miccichè è espressione, i presidenti delle commissioni e le forze politiche che appoggeranno tale iniziativa hanno molto da nascondere ai cittadini siciliani. Hanno paura della verità e della democrazia
“Piacere, mi chiamo Gianfranco Miccichè, ho ricoperto la carica di presidente dell’Assemblea regionale siciliana dal 2006 al 2008. Sono tornato a ricoprire tale incarico e ho trovato una novità che non mi piace proprio: le dirette streaming delle commissioni legislative dell’Ars. Un’assurdità, considerato che noi del centrodestra siamo al Governo e che, proprio nelle commissioni legislative, noi dobbiamo organizzare le ‘pastette’ che i cittadini siciliani non debbono conoscere. Noi ci dobbiamo fare i cavoli nostri. Quindi basta con questa storia della democrazia diretta. Anche l’Assemblea regionale siciliana ha tanto da nascondere ai cittadini”.
Non è questo quello che ha scritto Gianfranco Miccichè, ma noi – conoscendolo un po’ – ci siamo permessi di interpretare il suo pensiero ‘democratico’ e alla sua idea di ‘trasparenza’ dei lavori parlamentari.
Abbiamo preso spunto da un comunicato diramato ieri dal gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars:
“No alle dirette streaming delle commissioni legislative dell’Ars. Con una lettera di tre paginette sottoscritta dal presidente dell’Ars, Miccichè, l’Ars fa inversione ad ‘U’ sulla strada della trasparenza di palazzo dei Normanni, tracciata nella scorsa legislatura grazie alle richieste del M5S”.
“Arrampicandosi sui cavilli offerti da alcuni articoli del regolamento dell’Ars, letto, ovviamente, in maniera molto più che ristrettiva – afferma la capogruppo M5S Valentina Zafarana – Miccichè ha di fatto stoppato la pratica delle dirette streaming sistematiche delle commissioni, anche di quelle, come quella Ambiente e Bilancio, che erano diventate una prassi nella scorsa legislatura. Come dire, anziché andare avanti si torna indietro. È vergognoso. È questa l’era Micciché. Di questo passo ci aspettiamo che venga anche soppressa la pubblicazione dei deputati assenti all’Ars, da noi ottenuta durante la presidenza Ardizzone (Giovanni Ardizzone, presidente dell’Ars nella passata legislatura ndr) quando anzi si deve procedere in direzione totalmente opposta: vanno pubblicate le assenze di tutti eliminando le presenze automatiche di alcune figure come i presidenti di commissione e dei questori che vengono dati come presenti d’ufficio”.
“Secondo quanto scritto da Miccichè – continua Zafarana – le dirette dovrebbero essere approvate di volta in volta dal presidente dell’Ars, dopo delibera della commissione per la quale viene avanzata la richiesta di diretta. Operazione pressoché impossibile e che, di fatto, lega le mani ai presidenti che finora non hanno avuto problemi a dare l’ok alle dirette. Pertanto chiederemo la modifica del regolamento per rendere le dirette streaming la regola e non l’eccezione”.
Evidentemente il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, i presidenti delle commissioni legislative del Parlamento siciliano e i gruppi parlamentari che avalleranno tale scelta avvertono l’esigenza di nascondere ai cittadini quello che dicono e fanno durante i lavori delle commissioni legislative.
Qualcuno potrebbe obiettare: ma i parlamentari che fanno parte delle commissioni legislative, dopo i lavori, potrebbero spifferare tutto ai giornalisti, no? Certo. Ma un conto è raccogliere le testimonianze di questo o quel deputato, altra e ben diversa cosa è vedere e ascoltare, in diretta – o anche nelle registrazioni – cosa succede durante i lavori delle commissioni legislative.
Sapete come si definisce, in lingua italiana, l’operato del presidente Gianfranco Miccichè? Negazione della democrazia e caduta di stile.
“Quasi ogni persona – amava ripetere Abraham Lincoln – può sopportare le avversità, ma se vuoi mettere alla prova il carattere di un uomo, dagli potere”.
Il problema è che a Gianfranco Miccichè il potere ha dato alla testa…