L’assessore regionale ai Beni culturali e non si capisce bene a quale “Identità siciliana”, Vittorio Sgarbi, si rimangia le dichiarazioni bellicose di qualche giorno fa e batte in ritirata. In pratica, si dimette. Non se la sente di rischiare “l’impallinamento” a Sala d’Ercole. Intanto il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, fa sapere di aver sognato l’approvazione di Bilancio e Finanziaria entro il 31 marzo. Il tempo vola, canta Antonello Venditti…
L’assessore regionale ai Beni culturali e, soprattutto, alla “Identità siciliana”, Vittorio Sgarbi, batte in ritirata. Con gli attuali chiari di luna, il critico d’arte, oggetto di una mozione di censura presentata a Sala d’Ercole dai venti parlamentari del Movimento 5 Stelle rischia di essere mandato a casa in malo modo. Meglio arrendersi senza combattere, per evitare una sconfitta in Aula (A fuitina è briogna ma, in questo caso, è sarvamento ì’ facci…).
Del resto, rischiare lo scontro in Assemblea regionale siciliana, con le ‘faide’ che in questi giorni vanno in scena nel centrodestra sarebbe un mezzo suicidio politico oltre che parlamentare.
I grillini, appresa la notizia, come si dice dalle nostre parti, c’abballanu ri ‘ncapu:
“Apprendiamo dalla stampa – scrivono in una nota i parlamentari dell’Ars del Movimento 5 Stelle – che Sgarbi andrebbe verso le dimissioni. Sarebbe l’unica cosa buona fatta dall’assessore durante il suo inutilissimo mandato”.
Così si esprime il capogruppo del M5S, Valentina Zafarana. Che aggiunge:
“Nessuno sentirà la sua mancanza”.
Alla fine – questo invece il commento dei malevoli – il presidente della Regione, Nello Musumeci, si sbarazza di un personaggio ingombrante, politicamente umbratile e ‘sicilianamente’ ormai improponibile, dopo che lo stesso Sgarbi ha detto peste e corna del Sud.
Con l’occasione si libera un bel posto in Giunta e, magari, chissà, i potrebbe essere spazio per i leghisti, sempre che, a Roma, Matteo Salvini non si accordi con i grillini di Luigi Di Maio: in questo caso i leghisti siciliani di Alessandro Pagano potranno dire addio al posto nel Governo siciliano.
Intanto la presidenza dell’Ars ha diramato un comunicato nel quale annuncia la volontà di approvare la manovra economica e finanziaria 2018 entro il 31 marzo.
“Approvare il Bilancio e il disegno di legge di Stabilità regionale entro il 31 marzo. È l’impegno della conferenza dei capigruppo riunitasi nel pomeriggio a Palazzo dei Normanni, alla presenza del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. Il governo regionale, rappresentato dall’assessore al Territorio e all’Ambiente, Toto Cordaro, si è impegnato a trasmettere i documenti finanziari (che la giunta dovrebbe approvare lunedì prossimo) entro mercoledì 21 marzo”.
“L’indomani, il 22 marzo – prosegue il comunicato – il presidente Miccichè assegnerà alle commissioni legislative di merito bilancio e Finanziaria, il cui iter dovrebbe essere completato entro 5 giorni. Il 26 marzo una conferenza dei capigruppo verificherà se ci sono le condizioni per approvare i documenti finanziari entro la fine del mese quando scade l’esercizio provvisorio. Una corsa contro il tempo, quella che si appresta ad affrontare l’Assemblea regionale siciliana, poiché Bilancio e Finanziaria arriveranno a Sala d’Ercole con ritardo rispetto alla tabella di marcia”.
“Il ritardo non è addebitabile al Parlamento – fa sapere il presidente Miccichè – ma non è neanche responsabilità del governo che ha dovuto attendere oltre misura i dati necessari per varare il Bilancio consolidato”.
Il calendario dei lavori parlamentari prevede, dunque, che martedì 20 marzo la commissione Bilancio approvi il Rendiconto e il Bilancio consolidato.
Giovedì 22, il Documento di Programmazione di Economia e Finanza regionale (DEFR) dovrebbe avere il via libera in commissione Bilancio, dopo la relazione della Sezione di controllo della Corte dei conti, presieduta da Maurizio Graffeo, per arrivare in Aula il 27 marzo. In questo stesso giorno dovrebbero essere già state depositate le dimissioni di Vittorio Sgarbi dalla carica di assessore regionale ai Beni culturali, essendo stato eletto alla Camera che si insedierà il 23 marzo”.
“Se non ci saranno intoppi – leggiamo ancora nel comunicato della presidenza del Parlamento siciliano – entro il 31 marzo l’Ars potrebbe varare sia il Bilancio che il disegno di legge di Stabilità. Tutto dipenderà dallo stato dei lavori che avrà compiuto la commissione Bilancio, presieduta da Riccardo Savona, che invita il governo a presentare una Finanziaria più snella possibile con qualche riforma per lo sviluppo della Sicilia”.
In questo comunicato il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ricorda un personaggio di un celebre romanzo di François-Marie Arouet in arte Voltaire: Pangloss.
Se nel Candido di Voltaire Pangloss pensa di vivere nel migliore dei mondi possibili, Miccichè pensa l’attuale Assemblea regionale sia la migliore possibile, altrimenti non sarebbe spiegato il suo ottimismo, dal momento che un ‘pezzo’ di centrodestra, in Aula, non sembra pronto a seguire le indicazioni del Governo.
A meno che, sottobanco, il Governo e Miccichè non abbiano già la ‘sponda’ del PD: in questo caso, con gli 11 parlamentari del Partito Democratico d’accordo con l’esecutivo e con la presidenza dell’Ars, Bilancio e Finanziaria 2018 dovrebbero passare dall’Aula ‘come treni al alta velocità’, per essere approvati entro il 31 marzo. Sarà così?
I grillini sono un po’ meno ottimisti di Miccichè:
“La Finanziaria entro marzo? Libro dei sogni. Il Governo, finora paralizzato, adesso pretende di volare, bruciando le tappe e facendo correre il rischio alla Sicilia di vedere approvate norme più raffazzonate del solito, ovviamente sempre sulla pelle dei siciliani”.