Il sindacato dei docenti della scuola contesta le sanzioni previste per chi non ha presentato i certificati vaccinali: “Ci sono delle zone della Penisola dove nemmeno dl 30% dei bambini fino a sei anni è iscritto agli asili nido e alle scuole dell’infanzia, per la cui frequenza è ora obbligatorio avere fatto le vaccinazioni obbligatorie. E degli altri chi si preoccupa? Si è voluto imporre una regola che tutela una minoranza dimenticando che lo Stato ha sforato le proprie competenze: perché il diritto a frequentare la scuola è previsto dalla Costituzione”. AGGIORNAMENTO: IN SICILIA PROROGA FINO AL 31 MARZO PER METTERSI IN REGOLA
E’ scaduto il 10 Marzo il termine per la presentazione dei certificati vaccinali necessari per evitare l’esclusione da nidi e materne, ma non tutti gli alunni sono in regola: potrebbero essere 30mila i bambini sotto i sei anni con la documentazione non a posto per le vaccinazioni. A porre il tema è il sindacato Anief che si chiede cosa accadrà: “Al momento, non è possibile prevederlo. Ogni Regione si comporterà in modo diverso, anche se è probabile che quelle più vicine all’assurdo decreto Lorenzin della scorsa estate, possano decidere di non fare accettare gli allievi in classe”.
La scadenza è fissata dalla legge ed è stata ribadita dall’ultima circolare Miur-Ministero della Salute dello scorso 27 febbraio scorso: nel caso non si sia adempiuto è vietato l’accesso per asili nido e scuola infanzia (0-6 anni) sino a quando il minore non sarà vaccinato o non avrà regolarizzato la propria posizione vaccinale. Per i ragazzi della scuola dell’obbligo (7-16 anni) scatta la procedura che può portare ad una sanzione pecuniaria da 100 a 500 euro.
Il sindacato Anief, che ha preso posizione sin dal primo giorno dell’approvazione della legge, ritiene che non ci possa essere una sanzione se non vi è un obbligo proprio nella scuola dell’obbligo mentre è stupido imporre la vaccinazione a un bambino su quattro che frequenta il percorso 0 – 6 anni. Secondo il suo presidente nazionale Marcello Pacifico, “questa irragionevole norma non può ottenere l’obiettivo prefissato, perché ci sono delle zone della Penisola dove nemmeno dl 30% dei bambini fino a sei anni è iscritto agli asili nido e alle scuole dell’infanzia, per la cui frequenza è ora obbligatorio avere fatto le vaccinazioni obbligatorie. E degli altri chi si preoccupa?”.
“Si è voluto imporre una regola che tutela una minoranza – continua il sindacalista – dimenticando che lo Stato ha sforato le proprie competenze: perché il diritto a frequentare la scuola è previsto dalla Costituzione, lo Stato ha approvato una norma senza il benché minimo raccordo con gli istituti scolastici. Infine, nella scuola dell’obbligo, sempre in base alla nuova legge, decade la vaccinazione obbligatoria, sostituita dall’ennesimo ‘balzello’, visto che si sanzionano pure le famiglie con figli dai 6 ai 16 anni che non hanno rispettato l’obbligo di vaccinarsi. Quale sia la logica di tutto questo non è ancora stato chiarito”, conclude Pacifico.
Pertanto, Anief è pronta ad offrire patrocinio legale per tutelare il diritto all’istruzione contro una legge irragionevole. Coloro che intendono opporsi a queste norme possono scrivere al sindacato attraverso la seguente e-mail vaccini@anief.net
AGGIORNAMENTO
“Vaccini prorogati fino al 31 marzo in Sicilia. E’ il termine ultimo per presentare alle scuole la documentazione. E’ stato deciso dalla Regione che ha spostato il termine ultimo dal 10 marzo, deciso dal Ministero, alla fine del mese. “Abbiamo chiesto e stiamo chiedendo ai dirigenti scolastici – sottolinea l’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Roberto Lagalla, in un’intervista alla Tgr Sicilia – di remorare, rispetto a provvedimenti diretti sanzionatori, da qui alla fine del mese, di modo che l’analisi dei dati possa ragionevolmente consentire delle azioni mirate e modulate sulla effettiva portata del fenomeno”. “A noi – aggiunge – non interessa essere duri, interessa mettere in sicurezza diffusa tutta la coorte vaccinale”. (ITALPRESS)
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