Aldo Penna: “Palermo ha un bio-trituratore, perché affidare ad esterni lo smaltimento dei rifiuti verdi?”

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Intervista al neo-parlamentare nazionale del Movimento 5 Stelle eletto a Palermo, in convalescenza dopo una ‘botta’ poco prima del voto. Con Aldo Penna, che da anni si occupa della tutela del verde cittadino commentiamo i mille alberi abbattuti in città. E viene fuori un’altra storia: quella del bio-trituratore…

Allora come va?

Al telefono Aldo Penna, parlamentare nazionale neo-eletto del Movimento 5 Stelle in Sicilia, è ancora un po’ provato. Pochi giorni prima del voto un improvviso malanno l’ha messo ko. Un po’ di paura, ma poi, piano piano, tutto si va normalizzando. Ne avrà ancora per un po’, la convalescenza ha i suoi tempi.

Ma Aldo Penna, impegnato nel sociale da una vita, animatore, insieme con la sua famiglia, del ristorante Il Mirto e la Rosa, non ha certo perso la voglia di combattere.

Da almeno un quindicennio, a Palermo, si occupa recupero degli spazi verdi della città, cerca di spronare la pubblica amministrazione a mantenere pulita Palermo, possibilmente potenziando la raccolta differenziata dei rifiuti. Molto attivi, insomma, nel civismo.

Non è un caso se, negli anni passati, ha incontrato il Movimento 5 Stelle, che trae forza proprio dal rapporto con le persone, cercando di risolvere i problemi della gente. Tutto il contrario, insomma, della sinistra da salotto che amministra Palermo. E diverso, anche, dal centrodestra cittadino che oscilla tra il denaro facile e l’abbraccio, non sempre ‘gratuito’, con i quartieri popolari, magari al momento del voto…

Allora Aldo Penna, un bella vittoria elettorale: un bel ‘cappotto’ alla siciliana…

“Sì, sono molto orgoglioso della vittoria del Movimento 5 Stelle. E’ la vittoria di chi si è speso nell’interesse della collettività. Oggi questo sentimento, in politica, fa la differenza. L’elezione, per me, è un premio a una lunga carriera politica. Una militanza fatta senza mai andare a caccia di trofei”.

Lei, a Palermo, ha lavorato molto per la tutela dell’ambiente di Palermo.

“Questo è vero. Quando sono stato scelto come candidato esterno al Movimento hanno pensato non alla mia persona, ma al mio presente e al mio passato. Penso alle battaglie che abbiamo condotto per il Parco cittadino intitolato a Ninni Cassarà. O contro l’abbandono del Foro Italico”.

A proposito del Foro Italiano: ha saputo l’ultima? Il Comune ha abbattuto il ficus…

“Ho letto”.

Cosa ne pensa?

“E che devo pensare? Che, al solito, gli uffici del Comune di Palermo che si occupano di ville e giardini, invece di privilegiare la manutenzione degli alberi, hanno optato per un taglio drastico. Purtroppo non è una novità. Sono più di mille gli alberi della città tagliati in questi ultimi anni. Una follia”.

Una follia ben remunerata: a quanto pare, dietro questa storia, c’è una società privata…

“Questo era noto: è una ditta che si occupa dello smaltimento di questi rifiuti: tronchi e rami di alberi e foglie”.

Non è strano che il Comune di Palermo, che ha a disposizione società comunali piene zeppe di personale, faccia ricorso a una ditta esterna per questo servizio?

“Se è per questo c’è un fatto ancora più grave”.

Cioè?

“Il Comune di Palermo ha anche acquistato un bio-trituratore”.

Il macchinario per triturare il legno e le foglie?

“Esatto”.

E dove si trova ‘sto bio-trituratore?

“Presso la sede di Casa natura, nel Parco della Favorita”.

Quindi non ci sarebbe bisogno di pagare 100 mila euro all’anno per smaltire tronchi, rami e foglie?

“Intanto non sono 100 mila euro all’anno, ma circa 700 mila euro all’anno. Con il bio-triturtore si produce un materiale suscettibile di varie utilizzazioni. Ricordo che l’ex assessore comunale, Giuseppe Barbera, era molto contento di questo bio-trituratore. Ogni tanto il Comune pulisce la Favorita. L’ultima, grande sistemazione del parco della Favorita ha consentito di produrre una grande quantità di sostanza utilizzata per la pacciamatura”.

Anche se, in realtà, i residui triturati potrebbero restare per arricchire il terreno: in agronomia questa tecnica si chiama sovescio. 

“Infatti”.

Invece a Palermo, pur in presenza di in bio-trituratore, che succede?

“Succede che questi residui vegetali finiscono a Marsala”.

A Marsala o a Messina?

“Se non ricordo male a Marsala per il compostaggio”.

Ma nella discarica di Bellolampo non c’è il centro di compostaggio?

“C’è. Ci sono, se non ricordo male, quattordici celle per il compostaggio. Ma da quello che mi dicono vengono utilizzate per il cosiddetto indifferenziato”.

Così il Comune paga per il compostaggio pur avendo il centro di compostaggio?

“Tutta questa storia è strana. Non ho certezze. Ci sarebbe da chiedere al Comune, tanto per fare un esempio, se la squadra di addetti al taglio degli alberi viene premiata per questo tipo di lavoro”.

Premiata?

“Certo, un premio di produttività. L’eventuale presenza di un premio di produttività direttamente proporzionale al taglio degli alberi spiegherebbe tante cose”.

A chi dovremmo chiedere sull’eventuale presenza di questo bizzarro premio? 

“All’assessore comunale Sergio Marino”.

Non è che c’è qualcuno che guadagna con il legname? Nadia Spallitta sostiene, infatti, che il Comune di Palermo, vendendo il legno, avrebbe potuto guadagnare (QUI L’INTERVENTI DI NADIA SPALLITTA).

“Non ha torto. Del resto, almeno da quello che mi risulta, alla ditta che si occupa dello smaltimento dei residui verdi hanno solo chiesto di smaltirli”.

Questa storia non è scandalosa?

“Certo che è scandalosa! Ricordo che con il bio-trituratore non ci sarebbe bisogno di ricorrere a ditte esterne all’amministrazione”.

Avete mai fatto il conto di quanti alberi sono stati abbattuti in città? Noi ne ricordiamo un migliaio in occasione dei disgraziati lavori per i quindici km di Tram. Ma a quanto pare sono andati avanti. E continuano ad abbattere…

“Dovrebbe esserci il cosiddetto ‘Bilancio arboreo’. E’ un obbligo del Comune. E rapporto tra alberi tagliati e alberi piantati”.

A Palermo esiste questo documento?

“Che io sappia sarebbe stato ricopiato dal Comune di Torino. In questo documento ci dovrebbero essere le cifre precise”.

E ci sono?

“Che io sappia sì. Però non sono precise”.

Chi scrive è dell’opinione che è giunto il momento di mandare a casa l’attuale amministrazione comunale. Tasse e imposte a ruota libera, ZTL, disastri nella gestione dei rifiuti e, adesso, anche l’emergenza idrica…

“Non c’è bisogno di andarli a casa: l’amministrazione comunale di Leoluca Orlando sta facendo le valigie da sola. Prendiamo il caso dell’emergenza idrica. Siete stati proprio voi a sottolineare tutte le contraddizioni e le magagne del Comune di Palermo in materia di gestione idrica, dai 350 litri al secondo dell’acqua di Scillato che finisce in mare agli impianti mai utilizzati. Per non parlare dell’acqua depurata che finisce sempre in mare. Davanti a tanto disastro hanno pure il coraggio di parlare di un mega dissalatore…”.

Un dissalatore a Palermo?

“Sì, un grande dissalatore in grado di dissalare mille litri di acqua al secondo . Impianto che dovrebbe essere realizzato dalla Regione siciliana e gestito dall’AMAP”.

E lei che ne pensa di questo maga dissalatore?

“Una scempiaggine. I dissalatori si realizzano nelle aree desertiche. In Sicilia, nelle ultime settimane, le piogge hanno regalato al nostro territorio milioni e milioni di metri cubi di acqua. A Palermo manca l’organizzazione, non l’acqua”.

Lei si è anche occupato dell’acqua. 

“Diciamo che abbiamo elaborato una proposta che si articola in tre punti. In primo luogo andrebbe realizzato un potabilizzatore per utilizzare l’acqua di Presidiana, che oggi è salmastra. Ciò consentirebbe di recuperare circa 400 litri di acqua al secondo”.

In seconda battuta?

“Recuperare i 350 litri di acqua al secondo di Scillato che oggi finiscono in mare. E poiché l’acqua di Scillato è di ottima qualità, andrebbero realizzate almeno dieci fontane nel Centro storico della città: acqua da offrire gratuitamente ai cittadini e ai turisti. Palermo ha un fabbisogno idrico di 2 mila e 800 litri di acqua al secondo. Recuperare 750 litri di acqua al secondo che oggi finiscono in mare non è una cosa da poco”.

E in terza battuta?

“Rifare la rete di distribuzione di Palermo sud. Insomma, fare gli interessi dei cittadini: che è, poi, la linea politica del Movimento 5 Stelle”.

Parliamo del momento politico. A Roma la situazione è un po’ ingarbugliata. Da Palermo, in convalescenza, cosa vede?

“Anche in questo caso, vedo le solite scene”.

Ovvero?

“Il vecchio sistema politico e le corporazioni che detengono ultra-decennali rendite di posizione guardano con paura a un eventuale Governo del Movimento 5 Stelle. Siamo considerati eversivi perché vogliano spezzare i monopoli per fare vivere meglio i cittadini. E di questo non se ne deve nemmeno parlare”.

Foto tratta da ilgazzettinodisicilia.it

 

 

 

 

 

 

 

 

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