Formalmente hanno ragione Francesco Cascio e Francesco Scoma: i tetti alle retribuzioni dei dipendenti dell’Assemblea regionale siciliana sono stati ripristinati. Ciò che probabilmente Cascio e Scoma non sanno è che sono previsti ‘fuori busta’ che faranno lievitare le retribuzioni di tutti i dipendenti dell’Ars (soprattutto degli ‘apicali’). Sostanzialmente ha ragione Di Maio
I tetti delle retribuzioni dei dipendenti dell’Assemblea regionale siciliana tengono ancora banco. Se ne parla in questo finale di campagna elettorale. A tenere in ‘caldo’ la questione sono i grillini e, in particolare, il candidato premier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio. E’ stato proprio lui a ricordare che i tetti, all’Ars, non sono stati ripristinati.
Di fatto, è un attacco al presidente del Parlamento siciliano, Gianfranco Miccichè, che è anche coordinatore di Forza Italia in Sicilia, accusato anche di essere una sorta di ‘puparo’ del Governo regionale (in realtà, più che un’accusa è una constatazione oggettiva…).
La tesi dei grillini sui tetti dell’Ars non va a genio a Francesco Scoma, candidato di Forza Italia in queste elezioni, che attacca a testa bassa Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, definendoli “i novelli Mimì e Cocò”, che “devono per forza parlare di Berlusconi e di Miccichè. E’ proprio un vizio – aggiunge – visto che la Casaleggio e Associati non ha altri argomenti ed è costretta a passare queste veline ai due anche per distogliere l’attenzione degli elettori dai troppi casi di rimborsopoli, massonerie” e fatti giudiziari “che sono calati nelle teste degli stellati, ultimi quelli del sindaco Cinque di Bagheria e della senatrice catanese Bertorotta”.
A quanto si capisce, l’accusa che più brucia a Forza Italia in Sicilia, a qualche giorno dal voto, è quella formulata dai grillini a carico del presidente dell’Ars, il già citato Miccichè: non aver ripristinato i ‘tetti’ ai dipendenti del Parlamento siciliano.
“Lo informiamo – dice Scoma rivolto a Di Maio – visto che la sua ‘velina’ non era stata aggiornata dagli uffici milanesi, che i tetti agli stipendi sono stati ripristinati, senza aumenti tabellari, dopo una contrattazione sindacale e in assenza di alcuna norma che lo imponesse. La verità è che il ‘gaffeur’ per antonomasia, se solo avesse un decimo dell’acume politico, dell’esperienza amministrativa e di governo che ha Miccichè, potrebbe definirsi un uomo normale, invece visto che non può arrivare all’uva, la volpe Di Maio, dice che è acerba”.
Sulla vicenda dei tetti delle retribuzioni interviene anche Francesco Cascio, anche lui candidato di Forza Italia:
“Di Maio fuori tempo massimo – dice Cascio -. Qualcuno avrebbe dovuto informare Di Maio che i tetti agli stipendi dei dipendenti dell’Ars sono già stati ripristinati. Quello di ieri sera, quindi, non è che l’ennesimo tentativo di fare spicciola demagogia prendendo in giro gli elettori siciliani”.
A questo punto interveniamo noi per sottolineare che Scoma e Cascio hanno ragione nella forma, ma hanno torto nella sostanza.
Infatti, se è vero che i tetti sono stari ripristinati, è anche vero che sono previsti alcuni ‘fuori busta’ che faranno lievitare le retribuzioni di tutti i dipendenti del Parlamento siciliano: una ‘lievitazione’ – mettiamola così – delle retribuzioni che sarà direttamente proporzionale all’importanza del ruolo ricoperto.
Per dirla in breve, gli ‘apicali’ si beccheranno, in proporzione, gli aumenti più sostanziosi.
Scoma e Cascio non hanno capito come funziona il ‘giochetto’ messo in campo non dal presidente Miccichè, che l’ha solo avallato, ma dagli uffici? La cosa ci sembra un po’ strana, visto che, per anni, sono stati parlamentari regionali (Cascio anche presidente dell’Ars).
Però on è corretto mettere limiti alla non conoscenza dei fatti: magari non lo sanno per davvero…
Foto tratta da blogsicilia.it