Secondo il parlamentare dell’UDC, i tetti approvati dal Consiglio di presidenza dell’Ars sarebbero una presa in giro: invece di risparmiare, con una serie di artifici, l’Ars spenderebbe di più. Un attacco al presidente del Parlamento siciliano, Gianfranco Miccichè, e a quella parte del Consiglio di presidenza che ha approvato i tetti
“Si misi l’acqua rintra”, si usa dire in Sicilia quando si ha a che fare con qualcuno che ci combina guai. E’ sembra proprio il caso del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, che con il parlamentare Vincenzo Figuccia messo di traverso sulla vicenda dei tetti degli alti burocrati del Parlamento siciliano “si misi l’acqua rintra e ‘u rubinettu ‘i fora…”.
E’ di qualche giorno fa l’accordo sulle retribuzioni dei dipendenti dell’Assemblea regionale che, in effetti, il presidente Miccichè e una parte del Consiglio di presidenza di Palazzo Reale (una sorta di ‘consiglio di amministrazione del Parlamento dell’Isola del quale fanno parte il presidente dell’Ars, i due vice presidenti, i deputati questori e i deputati segretari), hanno provato ad accreditare come un’intesa all’insegna del risparmio.
Figuccia, invece, non la pensa così. E va giù duro:
“I tetti d’oro appena approvati al Consiglio di presidenza dell’Ars – dice – sono una farsa in quanto con una serie di artifizi permettono spese pazze. Indennità di funzione, indennità aggiuntive, reperibilità, straordinari e ferie consentono infatti ai superburocrati di arrivare addirittura a 300 mila euro di stipendio. Si è cambiato tutto per non cambiare niente”.
“Si è creata l’illusione di gettare fuori dalla porta dell’Assemblea certe spese inammissibili – aggiunge Figuccia – per poi vederle rientrare dalla finestra. La solita commedia all’italiana che continua a massacrare quei siciliani fiduciosi vittime di un’agenda politica scarabocchiata da iniquità e cose di poco conto che non vanno certo nella direzione dell’interesse della collettività. Continuerò la mia battaglia – conclude il deputato dell’Udc – contro questo sistema che permette simili scempi e che allontana i cittadini dalla politica e dalla fiducia nelle istituzioni”.
La ‘stoccata’ è durissima, ed è destinata ad alimentare polemiche. Perché su tale questione sono intervenuti in tanti: a cominciare da un sacerdote molto conosciuto a Palermo perché da sempre accanto agli ultimi: Padre Cosimo Scordato.
La polemica, dopo toni accesi, era sembrata affievolirsi. Con l’accordo sembrava tutto risolto. Invece Figuccia torna sull’argomento. E, addirittura, cita cifre forse un po’ eccessive.
Va anche ricordato che la polemica sui tetti retributivi ha investito solo l’Assemblea regionale siciliana. Non si parla, invece – o se ne parla poco – dei tetti che sono stati eliminati per i dipendenti della camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
Questo è avvenuto con i presidenti delle due Camere – Laura Boldrini a Montecitorio e Piero Grasso a Palazzo Madama – entrambi di sinistra.
Stranamente nessuno ha polemizzato su Camera e Senato. Mentre si continua a polemizzare sul tetti dei dipendenti dell’Ars.
Foto tratta da lasicilia.it
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