ANAS, Ferrovie e ENI: dalla Sicilia hanno preso tanto e hanno dato pochissimo

21 febbraio 2018

Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, rispetto ai ‘giochi’ romani, non può continuare a fare il pesce dentro il barile. Giuste le sue proteste sui ritardi nell’autostrada Palermo-Catania. Ma deve fare chiarezza, non cedendo all’ANAS. E, soprattutto, ponendo la questione politica con i signori dell’ENI che in Sicilia hanno fatto sempre il bello e il cattivo tempo

In questi giorni assistiamo alle solite scene da parte di gruppi nazionali che penalizzano la Sicilia. Sono ANAS e ENI che, ognuno per la propria parte, continua a umiliare la nostra Isola.

L’ANAS – che da sempre gestisce l’autostrada-colabrodo Palermo-Catania (negli ultimi vent’anni è stata sempre ‘mmaccata’) – con grandissimo ritardo ha iniziato a i lavori sul viadotto Imera, franato il 10 aprile del 2015. Ha aperto i cantieri qualche giorno fa, guarda caso a ridosso del voto per le elezioni politiche nazionali.

Il dubbio è che a spingere sia stato l’attuale Governo nazionale a guida PD, che è la forza politica responsabile di questo incredibile ritardo. Un tentativo, goffo, di far sapere ai siciliani che ANAS e PD non hanno ‘dimenticato’ la Sicilia.

Ma chi, nella nostra Isola, che può credere al Governo romano a trazione PD e all’ANAS?

Persino il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci – pensate un po’, l’uomo che, da quando si è seduto a Palazzo d’Orleans, si è adeguato ai dettami romani – a un certo punto si è accorto che, sull’autostrada Palermo-Catania, ci sono undici cantieri aperti!

Ma la disattenzione dell’ANAS verso la Sicilia non riguarda solo la A19 (cioè la già citata autostrada Palermo-Catania).

E’ tutta la gestione ANAS che, in Sicilia, funziona male. Per questo c’è da rabbrividire quando si parla di una possibile cessione del CAS – il Consorzio Autostradale della Sicilia (che gestisce l’autostrada Palermo-Messina, la Messina-Catania e la Siracusa-Gela in fase di completamento) – all’ANAS!

Se ne è parlato nella passata legislatura. E, tutto sommato, il Governo di Rosario Crocetta e la vecchia Assemblea regionale hanno impedito questa cessione (il CAS fa capo alla Regione siciliana, che una sorta di ‘socio di maggioranza’, dalle ex Province di Catania, Messina, Siracusa e Ragusa, dalle Camere di Commercio di Catania, Messina e Siracusa e da alcuni Comuni interessati dalle tre autostrade).

Il CAS – tranne per un brevissimo periodo – è stato amministrato male. Ma questo non significa che i siciliani debbano passare dalla padella del CAS alla brace dell’ANAS.

Ricordiamoci che l’ANAS, dalla Sicilia, ha sempre preso molto e ha dato pochissimo. I ‘giochi’ che sono nell’aria potrebbero finire molto male per i siciliani.

L’obiettivo potrebbe essere quello, tanto per cambiare, di far pagare tutto ai cittadini siciliani (i lavori di manutenzione e i pedaggi in tutte le autostrade e magari anche i pedaggi sulle strade a scorrimento veloce).

Insomma: quando ci sarebbe da pagare, pagherebbero i siciliani; quando ci sarebbe da incassare con i pedaggi, incasserebbe l’ANAS, anzi, le Ferrovie, visto che il progetto romano è quello di ‘infilare’ l’ANAS dentro le Ferrovie per creare un unico gruppo.

Così le Ferrovie – che hanno sempre considerato la Sicilia come l’ultima delle colonie (lo sfascio delle ferrovie nel Sud in generale e in Sicilia in particolare è noto a tutti) – si prenderebbero autostrade, strade a scorrimento veloce.

Non va meglio con l’ENI. Stamattina abbiamo segnalato come l’ENI paghi alla Sicilia appena 300 mila euro di royalty (QUI L’ARTICOLO)

Qualcuno ora ci ricorderà che l’ENI si è impegnato alla bonifica di Gela con un investimento di oltre 30 milioni di euro.

In Sicilia, da decenni, si parla di somme gigantesche per bonificare aree industriali che non sono mai state bonificate.

Emblematica la ‘bonifica’ di Augusta che è rimasta sulla carta.

Il Governo regionale – nella persona del suo presidente Musumeci – dovrebbe iniziare ad affrontare questi temi. Sappiamo tutti che i disastri li ha lasciati il precedente Governo.

Ma Musumeci non deve intervenire, con atti amministrativi, là dove le leggi o gli accordi che ha ereditato non glielo consentono.

Il presidente della Regione deve porre a Roma questioni politiche. Cosa che, fino ad oggi, non ha fatto sull’IVA e, in generale, sulla riscrittura truffaldina delle norme di attuazione dell’articolo 36 dello Statuto.

All’ENI deve fare ‘cacciare’ i soldi delle royalty, che non possono essere sostituiti dall’accordo su Gela (tutto da vedere tale impegno).

All’ANAS non deve cedere nulla: semmai è l’ANAS che deve cedere al CAS le strade e le autostrade che, fino ad oggi, ha gestito male.

Inutile parlare di Ferrovie in Sicilia. Del resto, complice la classe politica siciliana degli anni ’80 e dei primi anni ’90, tante tratte – panoramiche e bellissime – sono state chiuse per fare gli interessi del trasporto gommato.

Le Ferrovie, poi, hanno aggiunto del proprio.

 

 

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