Berlusconi e i suoi sodali siciliani – e tra questi c’è l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone – invece di occuparsi della realtà, propinano ai siciliani i sogni. Così l’assessore Falcone, invece di sistemare le strade e le autostrade della Sicilia, promette un’opera che Berlusconi ha già promesso diciassette anni fa. Impegni non mantenuti riproposti. Che squallore, sottoculturale prima che politico!
Ricordate le elezioni politiche del 2001, quando Berlusconi firmò da Bruno Vespa il “contratto con gl’italiani”? In quel contratto c’era anche il Ponte sullo Stretto di Messina. Come finì lo sapete: in una farsa: progetti e chiacchiere in Sicilia e in Calabria e lauti risarcimenti alle imprese del Nord Italia per il ‘disturbo’ (leggere risarcimento) dopo che il progetto venne accantonato. Diciassette anni dopo Berlusconi ci riprova. Del resto: ha preso in giro una volta siciliani e calabresi, perché non ci dovrebbe riprovare?
Ci sono tanti modi di ‘comprare’ il voto con il clientelismo: la presa in giro con i sogni fa parte del sogno italiano di Berlusconi: gli ingenui pronti ad ‘abboccare’, nel Sud Italia, si trovano sempre.
Questa volta non parla Berlusconi: lo fa un esponente di Forza Italia in Sicilia considerato “l’intellettuale” degli azzurri dell’Isola: sguardo assorto, afflitto da mille pensieri pensanti, occhiali da libri ‘difficili’, cravatta sempre a tono con la giacca (come piace a Berlusconi), occhi che quasi quasi si perdono nel cielo stellato para-kantiano, Marco Falcone, assessore regionale alle Infrastrutture siciliane (che cadono a pezzi: ma questo è un altro discorso), ha rilasciato una dichiarazione che passerà alla storia, alla geografia, alla scienza, dalle salumerie e, forse, anche dalle parafarmacie:
“Entro il 2023, alla fine dell’attuale legislatura, il Governo regionale si propone di porre la prima pietra del ponte di Messina. La Giunta di Governo ha già parlato con le società di traghettamento e gli amministratori di Ferrovie e ANAS e nessuno si è opposto, così come è prevedibile non si opporrà il successore del Ministro Delrio nel nuovo Governo”.
A parte la “Giunta di Governo” (ma la “Giunta” non è già il “Governo”?), ci chiediamo e chiediamo: assessore Falcone: ma un po’ di dignità politica preventiva no? Lei pensa veramente che i siciliani e i calabresi la prenderanno sul serio?
Per carità, conoscendola, noi non le chiediamo di esagerare con la dignità politica: lei è pur sempre l’esponente di Forza Italia che, nella passata legislatura, avallava i mutui del Governo regionale di Rosario Crocetta: no, non pensiamo minimamente di chiederle l’impossibile: “Ognuno vede quel che tu pari, pochi sentono quel che tu sei”, ricorda Niccolò Machiavelli…
Ma onorevole assessore: almeno un minimo di dignità politica, quel tanto basta per evitare di essere sommerso dalle pernacchie.
Che cosa? Ha rilasciato la dichiarazione nel giorno della Festa di Sant’Agata a Catania e quindi, da dove si trova, non sente le pernacchie? Contento lei…
Intanto i grillini la bastonano:
“Il Governo degli annunci elettorali di Musumeci è di nuovo all’opera. A colpire, riproponendo il Ponte sullo Stretto di Messina, mentre nell’Isola muoversi in auto e con mezzi efficienti è un’odissea, è stavolta l’assessore Falcone, che a un mese dal voto annuncia che nel 2023 sarà posta addirittura la prima pietra”.
Eh sì, il vicepresidente dell’Ars, Giancarlo Cancelleri, e il deputato regionale del M5S Giampiero Trizzino picchiano duro:
“Non sono ancora riusciti a mettere in sicurezza l’autostrada che da Messina conduce a Catania, né avviato la costruzione del ponte all’altezza di Scillato sulla A19 – aggiungono i due deputati grillini – la rete stradale e autostradale in Sicilia è in condizioni pessime, i Liberi consorzi commissariati non si occupano della manutenzione delle strade provinciali perché non hanno soldi, andare da Nicosia a Troina è un avventura del terzo millennio e loro cosa propongono? Pensano a fare il Ponte sullo Stretto per collegare il nulla della viabilità siciliana con il nulla della viabilità del Meridione. E’ semplicemente anacronistico, imbarazzante e improponibile”.
“I siciliani – concludono – hanno bisogno di strade, ferrovie non di buffonate, spot e slogan da campagna elettorale”.
Una domanda ai due parlamentari grillini dell’Ars: non pensano, con le loro parole, di offendere i buffoni?