Il ‘Grande imprenditore’ del made in Italy, Oscar Farinetti, paga gli operai rumeni (impiegati a Milano) tra 3 e 4 euro l’ora. Attirandosi l’ironia del filosofo e commentatore Diego Fusaro: “Tutti insieme, al ritmo incalzante e glamour del politicamente corretto!”. Ma chi fa le pulci al ‘patrono di Eataly è ‘Il Giornale’ che…
Oscar Farinetti: scrive su di lui il filosofo e commentatore, Diego Fusaro, nella sua rubrica Lampi del pensiero su Affari Italiani:
“Il made in Italy di Farinetti: operai romeni a tre euro l’ora”. Che maraviglia questa libera circolazione! E quanti benefici essa cagiona al ceto dei lavoratori! Orsù, celebriamo la virtù della mondializzazione! Tutti insieme, al ritmo incalzante e glamour del politicamente corretto!”.
Il tema è la nuova ‘creazione’ di Farinetti, il ‘patron’ di Eataly, che noi siciliani conosciamo bene per le sue strampalate dichiarazioni sul grano duro (IN CALCE LE SUE DICHIARAZIONI): si tratta della trasformazione di un ex teatro di Milano in Polo del gusto.
Su tale iniziativa Il Giornale.it da a Farinetti il pelo e contropelo:
“«Viene il nervoso a sentirlo professare l’eccellenza italiana e la cura del dettaglio.. protesta senza mezzi termini Fabio Del Carro, segretario generale della Filca Cisl di Milano. Ha seguito dall’inizio la trasformazione dell’ex teatro in Polo del gusto. E puntualizza che a occuparsi della ristrutturazione non è stata un’impresa edile locale (benché il patron di Eataly professi un’«adorazione per i lombardi» e abbia persino fatto pace con il governatore leghista Roberto Maroni), ma la Cobetra Power di Suceatra, in Romania. Capitale sociale dichiarato: 500 ron, che equivalgono a circa 110,2 euro. Anche Farinetti ha raccolto l’occasione, sempre più diffusa tra le grandi aziende italiane, dei «distacchi». Si fa ricorso con i subappalti a imprese bulgare, romene, polacche che hanno filiali sul territorio. Per la legge, i contributi non vengono versati in Italia, ma nel Paese d’origine. «Ma vengono versati?» è il grande punto interrogativo del sindacato, che sul caso Eataly ha interessato gli ispettori della Cassa Edile. Ma «a Milano sono una cinquantina, riescono a malapena verificare i contratti che hanno inizio e fine sul territorio figuriamoci avviare controlli in Romania»”.
E ancora:
“Dei 25 lavoratori edili che fanno capo a Cobetra e si sono occupati di demolire e ricostruire l’interno dell’ex teatro, come si legge sui contratti trasmessi alla Cassa edile, 23 sono «operai non specializzati in costruzioni», uno solo è esperto in restauri. C’è poi un addetto che nel 2012 ha firmato la «promozione» da amministratore della società a «operaio non specializzato». La legge europea recepita anche in Italia stabilisce che i lavoratori romeni in distacco debbano avere una busta paga non inferiore ai minimi contrattuali italiani. Ma è quello che la Cisl definisce un «grande buco nero». Perché «dietro al sistema dei distacchi si nascondono forme di sfruttamento, ed è quasi impossibile che gli operai stranieri facciano denuncia, c’è un’omertà assoluta». I contratti che hanno firmato i 25 operai con Cobetra mediamente si aggirano tra i 500 e gli 800 ron di stipendio base lordo (dunque tra i 110 e i 176 euro) per 40 ore settimanali di lavoro. Tradotto: tra i 2,75 e i 4,4 euro all’ora”.
Insomma: di grano duro Farinetti non è certamente un esperto. Ma sui contratti è bravissimo: lì, per risparmiare, è sicuramente bravissimo…
Si vede che Farinetti è amico di Matteo Renzi (COME POTETE LEGGERE QUI).
QUI L’ARTICOLO DE IL GIORNALE.IT
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