Elezioni nel PD siciliano: partita la ‘caccia’ al Gatto-Lumia e alla Volpe-Totò Cardinale…

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Complicata assai, per Matteo Renzi, la partita delle candidature in Sicilia. Perché avrebbe promesso cose che, adesso, non sembra in grado di mantenere. Forse per Lumia potrebbe risolvere la questione chiedendogli di fare un passo indietro in cambio di un ‘riconoscimento’ nel probabile Governo della ‘Grande coalizione’. Ma con Totò Cardinale, che vuole la figlia in lista, saranno, in tutti i casi, voti persi. Poi c’è Rosario da Gela, che, se lasciato a piedi, potrebbe iniziare a sbraitare

Difficile dire come finirà, ma nel PD siciliano la ‘guerra’ al Gatto e alla Volpe è in corso. Sì, sono proprio loro, i celebri personaggi di Pinocchio, che nel Partito Democratico dell’Isola rispondono ai nomi del senatore Giuseppe Lumia (il Gatto) e di Salvatore ‘Totò’ Cardinale da Mussomeli (la Volpe). Sono loro che, negli ultimi cinque anni, si sono occupati direttamente dell’ormai ex Governatore, Rosario Crocetta, facendogli fare tutto e il contrario di tutto, dai ‘Patti scellerati’ con Renzi fino al ritiro della lista Crocetta alle ultime elezioni regionali.

Oggi il Gatto e la Volpe hanno presentato il conto al segretario del PD, Matteo Renzi. Il Gatto-Lumia vorrebbe la sua settima candidatura alle elezioni politiche (Lumia è parlamentare a Roma dal 1994); la Volpe-Totò Cardinale chiede la terza candidatura per la figlia Daniela.

Che farà Matteo? I problemi sono due e sono seri.

Il primo problema è il no secco della base. Né Lumia, né la figlia di Cardinale fanno furore. Iscritti, militanti e simpatizzanti del PD non ne vogliono sapere di votarli. Non a caso entrambi puntano ai seggi sicuri, ovvero al posto in lista nel proporzionale. Dove l’elezione non è decisa dalla base, ma da Roma, in stile Porcellum.

Questo – il posto in lista sicuro – è il secondo problema. Nel PD di Renzi, ormai, i posti sicuri sono pochi. Perché gli italiani, dell’attuale segretario nazionale del Partito Democratico, non ne vogliono più sapere.

Renzi le sta provando tutte. Pur avendo con sé Tv, radio, carta stampata, pur inventando e cavalcando tutto quello che c’è da inventare e cavalcare (ultimamente si è presentato a Caltagirone come ‘seguace’ di don Luigi Sturzo insieme con alcuni ‘residuati bellici’ della DC finiti nel PD, COME POTETE LEGGERE QUI), la gente ormai l’ha ‘sgamato’ e non lo vuole sostenere.

Da qui la domanda: ce la farà Renzi a mantenere in due posti sicuri – con elezione matematica – il Gatto-Lumia e la figlia della Volpe-Totò Cardinale?

Ci sono i pro e i contro. Gettare in mare i due non è facile. Perché ognuno dei due rappresenta un sistema di potere diverso.

Lumia non ha molti voti, ma gestisce un reticolo di interessi estremamente complessi e importanti. Come l’ha definito un nostro autorevole collega, negli anni del Governo Crocetta è stato il “Senatore della porta accanto”: accanto alla porta del presidente della Regione…

E’ lui che, insieme con Totò Cardinale, ha tenuto le ‘briglie’ a Crocetta.

Lumia rappresentava il volto operativo del Governo, al riparo da certi poteri.

(Ma non al riparo dalla Corte dei Conti, che ha già presentato il conto all’ex Segretario generale della presidenza della Regione, Patrizia Monterosso, donna che Lumia ha contribuito a ‘valorizzare’ quando ha governato la Regione con Raffaele Lombardo, dal 2008 al 2012, e che ha imposto a Crocetta, anche lui raggiunto in questi giorni dalla magistratura contabile a causa delle nomine di dirigenti esterni alla Regione).

Se Lumia è il volto operativo, Totò Cardinale ha dato a Crocetta l’indirizzo politico. Sua la ‘regia’, nella passata Assemblea regionale siciliana, del via vai di deputati che, dal centrosinistra, passavano, armi e bagagli, nel centrodestra a sostegno del Governo.

Renzi deve molto a entrambi. Se in Sicilia ha fatto quello che ha voluto lo deve a loro. Ma accontentarli, oggi, è complicato. E, soprattutto, auto-sputtanante, per il PD. 

Lumia, forse, si potrebbe sacrificare. Considerato che le elezioni non le vincerà nessuno e che il PD potrebbe andare a governare con Berlusconi e Piero Grasso, Renzi potrebbe promettere al senatore uscente un sottogoverno robusto o, addirittura, un posto di sottosegretario.

Certo, è pur sempre una promessa. Perché nessuno sa come finirà. Ma una mezza possibilità di manovra, per il ‘caso Lumia’, Renzi ce l’ha.

Più difficile lo scenario per Totò Cardinale. Che non ha i voti che millantava prima delle elezioni regionali, quando faceva passare i deputati regionali transfughi che erano passati con lui per grandi portatori di consensi.

Alla fine – o ‘a strinciuta, come si usa dire dalle nostre parti – Totò da Mussomeli, nel nuovo Parlamento siciliano ha confermato due deputati, o meglio, un deputato e mezzo, se è vero che uno dei due è sotto inchiesta per problemi di voti.

Tutto sommato, Cardinale qualche voto lo controlla ancora. E con un centrodestra siciliano che cerca voti ad uno ad uno, lasciare Totò da Mussomeli libero significherebbe regalare, matematicamente, i suoi voti a Berlusconi.

Viceversa, tenersi la figlia di Totò da Mussomeli in lista, per Renzi, significherebbe regalare un po’ di voti di Agrigento e di Caltanissetta a Liberi e Uguali di Piero Grasso e, forse, anche a Potere Al Popolo: cosa, questa, che al segretario del PD non va proprio giù.

A conti fatti – perché di conti elettorali si tratta – il ‘caso Cardinale’, comunque lo si giri, farà perdere voti al PD: o verso il centrodestra (Totò da Mussumeli e i suoi elettori costretti dagli eventi a passare con Berlusconi), o verso i partiti alla sinistra del PD.

In tutto questo c’è anche Crocetta che, soprattutto nella fase finale del suo mandato, ha ascoltato il Gatto e la Volpe con la promessa di un seggio sicuro a Roma.

Anche questa è una camurria: perché se non accontentato, Rosario da Gela – che è andato persino a Caltagirone a ricordare a Renzi la promessa che ha ‘incassato’ alle ultime elezioni regionali – potrebbe cominciare a sbraitare…

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