Fiction su Mario Francese: prima vediamola, poi ne parliamo

21 gennaio 2018

Mettiamola così: le polemiche che stanno accompagnando la fiction su Mario Francese – il grande giornalista siciliano ucciso dalla mafia nel gennaio del 1979 – sono una promozione dello stesso film. Ci rifiutiamo di pensare che qualcuno, oggi, voglia ricorrere alla censura!

Se a pensar male, in genere, si fa peccato, a pensar bene, al massimo, come ci ricorda il grande Voltaire, si può essere colpevoli per tutto il bene che non abbiamo fatto. Beh, se il rischio è questo accettiamolo e, a proposito della fiction su Mario Francese – il grande giornalista siciliano ammazzato dai mafiosi il 26 gennaio del 1979 – noi vogliamo pensare al bene: e cioè che tutte le polemiche che sta suscitando non siano altro che una promozione della stessa fiction.

Non ci piace l’idea che i ‘capi’ del Giornale di Sicilia – il quotidiano presso il quale Mario Francese lavorava – abbiano chiesto ai produttori della fiction (la Tao due di Pietro Valsecchi e Mediaset) di non mandarla in onda. Non ci crediamo.

Perché, poi, una censura? Che senso avrebbe?

Lo ribadiamo: non ci crediamo. Noi crediamo, invece, che quella che leggiamo qua e là in queste ore altro non sia che una sorta di fiction nella fiction.

Tra l’altro, non riusciamo a capire il collegamento tra il Giornale di Sicilia di oggi e il Giornale di Sicilia del 1979. Sono due mondi completamente diversi. Sono realtà diverse.

Certo, c’è di mezzo la storica famiglia degli editori del Giornale di Sicilia, gli Ardizzone. E questo dovrebbe impedire di raccontare il passato? E perché?

La Sicilia è stata ciò che è stata. Palermo è stata ciò che è stata. Perché non raccontare fatti accaduti?

Forse dà fastidio far conoscere a chi allora non c’era che, negli anni ’70 del secolo passato, gli esponenti della buona borghesia del capoluogo siciliano si accompagnavano a personaggi che magari le cronache dell’epoca non avevano ancora descritto come boss della mafia, ma che – proprio volendo essere buoni – erano comunque ‘ntisi?

Ma se i fatti sono andati così – se la realtà era quella – perché non raccontarla? Se certi accadimenti, poi, stanno dentro sentenze passate in giudicato, ebbene, c’è un motivo in più per parlarne, non certo per nasconderle.

E allora? E allora godiamoci la fiction. Vediamo come raccontano la storia di Mario Francese, eroe solitario, giornalista di razza, autore di inchieste memorabili, uomo senza paura che, per primo, aveva intuito tante cose di mafia, dai misteri della diga Garcia all’avanzata dei corleonesi: quei corleonesi di Totò Riina che stavano per prendere il posto della vecchia guardia di Cosa nostra.

Vediamo che cosa raccontano. E poi ne parliamo.

Foto tratta da emmepress.com

 

 

 

 

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