Probabilmente ‘accecato’ dall’antipatia che nutre verso Vincenzo Figuccia, il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ha provato a negare la parola al parlamentare dell’UDC. A nulla è valso il richiamo al regolamento d’Aula. Solo dopo che gli assistenti parlamentari gliel’hanno fatto leggere Miccichè si è convinto a dare la parola a Figuccia…
Ma cosa ci combina, presidente del Parlamento siciliano, Gianfranco Miccichè? Possibile che il presidente dell’Ars non conosca l’articolo 83 del regolamento d’Aula? Stiamo parlando dello ‘sfogatoio’ che consente ai deputati di parlare in Aula, affrontando svariati argomenti.
Eppure, ieri, in una seduta di Sala d’Ercole, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, ha dimostrato – parla il VIDEO che trovate in calce a questo articolo – di non conoscere l’articolo 83 del regolamento parlamentare!
Peraltro, si sarebbe parlato di un argomento serio: la battaglia che Biagio Conte sta combattendo per le strade di Palermo in favore degli ultimi, dormendo fuori e, adesso, facendo anche lo sciopero della fame (che ha interrotto in queste ore dopo otto giorni).
Insomma, non fare parlare un deputato su Biagio Conte è il massimo!
Vediamo che cosa è avvenuto nella seduta di ieri.
Il parlamentare Vincenzo Figuccia, UDC, chiede la parola.
“A che titolo?”, gli chiede il presidente Miccichè.
“Ai sensi dell’articolo 83”, gli risponde Figuccia.
“L’articolo 83 non dà diritto alla parola”, risponde un presidente Miccichè forse un po’ troppo sicuro di sé.
“Ma lo conosce, presidente, l’articolo 83?”, chiede ironico Figuccia.
“E lei lo conosce?”, risponde con una domanda Miccichè.
In realtà, la presidenza dell’Assemblea regionale siciliana non dovrebbe rispondere in questi termini, soprattutto se il richiamo di un parlamentare – come in questo caso – è corretto!
Da quello che si capisce guardando il video, gli assistenti parlamentari provano a mettere sotto gli occhi del presidente del Parlamento il regolamento con la pagina aperta sull’articolo 83.
Dopo alcuni lunghissimi secondi Miccichè comincia a leggere l’articolo 83: ma non sembra convinto. E insiste nel non voler dare la parola a Figuccia.
L’imbarazzo degli assistenti parlamentari è palese.
“Vada avanti, presidente”, gli dice non senza una punta di ironia Figuccia.
Finalmente – e sono già passati alcuni minuti! – Miccichè capisce di avere preso una enorme cantonata e dà la parola a Figuccia…
“Mi fa piacere – dice Figuccia prendendo finalmente la parola – che il presidente Miccichè abbia avuto la possibilità di approfondire la propria conoscenza sull’articolo 83…”.
Insomma, peggio di così Miccichè non poteva fare.
Che dire? Che il presidente Miccichè, oltre che poco lucido, è anche molto disinformato.
Certo, le giustificazione ci sono. E sono almeno due.
La prima è Miccichè, oltre che presidente dell’Ars, è anche il coordinatore di Forza Italia in Sicilia ed è alle prese con la chiusura delle liste delle prossime elezioni politiche del 4 marzo: e, tanto per cambiare, i conti non tornano, soprattutto con i centristi che reclamano posti sicuri.
La seconda giustificazione è che Miccichè detesta Figuccia. Quest’ultimo, è noto, prima delle elezioni regionali, ha abbandonato Forza Italia sbattendo la porta in faccia a Miccichè.
Nessuno, dentro Forza Italia in Sicilia, si è mai permesso di dire a Miccichè le cose in faccia, perché Miccichè, è noto, è raccomandato da Berlusconi in persona. Al massimo, le cose negative su Miccichè si raccontano alle sue spalle, ma mai in faccia!
Figuccia, invece, gliele ha dette in faccia: e gliene ha dette di tutti i colori!
Non solo. Il centrodestra siciliano – formazione politica di gente seria – aveva preparato un bel trappolone per Figuccia: lo avevano designato assessore nel Governo di Nello Musumeci, con la delega ai rifiuti, per fargli prendere il fuoco con le mani, cioè per ‘bruciarlo’, visto che, tra qualche mese, la Sicilia, con le discariche sature, sarà nel caos.
Ma Figuccia ha mangiato la foglia e si è dimesso. Lasciando a Musumeci la patata bollente. Ma, soprattutto, lasciando ‘invendicato’ l’affronto che Figuccia ha fatto a Miccichè.
Perché poi, in Sicilia, fare un affronto a Miccichè significa farlo a Berlusconi: perché lì, dalle parti di Forza Italia sicula, funziona come nel Vangelo: tutto quello che non si fa a Miccichè, non lo si fa a Berlusconi e tutto quello che si fa a Miccichè lo si fa a Berlusconi…
Detto questo, onorevole Miccichè, un ‘ripassino’ del regolamento prima di entrare in Aula non guasterebbe, giusto per evitare certe figuracce…
IL VIDEO DELL’INTERVENTO DI VINCENZO FIGUCCIA A SALA D’ERCOLE
Foto tratta da lasicilia.it
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