Quattro chiacchiere con la parlamentare nazionale, Claudia Mannino. Donna mite, ma ferma che da cinque anni si occupa di rifiuti. Per capirci, è lei che ha fatto saltare la ‘greppia’ della gestione commissariale dei rifiuti in Sicilia, lasciando a bocca asciutta i comitati di affari. I retroscena di Bellolampo e dintorni, compresa una bizzarra telefonata di due deputati grillini in compagnia di Leoluca Orlando
Mentre in Sicilia si attende di capire cosa fare per affrontare l’emergenza rifiuti (in queste ore sembrerebbe che l’UDC nazionale stia ‘paracadutando’ nella Giunta regionale di Nello Musumeci il veneto Alberto Pierobon, al posto del dimissionario Vincenzo Figuccia, noi abbiamo fatto una chiacchierata con la parlamentare nazionale eletta in Sicilia, Claudia Mannino.
Di professione architetto, eletta nel Movimento 5 Stelle del quale non fa più parte, Claudia Mannino, in cinque anni di attività parlamentare si è occupata di tutela dell’ambiente e, in particolare, di rifiuti e di abusivismo edilizio.
Suo, per intendersi, l’emendamento, approvato dal Parlamento nazionale, che ha posto fine alla gestione commissariale dei rifiuti in Sicilia. Un atto che le ha attirato l’odio di tutta la vecchia politica abituata, dalla fine degli anni ’90 del secolo passato a fare sparire ogni anno decine e decine di milioni di euro per opere legate ai rifiuti o lasciate a metà o, addirittura!, nemmeno iniziate.
Grazie a Claudia Mannino è finita la ‘greppia’, o manciugghia, come l’avrebbe chiamata l’ex presidente della regione, Rosario Crocetta.
In realtà, Crocetta, nella passata legislatura, ha provato più volte a farsi concedere da Roma i ‘poteri speciali’ per gestire i rifiuti (leggere il commissariamento di questo settore e la nomina dello stesso presidente della Regione ‘commissario’ con poteri straordinari. Ma il Governo nazionale gli ha sempre risposto di no.
A farsi concedere i “poteri speciali”, sempre in materia di gestione dei rifiuti, proverà giovedì prossimo l’attuale presidente della Regione, Nello Musumeci. Una richiesta – così è sembrato di capire – limitatamente alla gestione di Bellolampo, la ‘ridente’ discarica di Palermo che ha già inquinato mezzo mondo, nella quale, tanto per gradire, dovrebbe essere realizzata la settima vasca per continuare a inquinare…
Insomma: l’eterno ritorno delle stesse cose: discariche, “poteri speciali”, accelerazione delle procedure (in questo caso, se andrà bene, per realizzare la settima vasca di Bellolampo in un anno invece che in un anno e mezzo): in una parola, la Sicilia di sempre che non volta mai pagina.
Onorevole Mannino, in Sicilia siamo di nuovo alle prese con le discariche…
“Il sistema delle discariche è scaduto e non risponde alle direttive europee: dobbiamo ridurre il quantitativo di produzione e di conferimento dei rifiuti in discarica. Ancora una volta il piano di prevenzione di produzione dei rifiuti resta chiuso nel cassetto”.
Piano di prevenzione per la produzione dei rifiuti?
“Insieme al piano di gestione dei rifiuti, nel 2012, è stato adottato un piano di prevenzione dei rifiuti che ha lo scopo di ridurre il quantitativo di rifiuti che i siciliani producono. Ho più volte chiesto al presidente della Regione, Nello Musumeci, di convocare gli ‘stati generali dei rifiuti’ per sapere esattamente quanti impianti sono stati autorizzati in questi anni”.
Che risposta ha ricevuto?
“Il silenzio più assoluto. Ho informato anche il vicepresidente della Regione, avvocato Gaetano Armao. Ma nulla è cambiato”.
Proviamo a raccontare come stanno le cose, visto che lei segue da anni questo settore. Cominciamo con Bellolampo.
“Quello che sta succedendo nella discarica di Bellolampo era prevedibile. Abbiamo le prime 5 vasche in gestione fallimentare: sono state messe in sicurezza, ma non mi risulta sia stato completato il sistema di impermeabilizzazione superiore. Almeno la mia ultima ispezione ha accertato questo. Con la gestione commissariale si è realizzata la sesta vasca ed il Trattamento Meccanico Biologico (TMB) che è costato 24 milioni di euro. La sesta vasca dovrebbe ricevere i soli scarti della lavorazione del TMB. Il TMB ha invece 2 linee: una linea per la separazione dei rifiuti ed una linea di compostaggio di qualità non eccelsa”.
Andiamo piano: le prime cinque vasche sono impermeabili o si produce il percolato che inquina l’ambiente?
“Le prime 5 vasche sono state messe in sicurezza e sono state coperte con uno strato nero che, per non logorarsi e lesionarsi, aspetta ancora il suo ultimo strato di finitura con lo strato vegetale. Due anni fa i dirigenti della RAP (la società che si occupa della raccolta dei rifiuti a Palermo e che gestisce anche la discarica di Bellolampo ndr), informalmente, mi dicevano che servirebbero altri 4 milioni di euro.
Quindi?
“Quindi finché non si spacca e non vi entrano le acque meteoriche non avremo percolato”.
Acqua da sopra non ne entra. Ma non sappiamo se i teli che ‘foderano’ le vecchie vasche sono ancora intere. Quello che sappiamo è che qualche anno fa si parlò di inquinamento della falda con il percolato che avrebbe raggiunto il mare della borgata Acquasanta. Sul possibile inquinamento le indagini sono in corso.
Passiamo alla sesta vasca: quella che si sta saturando e che il Governo regionale e il Comune di Palermo vorrebbero, forzando la mano, continuare a riempire, se non abbiamo capito male alzando gli argini. Qual è la situazione?
“La sesta vasca non sarebbe satura se il Comune di Palermo avesse attivato la raccolta differenziata dei rifiuti in tutto il territorio della città. In questa fase andrebbero ridotti i quantitativi di rifiuti che dovrebbero essere dirottati nelle piattaforme di raccolta differenziata: ammesso che siano disponibili e, se disponibili, ammesso che non vadano in fiamme…”.
La precisazione tra il polemico e l’ironico di Claudia Mannino è legata al fatto che in tutta l’Italia – compresa la Sicilia – lo scorso anno sono andati in fiamme tanti centri di compostaggio. Nella nostra Isola il fuoco ha ‘inghiottito’, ad esempio, il centro di compostaggio di Grammichele, in provincia di Catania.
Detto questo, e tornando alla discarica di Palermo: è corretto affermare che il TMB di Bellolampo serve solo a evitare di seppellire l’umido in discarica, ma non si produce compost?
“Come ho già accennato, il TMB di Bellolampo ha due linee: una linea per i rifiuti indifferenziati (che vengono separati), mentre lo scarto organico della parte indifferenziata (FOS) viene fatta maturare nelle celle presenti all’interno dello stesso TMB. Fino a prima dell’arrivo del nuovo Governo regionale la maturazione durava circa 14 giorni. Il presidente Musumeci ha giustamente imposto 28 giorni di maturazione. All’interno del TMB vi è poi una seconda linea di solo compostaggio in cui dovrebbero essere portati i rifiuti organici della città di Palermo e gli sfalci di potatura. Questa sostanza organica dovrebbe maturare in 4 celle che, però, vengono utilizzate per il FOS della raccolta indifferenziata”.
Quindi, in sintesi, a Bellolampo non si produce compost di qualità, ma tutto va in discarica. A proposito di compostaggio, che fine ha fatto il progetto pilota per la raccolta differenziata dei rifiuti finanziato nel 2009 dall’allora Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo?
“Se si riferisce al secondo step, è stato bloccato”.
Perché?
“Perché l’amministrazione comunale e la RAP reputano che servano grandi finanziamenti per attivare la raccolta differenziata dei rifiuti in tutta la città. Non dico che non servano risorse, ma serve far capire alle persone l’importanza e la necessità di fare la raccolta differenziata dei rifiuti”.
Per completezza d’informazione, va detto che il primo step della raccolta differenziata dei rifiuti a Palermo ha coinvolto poco più di centomila cittadini. Sono ancora visibili, in alcune zone della città, i contenitori della raccolta differenziata. Nel 2015 il Comune di Palermo ha bloccato tutto, sbaraccando anche l’isola ecologica: COSE CHE QUESTO BLOG HA DENUNCIATO IN QUESTO ARTICOLO).
Quindi i fondi stanziati dalla ex ministra Prestigiacomo sono stati sprecati?
“Questo nel dettaglio non lo so, so solo che non fare la raccolta differenziata costituisce danno erariale ed un’amministrazione deve inventarsi qualsiasi sistema (anche di mera comunicazione) per raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata previsti dalla legge. Detto questo, anche i cittadini hanno le loro responsabilità”.
E’ vero che lei ha presentato un esposto che coinvolge il Comune di Palermo per la non corretta gestione dei rifiuti?
“Ho presentato un esposto alla Corte dei Conti (CHE POTETE LEGGERE QUI) per verificare se i Comuni di Palermo e dell’ATO Palermo 1, non raggiungendo gli obiettivi della raccolta differenziata previsti dalla legge, hanno aumentato i costi per l’amministrazione e i cittadini. La Corte dei Conti ha confermato l’indagine non solo su Palermo, ma anche sull’amministrazione regionale”.
Quindi, oltre ai cittadini che pagano bollette ‘salate’, finalmente qualche amministratore pubblico pagherà per il mancato decollo della raccolta differenziata in Sicilia?
“Questo lo deciderà la Corte dei Conti. Tornando ancora a Bellolampo, vorrei evidenziare che il decidere di voler realizzare la settima vasca non risolve i problemi nell’immediato, poiché servono fondi che la RAP e la Regione non credo abbiano. Poi ci sono i tempi per la progettazione, la celebrazione della gara, l’aggiornamento delle autorizzazioni e la realizzazione”.
Per le autorizzazioni – per accelerare – il presidente Musumeci ha chiesto poteri speciali…
“Poteri speciali che gli devono ancora essere concessi… Staremo a vedere”.
La discarica di Bellolampo si sta saturando. Per un anno – cioè fino a quando non sarà pronta la settima vasca – i rifiuti di Palermo da qualche parte dovranno essere portati. Dove, secondo lei?
“Penso che li esporteranno… A che costo? Ho avanzato questa proposta un anno e mezzo fa. Ora, come al solito, siamo in emergenza…”.
Un attimo: il costo del trasporto dei rifiuti è importante, se non altro perché lo pagheranno i cittadini siciliani con una maggiorazione della bolletta.
“Lo so che costerà un sacco di soldi. Ma so che devono ancora trovare le Regioni italiane o i Paesi esteri disposti a prendere i rifiuti siciliani. Sa qual è la verità'”.
Ce lo dica.
“La verità è che nemmeno loro, in questo momento, sanno quello che debbono fare. Tutto è campato in aria”.
Lo sa che il piano stralcio del 2012 – siglato dal Governo Monti e dal Governo regionale di Raffaele Lombardo – prevedeva di bruciare i rifiuti nelle cementerie dell’Isola, con l’avallo di Legambiente Sicilia?
“Anche questa era una presa in giro. I cementifici, pur volendo, non possono bruciare rifiuti indifferenziati: possono bruciare CSS da raccolta differenziata”.
(Per la cronaca, la sigla CSS sta per Combustibile Solido Secondario ed è un tipo di combustibile derivato dalla lavorazione dei rifiuti urbani non pericolosi e rifiuti speciali non pericolosi).
Secondo lei Vincenzo Figuccia ha fatto bene o ha fatto male a dimettersi da assessore regionale con la delega ai Rifiuti?
“Ha fatto male. Figuccia ha sbagliato a dimettersi”.
Perché?
“Perché avrebbe dovuto prima provare le volontà di questo Governo. Dimettersi ancora prima di aver fatto un solo tentativo per me è stata un’occasione persa. Chiunque gestisca l’assessorato regionale dei Rifiuti sa da subito che dovrà affrontare problemi enormi che per i siciliani sono importantissimi. Non che le motivazioni che Figuccia ha dato siano sbagliate, per carità: ma non hanno nulla a che fare con l’assessorato che era stato chiamato a gestire”.
Insomma, la sensazione che abbiamo avuto è che avevano deciso di ‘bruciarlo’…
“Non conosco i particolari. Io sarei andata avanti”.
Se le offrissero l’incarico dia assessore regionale ai Rifiuti che farebbe?
“Sarebbe una bella sfida: l’accetterei”.
Ci vorrebbe molto coraggio, non crede? Coloro i quali hanno perso la ‘greppia’ della gestione commissariale dei rifiuti non la amano…
“Di nemici me ne sono fatta tanti in questi anni. Ma, ribadisco: accetterei la sfida. Non credo alla favola che la Sicilia sia incapace di gestire correttamente i rifiuti facendo decollare la raccolta differenziata”.
Che farà ‘da grande’, visto che non si ricandiderai con il Movimento 5 Stelle?
“Non lo so ancora. Non nascondo che mi piacerebbe completare il lavoro fatto soprattutto in tema di abusivismo edilizio e gestione rifiuti… Vedremo. In ogni caso questi cinque anni mi consentiranno di portare comunque avanti i temi di cui mi sono occupata soprattutto nel mio territorio”.
E’ vero che, quando nel 2015, grazie a un suo emendamento approvato dalla Camera, è stata eliminata la gestione commissariale dei rifiuti in Sicilia ce l’avevano a morte con lei?
“Ho ricevuto delle telefonate di cui ho parlato nel mio sito”.
A questo punto andiamo a leggere cos’ha scritto Claudia Mannino nel suo sito:
“Ricordo ancora molto bene le due telefonate che ho ricevuto il giorno dopo l’approvazione del mio emendamento (del febbraio del 2014) che ha messo fine alla pluriennale gestione commissariale dei rifiuti in Sicilia.
L’obiettivo del mio emendamento, come sostenuto da anni di attività sul territorio, era quello di riportare la Regione siciliana ad una gestione ordinaria dei rifiuti, un ordinario fatto di impianti di compostaggio, di un piano di gestione dei rifiuti vigente ed a norma, di piani comunali di raccolta differenziata spinta, volti al raggiungimento del 65% di Raccolta differenziata e di piattaforme per i materiali differenziati gestiti al meglio.
Oggi la realtà purtroppo è ancora lontana anni luce da questi obiettivi e la responsabilità è sia burocratica che politica.
Non sono state due belle telefonate, ma i contenuti ed i soggetti che vi hanno preso parte resteranno scolpiti nella mia memoria.
La prima telefonata l’ho ricevuta da due deputati regionali palermitani che solo dopo mi informavano come la chiamata si stesse svolgendo in vivavoce con il sindaco, Leoluca Orlando, il quale voleva sapere come venissero distribuiti ed a chi fossero affidati i fondi della gestione commissariale, nel suo caso, già destinati alle infrastrutture palermitane.
La seconda telefonata l’ho ricevuta dall’allora commissario straordinario Marco Lupo che tentava di spiegarmi come l’attività fatta dall’unità commissariale, anche grazie a ‘certi equilibri’ politici locali, era volta a realizzare delle infrastrutture pubbliche di cui a regione necessitava.
Io ho risposto ad entrambe nel modo più ovvio: il mio emendamento non poteva certo fermare la realizzazione delle infrastrutture necessarie le quali si potevano (e si possono) realizzare con una gestione ordinaria dei fondi e dei bandi e, soprattutto, che quella proposta era il frutto del mio attivismo sul territorio e quando è stato messo in votazione in aula, oltre a ricevere l’appoggio dell’allora mio gruppo parlamentare, è stato approvato dalla maggioranza cui appartiene la politica locale regionale”.
Scusi, nessuno ha smentito quello che ha scritto? Due parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle in compagnia del sindaco di Palermo che parlano di fondi della gestione commissariale non è il massimo!
“Nessuno ha smentito”.
Chi sono i due deputati regionali del Movimento 5 Stelle che le hanno telefonato mentre si intrattenevano con il sindaco di Palermo?
“Claudia la Rocca e Giampiero Trizzino. Detto questo, i nomi non hanno importanza: è il metodo o il messaggio che è importante”.
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