In una Palermo sempre più grottesca ‘Capitale della Cultura’ il missionario laico Biagio Conte cerca di sferzare le coscienze degli amministratori pubblici di Palermo e, in generale, della Sicilia ponendo con forza il tema della povertà e dei senza casa. Biagio Conte osserva e vive le cose dal suo angolo visuale: pensa, infatti, che certi personaggi della politica abbiano ancora una coscienza…
Ci sono due notizie che sono strettamente connesse, ma che la dilagante ipocrisia inquadra su piani diversi. Da una parte c’è Biagio Conte, il missionario laico (che in città opera da oltre un ventennio con la sua ‘Missione di speranza e carità’ dando rifugio ai senza tetto) che, da alcuni giorni, dorme in strada per protestare contro l’indifferenza delle istituzioni che non fanno nulla per i senza casa; dall’altro lato c’è un gruppo di senza casa che ha occupato un bene confiscato alla mafia nella borgata di Ciaculli.
Il tema degli immobili confiscati alla mafia che, a Palermo, non vengono consegnati ai senza tetto, ma ai titolari di associazioni e a soggetti vari (spesso legati alle clientele della politica) non è una novità. Dal 2001 ad oggi centrodestra (il sindaco Diego Cammarata fino al novembre 2011) e centrosinistra (il sindaco Leoluca Orlando dalla primavera del 2012 ad oggi) hanno assegnato questi beni a vari soggetti, tranne che ai senza tetto.
Sarebbe interessante e illuminante andare a scovare a chi sono stati assegnati, a Palermo, i beni confiscati alla mafia dal 2001 ad oggi: così, tanto per capire chi sono questi ‘fortunati’ e che cosa hanno fatto e fanno con tali beni.
Intanto un gruppo di senza tetto, come già ricordato, ha occupato un immobile in contrada Ciaculli. Il bene è stato assegnato all’associazione Mandarinarte, che ha allestito un laboratorio di dolci e conserve e, leggiamo su Live Sicilia, ha “attivato una rete di incontri sulla legalità”.
I senza casa sono entrati di forza e si sono piazzati tra gli alberi di agrumi.
Sacrilegio! E’ addirittura intervenuto il Ministro degli Interni, Marco Minniti, quello dei Pinaz celebrato da Crozza, che, con la Prefettura di Palermo, ha fatto sgomberare i senza casa. Alle operazioni di sgombero sono intervenuti vigili urbani, poliziotti, carabinieri, finanzieri, medici, psicologi, pediatri, e persino un’ambulanza.
Se tutte queste autorità, con in testa il Comune di Palermo, fossero intervenute con fatti concreti a sostegno dei senza casa, magari a partire dal 2012, quando a Palermo i senza setto erano un centinaio, forse oggi, nel capoluogo siciliano, non si conterebbero, nell’ordine:
1808 famiglie in graduatoria d’emergenza abitativa;
650 famiglie che occupano immobili di proprietà comunale abbandonati da anni;
250 persone che hanno perso casa e lavoro e vivono per strada.
Ma, questo va da sé, non si può avere tutto nella vita: ogni cosa è graduale…
In questo momento l’emergenza era rappresentata dai senza tetto che – oddio che cosa orribile! – alla maniera antica, si erano acquartierati in un immobile confiscato ai mafiosi.
“Esproprio proletario e autogestione”, avrebbe scritto Lotta Continua negli anni ’70 del secolo passato.
Per fortuna i senza tetto ‘abusivi’ sono stati fatti sloggiare: la legalità e l’ordine sono stati ripristinati! L’onore della borghesia panormita è salvo!
Dove sono finiti i senza tetto sgomberati? Non lo sappiamo (anche se l’immaginiamo).
Dopo di che, via, tutti a solidarizzare con frate Biagio Conte che, da giorni, come già ricordato, vive per le strade di Palermo. “Frate Biagio di qua, Frate Biagio di là…”.
Perché Biagio Conte vive per le strade? Ah già, l’abbiamo detto: per protestare contro le istituzioni – Comune di Palermo in testa – che, invece di assegnare i beni confiscati alla mafia ai senza tetto, li assegna ad altri soggetti e, in generale, perché dei senza casa, a Palermo, le istituzioni, di fatto, non hanno tempo e voglia di occuparsi.
Indro Montanelli diceva che la sinistra italiana ama così tanto i poveri che, quando amministra, li moltiplica. Principio, questo, applicato alla lettera dall’amministrazione comunale di Palermo di Leoluca Orlando che, da quando amministra, ha moltiplicato i senza tetto (ad ognuno i propri miracoli…).
Tutto stava filando a meraviglia: i senza tetto in spaventoso aumento per le strade di Palermo, le associazioni che arraffano i beni confiscati alla mafia e i ‘compagni’ di Rifondazione comunista del capoluogo siciliano, da sempre orlandiani di ferro, che d’inverno distribuiscono coperte ai senza tetto (per l’estate erano stati programmati ventilatori a batteria, ma ancora questo progetto ‘sociale’ non è stato definito…).
Tutto filava liscio, dicevamo, quando, a un certo punto, i senza casa non hanno trovato di meglio da fare che cominciare a morire per le strade: chi di fame, chi di malattie, chi di freddo.
Ricordate la favola del contadino che, ogni giorno, dimezzava la razione di biada al suo asinello pur massacrandolo di lavoro? Dimezza oggi, dimezza domani, a un certo punto l’asinello morì. “Peccato – sospirò il contadino – ora che si era abituato a lavorare senza mangiare è morto…”.
E così sta finendo nel capoluogo della Sicilia con i senza dimora: dieci senza tetto che dormono per le strade d’inverno oggi, altri dieci domani, altri cinquanta dopodomani, alla fine nemmeno le coperte messe a disposizione dai Radical chic di Rifondazione comunista di Palermo bastano più (i Radical chic di Rifondazione comunista del capoluogo dell’Isola, dal 2012, amministrano la città con Orlando, tra mille ‘successi’, soprattutto sociali…).
Mannaggia: proprio quando Palermo è stata insignita – dal Governo Gentiloni, noto consesso di ‘intellettuali’ – ‘Capitale della Cultura’ si cominciano a contare i senza tetto morti, nel frattempo arrivati a nove. Ma giusto ora ci dovevano pensare a passare a miglior vita questi qui?
Non solo. Mentre la buona borghesia panormita di ‘sinistra’ si prepara a celebrare se stessa con la ‘Cultura’ ci si mette pure Biagio Conte a dormire per le strade al freddo richiamando l’attenzione dei media che, invece di occuparsi della ‘Cultura’ del Comune di Palermo, si occupano del frate francescano smidollato e dei senza tetto!
Quando le cose debbono andare storte, va!
Ma davvero – ‘Capitale della Cultura’ a parte – non ci sono soluzioni per i senza tetto di Palermo?
Lo scorso 27 novembre, sulla propria pagina facebook, Toni Pellicane, che da sempre si occupa degli ultimi della città, scriveva:
“Per l’emergenza dei senza tetto, ma anche per quelle famiglie che perdono la casa le soluzioni ci sono: basterebbe, ad esempio, riadattare ad uso abitativo alcuni immobili di proprietà comunale in disuso, questo permetterebbe di togliere dalla strada queste persone… Ma questa è solo una delle possibili soluzioni: quella che manca è la volontà politica. Il lavoro encomiabile delle associazioni di volontariato è fondamentale come risposta del momento, ma non è la soluzione. L’amministrazione comunale ha il dovere di trovare soluzioni concrete e durevoli nel tempo. Inoltre, dal decreto ‘Sblocca Italia’ si evince la possibilità, per i Comuni, di utilizzare tutti quegli immobili, caserme dismesse comprese, in forma prioritaria, come risposta all’emergenza abitativa. Siamo arrivati al settimo morto in sei anni (a fine novembre i morti erano sette ndr). I senza tetto crescono a dismisura. Partiamo da circa 100 persone e pochissime famiglie nel 2012. Oggi sono circa 400 persone e quindici famiglie che dormono in vecchie auto”.
“Sette morti? Ce ne saranno altri se si continuerà di questo passo”, scriveva, sempre lo scorso novembre, Nino Rocca, altra figura storica della città nel campo dell’assistenza ai senza casa e, in generale, agli ultimi. I fatti gli stanno dando ragione.
“Nel bilancio consuntivo del Comune di Palermo – raccontava Nino Rocca nel novembre dello scorso anno – il quaranta per cento circa delle risorse destinate alla spesa sociale non è stato nemmeno impegnato. Dovrebbe essere disponibile un milione di euro dell’Immobiliare Strasburgo (su tratta di un immobile confiscato ndr). Con questi soldi si potrebbero affittare, subito, duecento monolocali e risolvere il problema per un anno. Invece…”.
Invece non se ne fa nulla. Perché? Nino Rocca, lo scorso novembre, ci ha raccontato una storia che è emblematica non soltanto di Palermo, ma della ‘sinistra’ che governa la città.
“In via Mura di San Vito, tra il Teatro Massimo e il mercato storico del Capo c’è un ex convento che, per tanti anni, è stato sede di una scuola: la scuola elementare ‘Ugudlena’. Da dieci anni è stata abbandonata. Questo edificio, se sistemato, potrebbe dare risposte a tanti senza casa. Proposta caduta nel vuoto. Ora apprendo che questo edificio è stato dato agli Scout, che lo restaureranno con i fondi europei”.
Gli Scout con gli altri. Volete mettere gli Scout con i senza tetto? Via, non c’è paragone!
Ok, gli Scout li abbiamo sistemati. E i senza casa? Intanto li hanno fatti sgomberare da Ciaculli. Magari convincono Biagio Conte a rientrare nei locali della ‘Missione’. Pensate un po’: gli ‘intellettuali’ del Comune di Palermo che perdono ancora tempo con ‘sta camurria dei senza tetto mentre stanno per partire le mirabolanti manifestazioni di Palermo ‘Capitale della Cultura’.
Già sono pronti i servizi: il Palazzo di qua, il Museo di là, il convegno, la mostra, il libro…
Insomma, tutto è pronto e stiamo ancora a perdere tempo con i senza casa?
Ma dove siamo arrivati?
Da leggere:
I senza tetto di Palermo? Qualche coperta e via. Intanto gli Scout…
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Emergenza abitativa a Palermo: il flop dell’amministrazione comunale di Leoluca Orlando
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