La cosa che dà più fastidio è l’atteggiamento farisaico del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che a Sala d’Ercole si impegna a rivedere gli accordi economici tra Regione siciliana e Stato e poi, però, non dice una sola parola sul fatto che Roma, a partire da quest’anno, scipperà alla Sicilia altri 800 milioni di euro di IVA. Se oggi tante categorie della nostra Isola sono senza soldi è anche per responsabilità di Musumeci e del centrodestra siciliano che già nei primi passi di questa legislatura emulano Rosario Crocetta
I giovani siciliani appena laureati vanno a cercare fortuna altrove.
I giovani che rimangono in Sicilia sono in grande maggioranza disoccupati (la nostra Isola è la prima regione italiana per disoccupazione, a tutti i livelli).
I giovani siciliani non sono solo disoccupati, ma sono anche stati privati della possibilità di seguire i corsi di Formazione professionale. Questo perché la Regione – a parte le ‘code’ dell’Avviso 20 e i corsi per i minori che abbandonano la scuola dell’obbligo (OIF), dal 2013 ha bloccato la Formazione professionale, non spendendo fondi europei che, in buona parte, tra qualche anno, verranno spesi in altre Regioni italiane!
Si parla spesso – com’è giusto che sia – degli 8 mila lavoratori della Formazione professionale siciliana licenziati, ma non si parla mai delle centinaia di migliaia di giovani siciliani che, dal 2013, sono stati privati dei corsi di Formazione professionale.
In Sicilia non esistono più politiche attive del lavoro. Si parla di ripristinarle. Ma, appunto, se ne parla e basta.
I Comuni della nostra Isola sono senza soldi e i sindaci, invece avviare un’azione politica di protesta verso lo Stato e la Regione che continuano a tagliare risorse finanziarie, massacrano i cittadini con ZTL, autovelox e con una pressione fiscale insostenibile.
Le Province siciliane sono state lasciate senza soldi dallo Stato e della Regione e adesso, sullo sfondo, per le Province di Palermo, Catania e Messina potrebbe profilarsi anche la beffa: i fondi europei destinati alle stesse Province potrebbero essere dirottati nei Comuni di Palermo, Catania e Messina, visto che i sindaci di queste tre città, sulla base di una legge antidemocratica, sono anche i sindaci metropolitani.
(Le Province di Palermo, Catania e Messina sono state trasformate in grottesche Città metropolitane gestite dai sindaci di queste città sulla base di una legge nazionale che l’Ars ha prima approvato e poi ‘cassato’ con un’altra legge impugnata dal Governo nazionale. In questo momento sta provando a ripristinare la democrazia ripristinando nelle Province gli organi elettivi).
Nel frattempo di edifici scolastici la cui manutenzione era in capo alle Province sono stati abbandonati, scaricando la responsabilità sui dirigenti scolastici (QUI UN ARTICOLO).
Le strade provinciali della Sicilia sono state abbandonate e molte sono impraticabili (COME POTETE LEGGERE QUI).
Le IPAB o Opere pie della Sicilia sono state lasciate senza soldi e stanno fallendo. Per la disperazione di chi vi lavorava, che adesso rischia di perdere il posto di lavoro. Il tutto con lavoratori che, in alcuni casi, non percepiscono le retribuzioni da 60-70 mesi!
Gli ospedali pubblici siciliani sono in sofferenza. Scenario che si aggrava giorno dopo giorno. Cosa, questa, contabilmente inspiegabile, perché, almeno sulla carta, dal Bilancio della Regione in materia di sanità (ma tali ‘numeri’ sono esatti?) prevede una spesa di 9,2 miliardi annui. Il tutto dopo che sono stati effettuati tagli di posti letto, tagli di interi reparti e riduzione del personale. Dove finiscono i soldi della sanità siciliana?
I tagli alla spesa sociale sono impressionanti. In tutte le città della Sicilia i poveri praticamente abbandonati sono aumentati. Ed è stata drasticamente ridotta l’assistenza agli anziani e persino ai disabili!
Molte società regionali sono state sbaraccate, con il personale che si trova in cassa integrazione.
Quasi tutti gli enti regionali sono stati lasciati senza soldi.
Le arance rosse della Sicilia orientale sono a rischio. Parliamo di una delle più importanti produzioni di arance della nostra Isola, dal momento che le arance pigmentate siciliane presentano una qualità elevata dovuta alla presenza di particolari condizioni climatiche (l’Etna). Una malattia virale – la Tristeza – sta distruggendo le arance rosse della Sicilia (COME POTETE LEGGERE QUI). A parte le chiacchiere, non c’è un solo intervento da parte della Regione.
Anche lo scorso anno il grano duro siciliano (per la cronaca, il grano duro del Sud Italia è uno dei migliori del mondo sotto il profilo della qualità) è stato oggetto di una speculazione in negativo (prezzi bassi). Nessun intervento da parte della Regione.
L’elenco delle attività definanziate potrebbe continuare: i beni culturali abbandonati, gli interventi mancati per il dissesto idrogeologico, l’erosione delle coste e via continuando.
In tutto questo il Governo regionale di Nello Musumeci ha trovato ‘normale’ non contestare l’ulteriore taglio operato dal Governo nazionale dell’IVA che spetta alla Sicilia.
Da quando l’IVA esiste lo Stato ne trattiene una parte che spetta invece per intero alla Regione, calpestando le previsioni dello Statuto siciliano. Fino all’anno scorso scippava alla nostra Regione 3,4 miliardi di euro. Da quest’anno scipperà 4,2 miliardi di euro. Ci rubano altri 800 milioni di euro.
L’assessore Marco Falcone è stato inviato a Roma dal presidente della Regione, Musumeci – per la precisione, alla seduta del Consiglio dei Ministri – non per contestare lo scippo di altri 800 milioni di euro sull’IVA, ma per ratificarlo!
Lo scippo di altri 800 milioni di euro di IVA è uno degli effetti nefasti del secondo ‘Patto scellerato’ firmato dall’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, con il Governo nazionale.
Si pensava che il Governo Musumeci – così almeno diceva lo stesso Musumeci in campagna elettorale – dovesse interrompere l’ascarismo che ha caratterizzato il precedente Governo. Invece, nei fatti, almeno fino ad oggi, il Governo Musumeci sta proseguendo sulla strada ascara del Governo Crocetta.
Il fatto che, qualche giorno dopo aver avallato il taglio di 800 milioni di euro di IVA senza nemmeno protestare, Musumeci, a Sala d’Ercole,in occasione delle dichiarazioni programmatiche, abbia detto che gli “accordi finanziari con Roma” debbano essere ridiscussi, non significa proprio nulla.
Certo, in politica le parole sono importanti. Ma ancora più importanti sono i fatti. Musumeci parla bene, ma di fatti concreti non se ne vedono.
In queste ultime ore, per esempio, Musumeci si dice solidale con Biagio Conte, il missionario laico che a Palermo ha fondato la ‘Missione di speranza e Carità’. Biagio Conte – come tantissimi cittadini – si è stancato di vedere centinaia e centinaia di senza tetto che, a Palermo, dormono al freddo.
Per carità, il primo che ha abbandonato i senza tetto di Palermo è l’amministrazione comunale di Leoluca Orlando. Ma Musumeci che annuncia che nei prossimi giorni incontrerà Biagio Conte (e dove lo incontrerà? nella ovattata sede di Palazzo d’Orleans o per la strada?) non è migliore di Orlando e della sua scalcagnata amministrazione comunale.
Invece della chiacchiere vacue e fatue perché il presidente Musumeci non evita di regalare a Roma i soldi dei siciliani? Con gli 800 milioni che si è fatto scippare dal Governo nazionale avrebbe potuto dare un tetto ai senza tetto di Palermo e far tornare Biagio Conte nella sua ‘Missione’.
Invece Biagio Conte dorme ancora fuori per protesta mentre il Comune di Palermo e la Regione fanno solo danni.
Il Comune di Palermo cerca in tutti i modi di scippare soldi ai cittadini tra pressione fiscale alle stesse e ZTL (COME POTETE LEGGERE QUI). Mentre la Regione di Musumeci emula il Governo Crocetta regalando soldi dei siciliani a Roma.
Foto tratta da siciliaunonewes.com
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