La ‘carrozza’ è quella con la quale l’ex Ministro Totò Cardinale vorrebbe assicurare alla figlia Daniela la terza legislatura alla Camera dei deputati nel PD. Ma a Caltanissetta, nel Partito Democratico – soprattutto tra i giovani – monta la protesta contro le “candidature dinastiche”. Un problema, per il PD siciliano, perché senza poltrone Cardinale e i suoi potrebbero scappare verso altri lidi…
Sulla carta Daniela Cardinale, la figlia del ‘mitico’ Totò Cardinale da Mussomeli, avrebbe diritto alla ricandidatura. Ha alle spalle due legislature alla Camera e il terzo mandato è previsto dallo statuto del PD, partito nel quale Totò & figlia militano. O quasi…
Infatti a nessuno sfugge che Totò Cardinale, dopo la secca batosta presa alle ultime elezioni regionali da Sicilia Futura (la sua ultima ‘creazione’ politica-partitica), abbia cercato di intrufolarsi nel centrodestra, in considerazione del fatto che il Governo regionale di Nello Musumeci, nella nuova Assemblea regionale siciliana, non ha una maggioranza.
I due deputati ‘cardinalizi’ dell’Ars – Nicola D’Agostino e Edy Tamajo – già ‘bazzicano’ il centrodestra. Anche se ufficialmente sono ancora nel centrosinistra.
Il dubbio, insomma, è che Totò Cardinale da Mussomeli, al solito suo, stia giocando su almeno due tavoli: con il centrosinistra per le imminenti elezioni politiche e con il centrodestra per i prossimi cinque anni di governo alla Regione.
Per le elezioni politiche nazionali Totò da Mussomeli vorrebbe piazzare la figlia Daniela nel mega-collegio plurinominale per la Camera che ingloba Sciacca (Sicilia 1 – 09), Agrigento (Sicilia 1 – 07) e Gela-Caltanissetta (Sicilia 1 – 04). Questo collegio eleggerà sei parlamentari e Totò pensa di fare rieleggere.
Tutto facile? Per niente! I giovani democratici nisseni non sembrano andare incontro ai sogni dell’ex democristiano Cardinale:
“Vogliamo evitare che si ripeta quanto successo anche in occasione delle ultime primarie per la segreteria nazionale, quando alle Convezioni dei circoli si è registrata una schiacciante vittoria di Renzi, con una percentuale superiore al 70%, risultato poi ribaltato dal voto nei gazebo, tanto che la nostra provincia è stata l’unica conquistata da Andrea Orlando. Un ribaltamento dell’esito congressuale frutto del rifiuto del metodo di costruzione della lista a sostegno di Matteo Renzi, con candidati imposti dall’alto”.
E questa è la prima. Dopo di che aggiungono:
“Per tali ragioni riteniamo infausto per il PD la riproduzione di un metodo contestato dai democratici della provincia di Caltanissetta; cosi come sarebbe controproducente la riproposizione di candidature dinastiche, le quali rischierebbero di rendere ancora più acuta e senza ritorno la crisi del partito”.
La parola “dinastiche” è chiaramente rivolta alla dinastia politica di casa Cardinale. Seguono le possibili proteste:
“Non vorremmo arrivare ad iniziative eclatanti, al disimpegno, alla chiusura dei circoli. Pertanto, ancora una volta ed a gran voce, rivendichiamo il diritto all’individuazione dei candidati nel nostro territorio. Anche le ultimissime vicende regionali (elezione del Presidente dell’Ars e del capogruppo PD) non ci hanno aiutato a smarcarci da logiche ormai stantie che ci impediscono di essere credibili e autorevoli agli occhi dei cittadini siciliani. Forse alcuni esponenti nazionali tra gli errori compiuti possono annoverare anche quello di essersi fidati in Sicilia dalle persone sbagliate. Oggi, a quasi due mesi dal voto per le elezioni politiche, sentiamo il bisogno di dire che è improcrastinabile un cambio di rotta e quindi è opportuno da subito cambiare metodi e ove necessario anche uomini”.
“È indispensabile ripartire e fare di tutto per evitare una deriva a destra e fermare l’avanzata delle forze populiste – scrivono ancora i giovani democratici -. Tutti dovremmo fare il possibile per ritrovare, prima all’interno del Partito Democratico e poi di tutto il centrosinistra, le ragioni dello stare insieme, partendo dai valori e dagli ideali che vanno difesi dal pericoloso vento di destra e populista, ricco di egoismi e che soffia in tutto il mondo ed in Europa. Non è più possibile subire decisioni assunte da gruppi ristretti di plenipotenziari e capicorrente”.
A questo punto il messaggio politico preciso:
“Segnaliamo che l’ultima direzione provinciale ha unanimemente detto no a candidature che non dovessero essere indicate e condivise dagli organismi territoriali del partito. I candidati nei collegi uninominali e plurinominali non possono arrivare dall’alto solo al fine di consolidare leadership ed equilibri interni di partito”.
Sulle candidature alle elezioni politiche nazionali di Caltanissetta e dintorni interviene anche il parlamentare regionale del PD, Giuseppe Arancio:
“È evidente – dice Arancio – che non è più possibile rinviare il tema della scelta delle candidature alle prossime elezioni politiche, che devono essere vera espressione del territorio. Il nostro elettorato non capirebbe scelte imposte dall’alto senza nessun collegamento con la provincia. Il rischio sarebbe quello di una deriva elettorale che non possiamo permetterci”.
“Conosco tutti i segretari dei Circoli, i Giovani Democratici ed i nostri amministratori della provincia di Caltanissetta – aggiunge Arancio – e so con quanto impegno e fatica lavorano quotidianamente per tenere alta la bandiera delle nostre idee”.
Quindi la staffilata finale:
“Questo territorio ha subito la grave ‘assenza’ del proprio deputato nazionale e l’inquietudine manifestata da tutto il quadro dirigente provinciale del PD non può che avviare una riflessione profonda nel partito”.
Per il PD siciliano, già alle prese con una pesante crisi di credibilità (e di voti), il problema è serio. Se nel mega-collegio nissen-agrigentino dovessero candidare, anzi, ricandidare Daniela Cardinale arriverebbero le già annunciate “iniziative eclatanti”; se vinceranno i giovani del PD, beh, cardinale, senza la figlia in lista, potrebbe…
Visto che a Caltanissetta e dintorni il clima, nel PD, è caldo, si potrebbe cercare una soluzione ‘democristiana’: magari, un altro collegio – naturalmente plurinominale (leggere proporzionale), ci mancherebbe! – per la figlia di Totò da Mussomeli.
E chi glielo dice ai messinesi, ai catanesi, ai palermitani, ai siracusani, insomma agli elettori non nisseni che dovrebbero votare la nissena figlia di Cardinale?
Per non parlare di Rosario Crocetta, l’ex presidente della Regione al quale Renzi in persona ha promesso un seggi…
Per non parlare dei ‘paracadutati’, cioè per i candidati che nulla hanno a che vedere con la Sicilia, ma che i vertici del PD impongono alla ‘colonia sicula’ ad ogni elezione nazionale?
Sembrerebbe che Renzi chieda il posto, anzi i posti per almeno due ‘paracadudati’.
Che ‘vucciria’…
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