In campagna elettorale il ‘prode e onesto’ Nello Musumeci prometteva ferro e fuoco contro Roma. Ora che è presidente non va nemmeno nella ‘Capitale’ a difendere la Sicilia. E’ diventato un agnellino. E con il suo sodale Armao – degno in tutto e per tutto di lui – si accinge a regalare ai siciliani altre penalizzazioni, così dice, per almeno tre anni. Un uomo tutto d’un pezzo, Musumeci. Soprattutto coerente… Le stupefacenti dichiarazioni di Baccei. E la Corte dei Conti che avrebbe ‘parificato’ un consuntivo con i ‘buchi’
Notiamo con grande interesse che, improvvisamente, tutti sono diventati grandi esperti di contabilità pubblica. Ci riferiamo, in particolare, ai dati del Bilancio regionale ‘sciorinati’ in conferenza stampa dal presidente della Regione, Nello Musumeci, e dall’assessore all’Economia, Gaetano Armao. Da quanto hanno affermato questi due governanti, la Regione siciliana presenterebbe un disavanzo pari a 5 miliardi e 900 milioni di euro.
A noi questa cifra sembra un po’ stramba: cosa che abbiamo già scritto, dando per scontata la buona fede di Musumeci e di Armao (COME POTETE LEGGERE QUI).
Sono passati due giorni e noi pensavamo sarebbe arrivato un chiarimento. Ma il chiarimento da parte di Musumeci e Armao non è arrivato. Abbiamo esagerato con la buona fede? Il dubbio ci assale.
E’ arrivata invece una precisazione dell’ex commissario di Renzi in Sicilia, ovvero dell’ex assessore all’Economia, Alessandro Baccei.
La dichiarazione di Baccei che leggiamo su Live Sicilia, a proposito del disavanzo di 5,9 miliardi di euro della Regione, è stupefacente. Dice Baccei:
“Il valore del disavanzo è già indicato nel Rendiconto 2016, non è una novità, non è una notizia e non servivano 15 esperti. Ma da dove proviene? Deriva dall’operazione di cancellazione dei residui attivi non più esigibili, ossia di quei crediti generati dai governi antecedenti al Governo Crocetta che avevano bassissime o nessuna possibilità di essere riscossi (stiamo parlando, ad esempio, delle finte valorizzazioni immobiliari del Governo Lombardo). È una operazione obbligatoriamente richiesta dal decreto n. 118/2013, auspicata da tantissimi anni dalla Corte dei Conti e coraggiosamente effettuata dal Governo Crocetta in totale allineamento con la Ragioneria Generale dello Stato e che ha ricevuto il plauso della Corte dei Conti, già nel giudizio di parifica del Rendiconto 2015. Tale operazione, come previsto dal decreto n. 118/2013, viene ammortizzata in 30 anni ed è stata completamente coperta nel Bilancio di Previsione per ciascun anno di competenza. Non è quindi un buco, ma un’operazione di trasparenza nei bilanci, che sana i disastri compiuti nei governi precedenti al Governo Crocetta”.
Quindi la Corte dei Conti avrebbe ‘parificato’ il Bilancio consuntivo 2016 della Regione siciliana con un ‘disavanzo’ di 5,9 miliardi di euro? Non lo diciamo noi: lo dice l’ex assessore Baccei:
“Il valore del disavanzo è già indicato nel Rendiconto 2016, non è una novità, non è una notizia…”.
Il rendiconto 2016, come già ricordato, è stato ‘parificato’ dalla Corte dei Conti. Certo, non sono mancate le polemiche, come potete leggere negli articoli allegati in calce a questo articolo. Ma, alla fine, lo ribadiamo ancora una volta, la ‘parifica’ è arrivata.
Non solo. L’equilibrio del Bilancio della Regione siciliana è stato certificato nell’autunno dello scorso anno da una delibera della Giunta regionale non impugnata dal Governo nazionale.
Ne dobbiamo dedurre che, anche per il Governo nazionale, il ‘disavanzo’ di 5,9 miliardi di euro era un fatto normale. E questo è anche logico, perché si tratta soltanto di una parte dei soldi che Roma ha scippato in questi anni alla Regione siciliana!
Infatti, le somme delle quali, oggi, il presidente della Regione, Musumeci, e l’assessore Armao lamentano l’assenza sono la risultante delle illegittime sottrazioni di risorse finanziarie operate dallo Stato ai danni del Bilancio della Regione.
Sono gli scippi che questo blog ha documentato da quando è in rete.
Ci riferiamo ai due ‘Patti scellerati’ firmati dall’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, con il Governo Renzi: il ‘Patto scellerato’ del giugno 2014 e il ‘Patto scellerato’ del giugno 2016.
Con riferimento al primo ‘Patto scellerato’, è rimasto sempre il dubbio se aveva ragione il presidente Crocetta, che parlava di circa 3 miliardi di euro di minori risorse legittime per la Sicilia, o se aveva ragione l’Ufficio Bilancio dell’Ars, che quantificava gli effetti del primo ‘Patto scellerato’ in circa 5 miliardi di euro in meno per la Regione siciliana.
Con riferimento al secondo ‘Patto scellerato’, del quale questo blog ha pubblicato un’inchiesta in tre puntate a firma di Franco Busalacchi (CHE POTETE LEGGERE O RILEGGERE QUI), segnaliamo, tra le altre ‘prelibatezze finanziarie’, la riscrittura truffaldina delle norme di attuazione dell’articolo 36 dello Statuto: atto con il quale lo Stato si è appropriato di risorse che, a norma dello Statuto, spettano alla Regione, con riferimento all’IVA e all’IRPEF (SULLO SCIPPO DELL’IVA POTETE LEGGERE QUESTO ARTICOLO e QUESTO ARTICOLO).
Ricordiamo che di questi due ‘Patti scellerati’ non siamo mai riusciti a leggere il parere dell’Ufficio legislativo e legale della Regione e il parere dell’Ufficio analogo dell’Ars.
Nell’articolo su Live Sicilia l’ex assessore Baccei, con grande faccia tosta, ripropone come cosa buona e giusta la cancellazione dal Bilancio della Regione siciliana dei cosiddetti residui attivi, che sarebbero alla base del ‘disavanzo’.
Argomento che questo blog ha affrontato con dovizia di particolari, riportando le perplessità espresse nel luglio del 2016 dalla Corte dei Conti: “A rischio il concreto esercizio delle funzioni fondamentali e la destinazione delle risorse verso i necessari investimenti” (COME POTETE LEGGERE QUi PER ESTESO).
Da quello che a noi risulta, dal Bilancio della Regione siciliana sono stati in parte spostati in avanti negli anni e in parte cancellati circa 10 miliardi di residui attivi. La metà di questi fondi, come già ricordato, è stata spostata negli anni successivi (e sarebbe interessante capire che fine hanno fatto), mentre l’altra metà – circa 5 miliardi di euro – è stata cancellata.
La cancellazione di questi 5 miliardi di euro circa – lo ribadiamo – è avvenuta con assoluta mancanza di trasparenza. Fino ad oggi non si è mai capito – o quanto meno non è stato detto ufficialmente – chi sono stati i beneficiari di questo regalo fatto dalla Regione amministrata dal centrosinistra.
Con lo stupore dei siciliani che, due mesi prima della cancellazione, avevano avuto riconfermato questi 5 miliardi di euro come residui attivi dalla Corte dei Conti!
L’ex assessore Baccei ha ragione quando ricorda che la magistratura contabile spingeva per fare chiarezza sui residui attivi. Ma fare chiarezza non significa – come ha fatto il Governo Crocetta, sotto la guida di Baccei e con l’avallo dei partiti di centrosinistra, PD siciliano in testa – cancellare con un colpo di spugna 5 miliardi di euro!
Il decreto n. 118 – al quale fa riferimento Baccei – impone il riaccertamento straordinario e l’eliminazione dei crediti dal Bilancio solo là dove se ne accerta l’inesigibilità.
La verità è che la gran parte di questi 5 miliardi circa cancellati dal Bilancio della Regione erano crediti la stessa Regione vantava verso lo Stato. E poiché lo Stato italiano, fino a prova contraria, non è insolvente, anche in questa occasione la Regione siciliana è stata penalizzata!
Gli uffici della Regione hanno chiesto la riconciliazione contabile. Ma a noi risulta che gli uffici dello Stato non hanno mai risposto!
Bastava questa mancata risposta di Roma per cancellare tali crediti? A nostro modesto avviso, no. Ed è gravissimo che la cancellazione di tali crediti sia avvenuta. Perché i soldi che mancano oggi alla Regione siciliana sono anche questi 5 miliardi cancellati dal Bilancio con un colpo di spugna!
Queste vicende Musumeci e Armao le conoscono benissimo. Ed è singolare che, oggi, il presidente della Regione e l’assessore all’Economia facciano finta di non sapere come stanno le cose.
Questo blog ha sempre denunciato i ‘magheggi’ di Bilancio del passato Governo regionale.
Ma Baccei è stato inviato in Sicilia da Renzi per fare il lavoro sporco: cosa che, dal punto di vista romano, ha fatto ‘egregiamente’.
Incredibile, oggi, è invece l’atteggiamento di Musumeci e Armao, che si rifugiano dietro il ‘disavanzo’…
Ma lei, presidente Musumeci, nella passata legislatura, non è stato uno dei 90 parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana? E non ha visto nulla? Non sa niente dei ‘Patti scellerati’ di Crocetta? Non sa niente dello scippo operato da Roma con i 5 miliardi di residui attivi cancellati? Forse ci sta dicendo che le sue conoscenze, in materia di Bilancio della Regione, sono pari a quelle del suo predecessore dalla firma facile?
E che dire del blasonato assessore all’Economia, avvocato Armao, diventato tale non per i voti che non ha preso, visto che non è stato nemmeno candidato alle ultime elezioni regionali, ma per volere di Berlusconi?
Sapete qual è la squallida verità di questa storia, cari Siciliani? Che il passato Governo regionale, per bocca di Baccei, e l’attuale Governo regionale di Musumeci e Armao si rinfacciano l’un l’altro le responsabilità di una situazione finanziaria pesantissima.
Noi non siamo bravi come Baccei e come Armao, ma una cosa è sotto i nostri occhi e sotto gli occhi di 5 milioni di Siciliani: e cioè una Regione siciliana in fallimento:
una Regione che, a causa dei tagli romani, ha fatto fallire le Province, mandando in malora le strade provinciali, scaricando sui dirigenti scolastici la responsabilità della manutenzione delle scuole ed eliminando molti dei controlli sull’ambiente;
una Regione definanziata che sta mandando in fallimento i Comuni;
una Regione che non ha i soldi per tutelare il verde pubblico che non è ancora stato ‘inghiottito’ dagli incendi estivi;
una Regione che non ha più le risorse per tutelare i beni culturali;
una Regione che non ha più le risorse per tutelare l’ambiente;
una Regione che dirotta buona parte dei fondi della sanità pubblica siciliana per finalità che nulla hanno a che vedere con la stessa sanità;
una Regione che, contemporaneamente, continua a tagliare sulla sanità pubblica siciliana per fronteggiare in modo improprio i tagli dello Stato e via continuando con altre incredibili penalizzazioni.
Attenzione: queste cose Musumeci le conosceva bene. E si è candidato alla presidenza della Regione per combatterle. La stessa cosa, in campagna elettorale, diceva Armao con i suoi amici ‘indipendentisti’, o presunti tali.
E che fanno questi due signori oggi che sono al Governo?
Musumeci non partecipa nemmeno alla seduta del Consiglio dei Ministri che ratifica lo scippo di una parte dell’IVA alla Sicilia! E dopo che si è preso i voti e si è fatto eleggere presidente della Regione ci viene a dire che, per tre anni, i siciliani si dovranno leccare la sarda!
Presidente Musumeci: ma lei non è stato eletto per andare a contestare le penalizzazioni che Roma ha inflitto alla Sicilia negli anni del Governo Lombardo e del Governo Crocetta?
Cosa le hanno detto a Roma per farla diventare un agnellino? Che stanno applicando il Fiscal compact? Che quest’anno toglieranno a ogni famiglia almeno mille euro tra aumento delle bollette di energia elettrica e gas perché non sanno dove trovare i soldi e che la Sicilia, quindi, continuerà ad essere rapinata?
Lei che ha risposto? Ha calato la testa?
Certo, può sempre alleggerire la sua posizione rispondendo che lei, alla fine, è stato eletto grazie ai voti degli “impresentabili”, che non sono proprio voti “bellissimi” come la Sicilia “bellissima” che lei prometteva in campagna elettorale.
Sono tutti o una buona parte degli 800 mila voti clientelari che voi del centrodestra vi scambiate con il centrosinistra: una volta agli uni e una volta agli altri, a turno, per gestire il potere e ‘incaprettare’ i siciliani per conto di Roma.
In una parola, l’ascarismo. Conosce il termine, presidente Musumeci? Sta già familiarizzando?
Quindi, presidente Musumeci, niente più “guerra a Roma” per i soldi che ci ruba, ma altri sacrifici, dopo quelli degli anni passati!
Insomma, a lei ‘st’elezione alla presidenza della Regione siciliana, onorevole Musumeci, non serve per risolvere i problemi dei siciliani – che lei, come i sui predecessori, sta aggravando – ma per ‘cassariarsi’, come si usa dire a Catania, magari in via Etnea e dintorni, la domenica, vestito a festa, facendosi chiamare “presidente” di qua, “presidente” di là e bla bla bla.
Un “presidente” del nulla, onorevole Musumeci: presidente di una Regione siciliana che sta per fare la fine dell’isola Ferdinandea…
E che dire di Armao? In campagna elettorale annunciava fuoco e fiamme contro Roma. E cosa dice oggi? Ancora più accondiscendente di lei, presidente Musumeci: fate a gara a chi accondiscende di più…
Nel Bilancio regionale – questo il ragionamento dell’assessore Armao, che adesso fa finta di non sapere cosa sono gli accantonamenti negativi (soldi che non ci sono, ma iscritti nel Bilancio con l’impegno, di Roma, di erogarli) – ci sono soldi che debbono ancora arrivare da Roma: se arriveranno li utilizzeremo, sennò niente!
E sarebbe questo, il suo ruolo, assessore Armao? Genuflettersi ai voleri romani? E la sua annunciata “guerra” contro gli scippi che Crocetta avallava che fine ha fatto? Invece di chiacchierare con i suoi illustri consulenti non dovrebbe essere a Roma a contestare gli scippi?
Presidente Musumeci e assessore Armao: è tutta qui la vostra “operazione verità” sui conti della Regione?
Sull’articolo 36 dello Statuto – con le nuove, truffaldine norme di attuazione – non avete nulla da dire?
Sull’articolo 37 dello Statuto non avete nulla da dire?
Sull’articolo 38 dello Statuto non avete nulla da dire?
Sui circa 600 milioni anno che, dal 2009, lo Stato ruba alla sanità siciliana (ci sono oltre 5 miliardi di euro di arretrati) non avete nulla da dire?
Siete diventati uguali, se non peggiori, di Crocetta e del PD siciliano?
Ma che figura state facendo?
Diteci: dopo tutte le promesse fatte e tutti gli impegni assunti che adesso vi state rimangiando, ad uno ad uno, la mattina, prima di uscire da casa, riuscite a ancora a riconoscervi?