Giuste le lamentele dei vertici di enti e associazioni culturali della Sicilia. Ma è bene ricordare che gli attuali tagli sono il frutto degli scippi finanziari operati da Roma in danno del Bilancio della Regione. Il punto è sempre quello. Ma molti ‘intellettuali’ fanno finta di non saperlo. I tagli alla sanità e alle attività delle associazioni antimafia che insegnano ai giovani la legalità
Strana terra, la Sicilia. Da quando questo blog è in rete abbiamo costantemente denunciato gli scippi finanziari operati da Roma al Bilancio della Regione. Ma, spesso, abbiamo gridato nel deserto. Perché denunciamo e continuiamo a denunciare questi ‘furti’, operati da Roma, in molti casi calpestando lo Statuto siciliano? Perché sono soldi tolti ai siciliani.
Soldi scippati, ad esempio, alla sanità. Il passato Governo regionale di Rosario Crocetta, ad esempio, per fronteggiare i tagli del Governo nazionale, ha iniziato a ‘saccheggiare’ i fondi della sanità: con i fondi che dovrebbero servire agli ospedali pubblici – per esempio, per il potenziamento dei Pronto Soccorso – oggi la Regione paga impropriamente le rate dei mutui, l’ARPA e, in buona parte, gli oltre 2 mila dipendenti della SAS, una società regionale.
Non lo diciamo solo noi: l’ha denunciato nel settembre del 2016 la Corte dei Conti (COME POTETE LEGGERE QUI).
Eppure non abbiamo registrato, nel 2016, grandi proteste sociali.
Solo nella seconda parte dello scorso anno l’informazione ha iniziato ad occuparsi dei disastri della sanità siciliana. Sempre per citare un altro esempio, solo dopo che qualche persona importante è incappata nel caos dei Pronto Soccorso della Sicilia.
Fino a quanto nel caos dei Pronto Soccorso incappano i normali cittadini, religioso silenzio. Se però ci finisce una persona importante la cosa diventa insopportabile…
Attenzione: giusto lamentarsi dei disservizi sanitari. Ma il caos va denunciato sempre.
Caos – lo ribadiamo – dovuto al sistematico definanziamento della sanità pubblica siciliana.
Però, ancora oggi, quando si parla di problemi della sanità siciliana, non solo non si parla degli tagli dello Stato al Bilancio della Regione, ma non si parla nemmeno dei 600 milioni di euro all’anno che lo Stato scippa alla sanità siciliana dal 2009 (COME POTETE LEGGERE QUI).
Ne ha parlato, nella scorsa legislatura, solo il parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Sergio Tancredi – uno dei pochi deputati che segue le questioni finanziarie. poi, il silenzio tombale.
Intanto gli scippi al Bilancio regionale continuano.
Un miliardo e 300 milioni di euro all’anno per risanare i conti dello Stato che non si risanano mai.
Due ‘Patti scellerati’ firmati dall’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, con il Governo Renzi.
Nel secondo ‘Patto scellerato’ – che risale all’estate del 2016 – c’è anche una riscrittura truffaldina delle norme di attuazione dell’articolo 36 dello Statuto approvata dalla passata Assemblea regionale siciliana e dai parlamentari nazionali di centrosinistra eletti in Sicilia.
Per non parlare della cancellazione, altrettanto truffaldina, dei crediti vantati dalla Regione verso terzi (e tra questi terzi c’è anche lo Stato).
L’ascarismo si ferma con il Governo regionale passato? Non esattamente. Anche il nuovo Governo di Nello Musumeci ha già dato un bel ‘saggio’, regalando alla Stato una valanga di soldi sull’IVA.
Parliamo di una vicenda incredibile andata in scena nei giorni scorso a Palazzo Chigi. Dove, per conto del presidente della Regione siciliana, Nello Mjusumeci, era presente l’assessore Marco Falcone.
Una storia – ribadiamo: incredibile – denunciata da Massimo Costa sul sito di Siciliani Liberi. Ricordiamo che Massimo Costa non è solo uno dei leader degli Indipendentisti siciliani, ma è anche docente ordinario di Economia presso l’università di Palermo (QUI POTETE LEGGERE QUELLO CHE E’ SUCCESSO: OVVERO LO SCIPPO SULL’IVA IN DANNO DEL BILANCIO REGIONALE).
Ancora aspettiamo che il Governo Musumeci vada in Aula a spiegare quello che ha combinato a Roma sull’IVA.
In queste ore infuriano le polemiche sul taglio dei fondi alle associazioni culturali. Proteste legittime, sia chiaro.
Però, visto che parliamo di cultura, ci chiediamo: ma dove erano gli ‘intellettuali’ quando con i due ‘Patti scellerati’ Renzi e Crocetta depauperavano il Bilancio della Regione? I presidenti di enti e associazioni culturali pensavano veramente che i tagli romani, alla fine, non avrebbero penalizzato anche le loro attività?
Tra l’altro, questo va detto per onestà di cronaca, i tagli alle attività culturali non sono cominciati oggi. Già ai tempi del Governo di Raffaele Lombardo la ‘celebre’ Tabella H è stata ampiamente rimaneggiata e ridotta.
Oggi i fondi erogati alle associazioni e agli enti culturali sono veramente al limite del ridicolo. Cosa deve fare con 150 mila euro all’anno un’associazione culturale che deve pagare il personale, occuparsi della manutenzione di beni – spesso delicatissimi – e organizzare almeno una manifestazione all’anno?
In tutto questo si stanno colpendo anche le associazioni antimafia che coinvolgono i bambini e i giovani insegnando loro la cultura della legalità. E questo, in Sicilia, è un fatto gravissimo.
Ma i tagli sono arrivati anche per loro.
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