PD: chi ha votato Miccichè? Lo stabilirà una seduta spiritica…

17 dicembre 2017

In queste ore nel PD siciliano succede un fatto solo apparentemente inspiegabile: tutt’e undici i deputati del PD all’Ars negano di aver votato per Miccichè. Il problema è che, quattro di loro, hanno votato in favore del nuovo presidente dell’Ars. E allora? E’ successo qualcosa di ‘medianico’ che solo una seduta spiritica potrà spiegare

L’elezione del suo pupillo Gianfranco Miccichè alla presidenza del Parlamento siciliano lo consegna al dibattito politico come il grande sputtanato del giorno. Ma per fortuna, a disposizione di Silvio Berlusconi ci sono le Tv, da dove fa sapere che non c’è alcun accordo tra Forza Italia e il PD. Ma siccome di bugie l’ex Cavaliere ne ha raccontate e ne continua a raccontare tante, beh, a questa ci crede solo lui…

Intanto, sull’esito delle votazioni di Sala d’Ercole, il dibattito all’interno del PD siciliano, è sempre più interessante. Tutti ammettono che, in questo partito, quattro deputati hanno votato per Gianfranco Miccichè. La cosa stranissima è che nessuno degli undici parlamentari ammette di aver votato per eleggere il coordinatore di Forza Italia nell’Isola presidente dell’Assemblea regionale siciliana.

Che fare? L’unico modo per venirne a capo è la convocazione di una seduta spiritica. Per definizione, la seduta spiritica, conosciuta anche come seduta medianica, è una delle pratiche più note nello spiritismo.

Poiché è impossibile riuscire a capire chi, tra gli undici deputati del PD all’Ars, ha votato per Miccichè, non resta che rivolgersi ad entità spirituali ponendo loro domande specifiche.

Resta da capire chi dovrebbe convocare la seduta spiritica. In queste ore si stanno passando in rassegna deputati nazionali e regionali del PD e anche dirigenti dello stesso partito. Si cerca di capire chi è il più ‘spirituale’ di tutti.

Stando a indiscrezioni, sarebbero già stati scartati Antonello Cracolici e Davide Faraone. Si pensava al segretario regionale del partito, Fausto Raciti. Ma, alla fine, anche lui non rispondeva ai requisiti richiesti per chiedere certe notizie. Persino Giuseppe Lupo non viene considerato in grado di percorrere la via medianica alla verità sulla votazione all’Ars.

Cerca e ricerca, a quanto pare nel PD siciliano non ci sarebbero personalità altamente ‘spirituali’, tali da poter garantire un collegamento con il mondo degli spiriti. Non è da escludere che, alla fine, il PD chieda in prestito un soggetto ‘spirituale’ a Forza Italia (con l’esclusione di Miccichè, per palese conflitto di interessi) o, forse, al presidente della Regione, Nello Musumeci, che dopo le sue invocazioni a Nostro Signore Iddio e alla Madonna sembra tutto sommato abbastanza ‘spirituale’.

Stando alle solite indiscrezioni, sembrerebbe che, durante la terza votazione – quella che ha eletto il candidato di Berlusconi e di Renzi alla presidenza dell’Ars, cioè Miccichè – quattro deputati del PD avrebbero subito un’alterazione della coscienza – che viene chiamata “trance medianica” – e avrebbero votato per Miccichè senza volerlo.

Da qui il fatto che nessuno dei quattro, oggi, ricorda di aver ubbidito agli ordini di Renzi…

Le cronache politiche registrano, intanto, una dichiarazione del deputato regionale del PD, Michele Catanzaro, a Live Sicilia. Anche lui, come quasi tutti gli altri undici parlamentari di questo partito, nega di aver votato per Miccichè:

“Smentisco categoricamente ogni illazione che possa riguardarmi. Sono un uomo di partito leale, non certo un franco tiratore. Oltretutto, non avrei avuto alcun interesse di posizione a scegliere un candidato diverso da Di Pasquale, appartenente peraltro alla nostra stessa area politica. Non capisco, in ogni caso, quale sia il meccanismo secondo cui, sulla base di talune ricostruzioni politico-giornalistiche, saremmo stati proprio noi, e non altri, a far mancare i voti necessari”.

“Si abbia, piuttosto – aggiunge Catanzaro – il coraggio di dire che in questa vicenda ad uscire male è l’intero PD, e questo deve fare riflettere, perché qui è in gioco l’azione di un partito, non certo quella di una singola corrente. E si abbia il coraggio di dire che situazioni come questa possono essere evitate solo in modo: abolendo il voto segreto. È questo quello che si vuole? Per me va benissimo”.

Insomma, per il giovane Catanzaro, l’unico modo, per il PD, di evitare che i  deputati si accusino l’uno con l’altro di aver votato contro le indicazioni del partito del quale fanno parte, è abolire il voto segreto.

E pazienza se il voto segreto è uno strumento di democrazia che consente ai parlamentari di votare secondo coscienza.

Del resto, chi l’ha detto che, in politica – soprattutto nel PD – la coscienza serva a qualcosa?

Visto che i parlamentari del PD non hanno il coraggio (o la coscienza?) di dire la verità, beh, facciamo fare al voto segreto la fine che ha fatto l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e la fine che Renzi avrebbe voluto fare fare alla Costituzione italiana…

 

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