Oggi i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle hanno abbandonato Sala delle Lapidi, sede del Consiglio comunale di Palermo. Ufficialmente contestano la conduzione dei lavori d’Aula e chiedono le dimissioni del presidente dell’assemblea cittadina, Salvatore ‘Totò’ Orlando, coinvolto in una vicenda giudiziaria. Ma, sotto sotto, c’è chi teme che la Corte dei Conti…
La speranza era che l’ennesima abbuffata dei debiti fuori Bilancio del Comune di Palermo targati centrosinistra – circa 33 milioni di euro – passasse inosservata. Invece così non è stato perché i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle si sono finalmente svegliati e sono usciti fuori dall’Aula. In quel momento – questa la nostra deduzione – la maggioranza di centrosinistra non doveva avere i numeri per andare avanti: e la seduta è stata sospesa.
Come detto, quest’anno il buon Natale dei debiti fuori Bilancio del Comune di palermo ammonta a 33 milioni di euro. Una somma enorme. Una vicenda, quella dei debiti fuori Bilancio del Comune di Palermo (e, in generale, di tanti Comuni e della Regione siciliana), che ormai è uno scandalo.
Questo blog ha più volte scritto sullo scandalo dei debiti fuori Bilancio del Comune di Palermo.
Due anni fa – sempre in occasione dei debiti fuori Bilancio, che sono un appuntamento fisso del Comune di Palermo amministrato dal centrosinistra – l’allora vice presidente vicaria del Consiglio comunale, Nadia Spallitta, dichiarava:
“La cosa strana dei debiti fuori bilancio del Comune di Palermo è che la maggior parte di questi debiti è frutto di sentenze che vede matematicamente il Comune perdere al Tribunale… Il dubbio, che in realtà è più di un dubbio – sottolineava due anni fa l’allora vice presidente vicaria del Consiglio comunale – è che a Palermo vada in scena una sorta di ‘triangolazione’ tra Giunta, Consiglio comunale e burocrazia del Comune. Il gioco potrebbe essere il seguente: gli assessori comunali indebitano il Comune con iniziative non previste dal Bilancio; lo stesso Comune non paga e si va in causa; l’ufficio legale del Comune, pur impegnandosi allo ‘stremo’, perde in Tribunale; e infine il Consiglio comunale (che per legge deve approvare i debiti fuori bilancio) approva e la partita si chiude. E così, per quest’anno, 24 milioni di Euro ‘mansi’ finiranno in tante tasche senza passare dal Bilancio…”. (QUI L’ARTICOLO PER ESTESO)
La stessa scena si sta ripetendo anche quest’anno, con 33 milioni di debiti fuori Bilancio. Al Comune di Palermo, insomma, c’è una sorta di prezzo fisso che varia da 32 a 33 milioni di euro…
La novità – ed era ora! – è che i grillini hanno finalmente capito che debbono fare opposizione. Questo il loro comunicato stampa:
“Oggi in Consiglio è regnato caos e l’anarchia. Per la seconda volta consecutiva Totò Orlando risulta assente, presente, invece, una delle persone coinvolte nell’inchiesta come ‘accusatore’, il vice segretario, Di Peri”.
Si tratta del vice segretario generale del Comune di Palermo, Serafino Di Peri, le cui dichiarazioni hanno inguaiato l’attuale presidente del Consiglio comunale, Salvatore ‘Totò’ Orlando, coinvolto in una vicenda giudiziaria.
Questo è un fatto politico non secondario. E infatti i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle non condividono il modo con il quale vengono condotti i lavori a Sala delle Lapidi, la sede del Consiglio comunale di Palermo. Parlano di “clima surreale” e aggiungono:
“Ribadiamo con fermezza che non ci sono le condizioni di serenità per potere proseguire con l’attuale presidente del Consiglio e invitiamo tutti i colleghi della maggioranza e minoranza ad un atto di responsabilità, a trarne le dovute conseguenze e chiedere le dimissioni di Salvatore Orlando”.
Quanto al merito della vicenda – la delibera che prevede il pagamento di una parte dei debiti fuori Bilancio (a quanto pare la strategia della maggioranza di centrosinistra è quella di portare in Aula i debiti fuori Bilancio ‘pezzo a pezzo’, in delibere separate.
A proposito della delibera portata in Consiglio comunale oggi – che prevede il pagamento di un lotto di debiti fuori Bilancio – i grillini scrivono:
“Con un colpo di mano rispetto a quanto previsto nei lavori d’aula si volevano approvare i debiti fuori bilancio, senza avere prima permesso al nostro gruppo consiliare di avere copia delle relative proposte di deliberazione. E quindi senza darci la possibilità di individuare eventuali responsabilità dell’amministrazione”.
Su Live Sicilia leggiamo le seguenti reazioni di alcuni esponenti della maggioranza di centrosinistra:
Dario Chinnici, capogruppo del PD:
“I Cinquestelle sostengono di aver abbandonato l’aula perché non erano in possesso delle delibere. Ma queste sono soltanto scuse strumentali, perché tutto ciò che è all’ordine del giorno in Consiglio è pubblico e consultabile. Anche un libero cittadino poteva accedere e leggere le delibere”.
Barbara Evola, presidente della commissione Bilancio del Consiglio comunale:
“Con il plateale gesto di uscire fuori dall’aula il Movimento 5 stelle ha tentato di bloccare i lavori del Consiglio comunale. Un atteggiamento che giudico pretestuoso. Il consigliere Forello (Ugo Forello, capogruppo del Movimento 5 Stelle ndr) avrebbe fatto meglio a dire con chiarezza che non voleva esprimere il voto sui debiti fuori bilancio. Capisco che possa essere imbarazzante, ma per il bene della città si devono anche assumere certe responsabilità”.
Paolo Caracausi: “I consiglieri comunali del M5s abbandonano l’aula dopo pochi minuti e dopo avere incassato il gettone di presenza prendendo a pretesto che non hanno ricevuto dei documenti”.
Che dire? Che, a nostro modesto avviso, i grillini di Sala delle Lapidi stanno dimostrando di essere meno sprovveduto di quanto si cerchi di farli apparire.
In questa storia dei debiti fuori Bilancio dei Comuni e della Regione c’è un’anomalia. E cioè:
i responsabili politici di questi debiti fuori Bilancio sono i sindaci e le rispettive Giunte per i Comuni; e il presidente della Regione e i suoi assessori per la Regione siciliana,
i responsabili amministrativi sono i burocrati comunali e regionali.
Ma, alla fine, ad approvarli sono i Consigli comunali nei Comuni e l’Assemblea regionale siciliana per la Regione.
Ma siccome questi debiti fuori Bilancio – nei Comuni e alla Regione – sono anomalie e sono già stati stigmatizzati dalla Corte dei Conti, è probabile che le opposizioni (e forse anche qualche esponente della maggioranza) abbiano deciso di non partecipare alle votazioni.
Anche perché, in Sicilia, di questi tempi, la Corte dei Conti non fa sconti…
Come recita un vecchio adagio siciliano, megghiu diri chi sacciu chi diri chi sapia…
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