C’e’ un’altra rappresentante dell’alta burocrazia siciliana che rischia di finire nel mirino della Corte dei Conti “per avere percepito illecitamente dalla Regione l’anticipo della buonuscita di 250 mila euro”. E’ Luciana Giammanco, alla guida del dipartimento della Funzione pubblica
di Giuseppina Varsalona PALERMO (ITALPRESS) – Dopo il caso dell’ex dirigente generale Anna Rosa Corsello (condannata a risarcire 163 mila euro per avere cumulato la propria retribuzione con i compensi provenienti come commissario liquidatore) e la notizia dell’illegittimità della nomina dell’ex segretaria generale di Palazzo d’Orleans, Patrizia Monterosso, c’e’ un’altra rappresentante dell’alta burocrazia siciliana che rischia di finire nel mirino della Corte dei Conti “per avere percepito illecitamente dalla Regione l’anticipo della buonuscita di 250 mila euro”. E’ Luciana Giammanco, alla guida del dipartimento della Funzione pubblica, la dirigente generale che presentò la domanda in ritardo rispetto alla scadenza dei termini del bando e che ora, dopo due anni, dovrà restituire la buonuscita che aveva chiesto anticipatamente per acquistare una casa al figlio. La vicenda – raccontata una settimana fa dall’ITALPRESS – è finita adesso sul tavolo dei magistrati contabili che hanno puntato i riflettori sul caso, dopo che il Fondo Pensioni della Sicilia, che gestisce i trattamenti degli ex dipendenti regionali, ha annullato per “violazione di legge”, il decreto con cui nel febbraio del 2015 il Servizio buonuscita dello stesso Fondo aveva anticipato il “tesoretto” alla direttrice. Budget che le era stato concesso, nonostante avesse inviato la documentazione 4 giorni dopo la scadenza dell’avviso.
Il decreto di revoca, pubblicato sul sito della Regione, non riportava il nome del responsabile, ma la cifra esosa faceva pensare si trattasse di un dirigente di prima fascia. Ecco i fatti. Il 6 febbraio del 2013 viene pubblicato l’avviso per chiedere la buonuscita prima della raggiunta maturazione di fine rapporto. Le istanze per acquisto casa, che andavano presentate all’Ufficio del personale della Funzione pubblica, dovevano arrivare al Fondo pensioni entro il 30 giugno. Dalla lettura del decreto di annullamento, emerge che la Giammanco avrebbe presentato la domanda giorno 28, in tempo, ma l’Ufficio del personale spedisce la documentazione il 4 luglio, ben 4 giorni dopo la scadenza del bando. Perche’? I documenti non erano completi? “La documentazione da allegare a corredo della domanda – si legge nel decreto – è stata predisposta successivamente al 30 giugno 2013”. Il Fondo pensioni, però, nel 2013, anziché ritenerla inammissibile, accetta la domanda ed eroga il prestito due anni dopo, nel 2015. A settembre di quest’anno, scoppia il caso. In seguito a un controllo delle buonuscite chieste dai dipendenti regionali per effettuare le spese sanitarie, il Fondo pensioni, accortosi della presunta violazione, avvia il procedimento per riavere indietro i soldi, che la dirigente dovrà restituire nel giro di qualche mese.
Una violazione di legge che avrebbe agevolato la burocrate a scapito, però, di 4 dipendenti in graduatoria che hanno visto posticipata di 5 mesi l’erogazione del mutuo e di altri 3 a cui fino ad oggi sono stati negati quei soldi con cui avrebbero potuto acquistare la loro prima casa, e non una per un familiare. (ITALPRESS)
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