Altro giro, altra corsa. Dopo la formazione della Giunta, via al toto burocrati e allo spoil system degli uomini chiave che negli assessorati gestiscono le chiavi della ‘macchina’ amministrativa siciliana. Ecco chi sale e chi scende…
Dopo settimane di toto assessori, boatos e ripescaggi dell’ultima ora, insediata la Giunta regionale, via al toto burocrati e allo spoil system dei dirigenti generali, gli uomini chiave che negli assessorati gestiscono le chiavi della ‘macchina’ amministrativa della Regione siciliana.
La legge regionale n. 10 del 2000, e le successive modifiche ed integrazioni, prevedono, infatti, la possibilità, per il nuovo Governo, di sostituire, entro 90 giorni, tutti i dirigenti generali. In caso di silenzio, vale la tacita conferma. Ma di cosa terrà conto il Governo Musumeci per ricollocare le varie tessere del puzzle?
Il neo presidente della Regione insiste molto sulla parola “discontinuità” rispetto al precedente Governo di Rosario Crocetta. Musumeci terrà conto della professionalità e delle specializzazioni dei dirigenti o dell’appartenenza politica?
Nel classico valzer di inizio legislatura c’è, come sempre, “chi sale e chi scende”. Boatos di Palazzo d’Orleans, raccolti dall’agenzia Italpress, vogliono che Patrizia Valenti, attuale dirigente generale dell’Ufficio Speciale Autorità di Audit, con un passato nelle file dell’UDC dell’ex governatore Totò Cuffaro prima e di Giampiero D’Alia poi (di Cuffaro è stata capo della segreteria tecnica), e candidata alle europee con Giampiero D’Alia, potrebbe essere spostata alle Autonomie locali, al posto di Maurizio Pirillo, che aspirerebbe alla poltrona del dipartimento delle Finanze dell’assessorato all’Economia.
L’altro posto chiave dell’Economia, la Ragioneria generale, finora dovrebbe restare in mano a Giovanni Bologna: pur essendo vicino al PD e ad Antonello Cracolici, in particolare, è stato capo di gabinetto dell’ex assessore al Lavoro ed ex Formazione Raffaele Stancanelli e, quindi potrebbe accontentare la voglia di rappresentanza degli ex AN.
Cambio al vertice della Programmazione, dipartimento che gestisce miliardi di finanziamenti europei e nazionali. Vincenzo Falgares, con un passato nell’ex Dc, potrebbe essere “punito” per il suo avvicinamento al senatore Beppe Lumia. Al suo posto, secondo quanto apprende l’Italpress, potrebbe arrivare Roberto Sanfilippo ingegnere palermitano, ex capo di gabinetto a Catania dell’ex sindaco Raffaele Stancanelli.
Potrebbe essere “promosso” e quindi confermato alla guida del dipartimento alle Infrastrutture e Trasporti Fulvio Bellomo. Con un passato nella Fiamma, è stato capo di gabinetto del sindaco di Catania Stancanelli. Trombato dall’ex governatore Raffaele Lombardo, è stato ripescato da Rosario Crocetta grazie ai buon rapporti con l’ex Segretaria generale di Palazzo d’Orleans, Patrizia Monterosso.
L’ex pm e già assessore alla Sanità del governo Lombardo, Massimo Russo, potrebbe andare a guidare il delicato sistema dei Rifiuti, accanto a Vincenzo Figuccia alla sua prima esperienza come assessore. Un ritorno, quello di Russo, che rafforzerebbe l’area di Lombardo ai piani alti della Regione.
A liberarsi è anche un’altra poltrona pesante: quella del Fondo pensioni, che dovrebbe le pensioni dei dipendenti regionali (ma che è stata in parte ‘saccheggiata’ dal passato Governo regionale), guidata oggi da Rosolino Greco. Apprezzato dirigente dell’ex presidente Cuffaro, da sempre nell’orbita dell’UDC, Greco è autore di vari testi sugli enti locali. Il direttore generale potrebbe tornare in via Trinacria alle Autonomie locali o spostarsi in via Ugo La Malfa, alle Attivita’ Produttive, per lavorare con Girolamo Turano (assessore Udc). Già commissario di vari Comuni, non ultimo quello di Gela, Greco fu “punito” da Crocetta e spostato dal dipartimento alla Famiglia, poi Pesca e infine al Fondo pensioni.
Alla Formazione potrebbe arrivare Salvo Taormina, Segretario generale della presidenza della Regione ai tempi di Cuffaro. Uscito di scena sotto la presidenza Lombardo e non ripescato da Crocetta, Taormina potrebbe prendere il posto di Gianni Silvia, prossimo alla pensione o andare al dipartimento Territorio e all’Ambiente, con l’assessore Toto Cordaro.
Luciana Giammanco, attuale dirigente alla Funzione pubblica, fu una delle dirigenti preferite di Raffaele Lombardo, che la volle al dipartimento Enti locali. Passata sotto le grandi ali di Crocetta e del senatore Lumia, ha guidato in quest’ultima legislatura il dipartimento del Personale della Regione. Rimarrà anche per i prossimi 5 anni nello stesso ufficio? Sembra difficile se si considera che Musumeci, da presidente della commissione Antimafia, parlò di incompatibilità della Giammanco che ha esercitato due ruoli incompatibili:dirigente generale del dipartimento della Funzione pubblica e responsabile regionale per la Prevenzione della corruzione e per la trasparenza.
Un’ultima chicca: dalla legge sullo spoil sistem è stata abolita la cosiddetta “clausola di salvaguardia” che obbligava il Governo a garantire al dirigente spostato un incarico equivalente dal punto di vista economico. Un obbligo che non esiste più. Il dirigente generale può tornare a fare quindi il dirigente semplice”.
(Giuseppina Varsalona per ITALPRESS)
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Da dipendente regionale con discreta anzianità di servizio, questo genere di danze non mi interessa ormai più di tanto. Un tempo, ritenevo che il vertice dell'amministrazione regionale avesse il primario obiettivo di far funzionare al meglio il dipartimento assegnato, programmando e promuovendo interventi che fornissero impulso e miglioramenti nell'attività istituzionale di competenza.
Invece ho dovuto amaramente constatare che oggi per un dirigente generale, di primaria importanza, c'è solo il raggiungimento degli obiettivi assegnati, spesso fumosi ed impalpabili ma, di contro, molto "concreti" per quanto riguarda le retribuzioni correlate.
Controlli di gestione inutili, spesso ridondanti e che appesantiscono l'attività degli uffici, servono solo a giustificare l'esistenza delle strutture dirigenziali di staff a capo delle quali, ovviamente, vengono preposti amici dei dirigenti generali.
E poi ci si chiede perché il personale del comparto è demotivato e non aspetta altro che la pensione....