Manca solo un incarico ufficiale a Totò Cuffaro. Per il resto, la restaurazione è al completo. Non solo Micciché e Lombardo. Musumeci è riuscito a resuscitare anche il potere di Ignazio La Russa da Paternò che, alla fine, nel braccio di ferro con la Lega, ha avuto la meglio. Parliamo di colui il quale, da Ministro della Difesa, ha aperto le porte al Muos di Niscemi, alla faccia dei siciliani e dei timori per la loro salute…
Manca solo un incarico ufficiale a Totò Cuffaro. Per il resto, la restaurazione è al completo. Il neo governatore, Nello Musumeci, che ieri sera ha ufficializzato assessori e deleghe, è riuscito in una impresa che in molti ritenevano impossibile: resuscitare tutti i vecchi nomi della politica siciliana. A fare la parte del leone in questo nuovo governo sono, infatti, personaggi come Gianfranco Micciché e Raffaele Lombardo. Il primo, oltre a puntare sulla Presidenza dell’Ars- che già di suo, secondo il manuale Cencelli, vale due assessorati- incassa quattro assessorati: Marco Falcone, 46 anni, avvocato ed ex capogruppo azzurro nella legislatura uscente, andrà alle Infrastrutture; Bernadette Grasso, avvocato, sindaco di Rocca di Caprileone (in provincia di Messina), sempre vicina a Gianfranco Micciché, eletta già nella scorsa legislatura in Grande Sud, andrà alle Autonomie Locali; Edy Bandiera, siracusano 43 anni, laureato in scienze Agrarie, andrà alle Risorse agricole. C’è poi Vittorio Sgarbi che sarebbe un “tecnico”, ma di fatto è stato imposto da Silvio Berlusconi. E c’è anche Gaetano Armao, docente universitario che andrà all’Economia e avrà la vicepresidenza della Regione. Nel suo caso si tratta di un assessorato in “mezzadria”: Armao è da sempre vicino a Forza Italia (che ha insistito per il suo ritorno in via Notarbartolo), ma è stato anche un fedelissimo di Raffaele Lombardo, nonché suo assessore al bilancio. Un bel bottino per un partito che con il 16%- questa è la percentuale raggiunta da Forza Italia alle elezioni- dei voti si pappa bocconcini più che sostanziosi
Sempre Lombardo riesce a piazzare un altro colpo con Mariella Ippolito, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Caltanissetta, e presidente provinciale di Federfarma, che avrà la delega della Famiglia e dei Servizi sociali. E ancora, la vice presidenza dell’Ars con Roberto Di Mauro.
Non solo Micciché e Lombardo. Musumeci è riuscito a resuscitare anche il potere di Ignazio La Russa da Paternò che, alla fine, nel braccio di ferro con la Lega, ha avuto la meglio: a lui, infatti, si deve la scelta del nuovo assessore al Turismo, Sandro Pappalardo, ufficiale dei carabinieri. I patti, secondo quanto sostengono i leghisti, erano diversi: a Fratelli d’Italia un nome nel listino del Presidente, agli esponenti del partito di Salvini l’indicazione di un nome da portare in giunta. La Russa ha fatto saltare il banco. Risultato: il deputato in quota Salvini, Tony Rizzotto, passa all’opposizione e la già risicata maggioranza di Musumeci che poteva contare su 36 deputati su 70 e adesso conta su 35 parlamentari, esattamente la metà dei parlamentari presenti all’Ars. Ma le conseguenze più gravi potrebbero manifestarsi, come vi abbiamo detto qui, a livello nazionale. L’alleanza Forza Italia- Lega- FDI, traballa.
A questo proposito va, però, segnalato un particolare: ai siciliani, probabilmente, interessa poco se l’assessore sia di FDI o della Lega. Quello che va sottolineato è che è stato premiato quel La Russa che, da Ministro della Difesa, ha aperto le porte al MUOS di Niscemi, il controverso impianto satellitare che la Marina USA ha piazzato in Sicilia tra le proteste dei territori che temono gli effetti nocivi dell’elettromagnetismo. Un pericolo che va ad aggiungersi in una zona, Niscemi, già costellata da antenne militari che emettono potenti onde elettromagnetiche. La storia è nota. E il Governo Musumeci, di fatto, la riporta in auge dando spazio ad un personaggio del genere.
Per il resto, esce bastonato dalla partita della giunta, il Cantiere Popolare di saverio Romano: a Totò Cordaro va l’assessorato al Territorio e Ambiente. Più rogne che altro. Questo partito puntava alle Attività produttive che invece andrà all’UDC, con Mimmo Turano, così come l’assessorato all’Energia che va a Vincenzo Figuccia.
Anche Roberto Lagalla non fa i salti di gioia: a lui l’assessorato alla Formazione professionale, alias un coacervo di interessi e criticità a fronte di risorse sempre più limitate. Musumeci tiene per sé la delega cui puntava l’ex rettore: la Sanità va a Ruggero Razza, avvocato catanese e suo fedelissimo.
Al di là delle dichiarazioni di facciata, i malumori sono tanti. E non solo in casa Lega. Con il rischio che si manifestino all’Ars, dove come detto, il Governo può contare su una maggioranza molto risicata.
Da aggiungere che in queste ore monta la polemica sulla scarsissima presenza di donne nelle nuova giunta (solo due). Il dibattito non ci appassiona avendo visto nelle precedenti giunte più donne ma pochissime veramente indipendenti dagli uomini che le avevano piazzate sulle quella poltrona. Lontani anni luce, anche il quel caso, dalle pari opportunità.