Governo Musumeci? No: siamo davanti al Governo Miccichè-Lombardo

29 novembre 2017

E, forse, in questo ‘nuovo’ Governo – cosa che vedremo con l’elezione del presidente dell’Ars – avrà pure voce in capitolo il PD di Antonello Cracolici. Fino ad ora, scorrendo i nomi degli assessori, siamo in buona parte alla restaurazione della peggiore politica siciliana della quale conosciamo bene i risultati fallimentari. Ma davvero Saverio Romano e compagni rinunceranno anche alla delega alle Attività produttive? 

In attesa dell’ufficializzazione delle deleghe del nuovo Governo regionale di Nello Musumeci – mentre scriviamo non abbiamo ancora letto il comunicato ufficiale della presidenza della Regione siciliana – ci sembra opportuna qualche considerazione.

La prima cosa che colpisce, di questa nuova Giunta, è il peso politico esercitato, in primo luogo, dal commissario-coordinatore di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, e – in seconda battuta – dall’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo.

Miccichè si porta a casa due assessori pieni (Edy Bandiera e Bernardette Grasso) e due assessori a ‘mezzadria’. Il primo assessore a ‘mezzadria’ che Miccichè si ‘dividerà’ con il già citato Lombardo è l’avvocato Gaetano Armao, il quale dovrebbe andare all’Economia con la delega di vice presidente (pur non essendo stato eletto in Assemblea regionale siciliana: cosa possibile, ma politicamente discutibile); il secondo assessore a ‘mezzadria’ che Miccichè ‘dividerà’ con il centrodestra di Catania (più ex AN che Forza Italia) è Marco Falcone.

Tutto da capire il ruolo di Vittorio Sgarbi, al quale dovrebbe andare la delega dei Beni culturali. Avrà voce in capitolo, su tale materia, Miccichè? Sulle scelte culturali ne dubitiamo. Ma se in questo assessorato inizieranno le promozioni a dirigenti, beh, allora…

Molto forte anche la presenza di Lombardo. Che, oltre ad Armao (in condivisione, come già detto, con Miccichè), è riuscito a piazzare nel Governo Mariella Ippolito, presidente dei farmacisti di Caltanissetta, sulla quale i grillini hanno già scoperto e denunciato qualche bizzarra magagna elettorale (CHE POTETE LEGGERE QUI).

Di fatto – ma Musumeci se n’è accorto? – Miccichè e Lombardo hanno ripristinato l’accordo del 2008, quando insieme con il PD di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia hanno organizzato, insieme, sia le elezioni regionali, sia il ribaltone, buttando fuori dal Governo il centrodestra che aveva vinto, intruppando nella Giunta esponenti del centrosinistra che aveva perso.

Ci saranno ancora Cracolici e Lumia, in un modo o nell’altro, nella partita di Governo di Musumeci?

Su Lumia non sappiamo. Anzi sappiamo che il primo tassello del sistema di potere del senatore del PD è saltato con il ‘siluramento’ dell’ormai ex Segretario generale della presidenza della Regione, Patrizia Monterosso. Difesa a spada tratta – durante il passato Governo di Rosario Crocetta – dal PD, con in testa Cracolici e Lumia.

Su Cracolici il discorso è diverso. Se all’assessorato all’Agricoltura verrà confermato il siracusano Edy Bandiera, vicino all’x Ministra, Stefania Prestigiacomo, Cracolici potrebbe essere ancora della partita.

Il perché è semplice. Stefania Prestigiacomo è vicina a Miccichè. E quindi il è il nuovo assessore all’Agricoltura Edy Bandiera – ribadiamo: se verrà confermato – potrebbe ‘garantire’ Cracolici e il PD siciliano per conto di Miccichè (per la cronaca, non a caso citiamo Cracolici, che è l’ex assessore all’Agricoltura).

Fantapolitica? Lo vedremo nei prossimi giorni, quando dovrà essere eletto il presidente dell’Ars. Il candidato, è noto, è proprio Miccichè. Se il coordinatore di Forza Italia in Sicilia dovesse essere eletto a capo del Parlamento dell’Isola con i voti determinanti dei parlamentari del PD, allora sarà difficile smentire l’accordo Miccichè-PD siciliano.

Del resto, non sarebbe un fatto politico eclatante, se è vero che, a Roma, Renzi e Berlusconi hanno fatto approvare dal Parlamento nazionale di ‘nominati’ la nuova legge elettorale per Camera e Senato conosciuta con il nome di Rosatellum.

Per dirla tutta, se i voti dei parlamentari del PD di Sala d’Ercole (tutti o in parte) saranno determinanti per l’elezione di Miccichè alla presidenza dell’Ars, assisteremo a un anticipo, in salsa siciliana, dell’inciucio tra Renzi e Berlusconi.

Il quadro è pessimo. Di fatto, Musumeci – almeno nell’indicazione di una parte consistente dei dodici assessori – ha prestato la propria faccia a una restaurazione della vecchia, ormai vecchissima politica siciliana di Miccichè e Lombardo, nota a tutti per i propri fallimenti politici e amministrativi. Di fatto, una restaurazione a tutti gli effetti.

In questo scenario, poi, non riusciamo a comprendere che cos’hanno combinato i ‘capi’ del Cantiere Popolare. Già il parlamentare nazionale Saverio Romano – che è il vero leader di questo schieramento politico – alleandosi con Lombardo ha fatto un bel ‘capitombolo’.

Vero è che Romano e Lombardo sono due ex democristiani, cresciuti entrambi con l’ex Ministro, Calogero Mannino. Ma non dobbiamo dimenticare che, dal 2008 al 2012, Romano e i suoi sono stati all’opposizione dei Governi regionali di Lombardo.

Ora sono di nuovo insieme. Solo che – stando a quello che leggiamo sui giornali – mentre Lombardo sta venendo fuori alla grande, tra Armao e la Ippolito, il Cantiere Popolare sembrerebbe piuttosto sacrificato.

Questo è pur sempre il secondo partito della coalizione di centrodestra. Che, dopo la scelta di Forza Italia della presidenza dell’Ars per Miccichè, avrebbe potuto rivendicare la gestione della sanità. Che invece è stata trattenuta dal presidente Musumeci con il suo fedelissimo, Ruggero Razza.

Romano e compagni avrebbero potuto scegliere l’Agricoltura: che invece dovrebbe andare, come già accennato, al sistema-Miccichè.

Correva voce che, a Toto Cordaro, da sempre vicino a Romano, sarebbe andata la delega alle Attività produttive. Invece lo danno all’assessorato al Territorio e Ambiente: cosa che a noi sembra strana assai.

Il Territorio e Ambiente, infatti, è l’assessorato delle ‘rogne’: autorizzazioni per cose che gestiscono altri (a cominciare dai rifiuti).

Non va meglio all’ex rettore dell’università di Palermo, Roberto Lagalla, che viene dato all’assessorato regionale all’Istruzione. Ci sarebbe, accanto all’Istruzione, anche la Formazione professionale, settore che Crocetta & compagni hanno azzerato e che, ormai da tempo, è sotto le lenti d’ingrandimento di tutte le magistrature: della magistratura penale per le tante inchieste; del TAR Sicilia e del CGA per la pioggia di ricorsi; e soprattutto della Corte dei Conti che ormai, in questo comparto, come si usa dire dalle nostre parti, ‘a spisa a voli viriri prima e non dopo…

 

 

 

 

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