Il no alle preghiere a scuola: UDC e Lega contro il preside, la sinistra lo difende

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Chi invece non si è ancora pronunciato su questa storia è il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. La presa di posizione contro il dirigente della suola ‘Ragusa Moleti’ del parlamentare nazionale della Lega, Alessandro Pagano, e di Sabrina Figuccia (UDC). La difesa di Sinistra comune 

Com’era prevedibile, un’ondata di polemiche si è scatenata dopo la decisione del dirigente della scuola elementare ‘Ragusa Moleti’ di Palermo di rimuovere le immagini cristiane. Sulla vicenda sono intervenuti in tanti, consiglieri comunali e parlamentari. L’unico che ancora non ha parlato è il sindaco del capoluogo dell’Isola, Leoluca Orlando.

Cominciamo con Sabrina Figuccia, consigliere comunale a Palermo dell’UDC:

“Stamattina – dice in un comunicato – nel corso della mia visita ispettiva nei locali della scuola elementare ‘Ragusa Moleti’, si è svolto pure un sit-in dei genitori che hanno protestato contro la decisione del preside di rimuovere qualunque immagine cristiana della scuola”.

“Da giovedì della scorsa settimana – aggiunge Sabrina Figuccia – il preside sembra essersi volatilizzato, tanto che anche stamattina non era presente a scuola. Ho letto con attenzione la sua circolare e sembra che si possano anche ravvisare gli estremi dell’abuso di potere, considerato che, prima di prendere qualunque decisione, avrebbe dovuto consultare il Consiglio d’istituto costituito da docenti, personale interno e genitori, cosa mai avvenuta”.

“Insomma – dice sempre l’esponente dell’UDC – sembra quasi che il preside abbia prima lanciato il sasso e poi nascosto la mano, anzi tutto sé stesso. Mi auguro che adesso torni sui suoi passi e ritiri immediatamente questa circolare, che rischia di creare un grave precedente per i nostri bambini e ragazzi. Se è giusto e sacrosanto garantire che ciascuno di noi segua la propria religione, non si può nello stesso tempo cancellare in un sol colpo tutte le nostre tradizioni, soprattutto quelle tramandate dalle proprie famiglie”.

“Sicuramente – conclude Sabrina Figuccia – sarebbe stato sufficiente un po’ di buon senso in più da parte del preside per evitare questa situazione, forse frutto anche della sua confusione, considerato che nella circolare scrive di sentito dire e di qualcosa che gli è stato raccontato, dimostrando così di conoscere poco o nulla il proprio luogo di lavoro”.

Di tenore opposto il commento delle consigliere comunali, sempre di Palermo, di Sinistra comune, Barbara Evola e Katia Orlando: 

“Esprimiamo solidarietà al preside della scuola ‘Ragusa Moleti’, Nicola La Rocca – scrivono le due consigliere comunali – reo di avere compiuto un gesto laico a difesa delle libertà di tutte e tutti”.

“Mostrare una edizione della Costituzione è stata la migliore risposta alla provocatoria consegna, stamattina, di una statua della Madonna al Preside. La libertà di culto, così come il diritto di scegliere o non scegliere una confessione religiosa, sono contemplati nella nostra Costituzione, che sarebbe utile leggere nelle aule. Il rispetto dei diritti e della libertà delle persone si comincia ad imparare a scuola”.

Sul Giornale di Sicilia interviene il parlamentare nazionale della Lega, Alessandro Pagano:

“Il comportamento del preside è evidente espressione di un certo totalitarismo etico. Lui ha deciso di non tenere conto del parere dei genitori”.

Pagano, stamattina, ha preso parte alla manifestazione davanti alla scuola elementare per protestare contro la decisione del preside di vietare le preghiere prima della merenda e durante l’ora di religione. Il parlamentare ha consegnato una statua della Madonna col Bambino al vicepreside, visto che il era assente.

“Il dirigente scolastico ha interpretato in modo autonomo ciò che non appartiene alla cultura e alla legislazione del nostro Paese – dice sempre Pagano -. Un crocifisso non è un simbolo religioso, ma rappresenta il simbolo della cristianità per eccellenza. La Madonna è simbolo della pace. Anche nella religione musulmana c’è rispetto per la Madonna”.

Sull’assenza di La Rocca, Pagano ha così commentato:

“Il preside non si è presentato. Ha preferito fuggire”.

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  • Proviamo, come sempre, a fare chiarezza. Il Dirigente scolastico della scuola elementare statale “Ragusa-Moleti” ha richiamato nella sua circolare la prescrizione di almeno cinque leggi dello Stato italiano: per la precisione, le leggi n. 516/1988, art. 11.2; n. 517/1988, art. 8.2; n. 101/1989, art. 11.3; n. 116/1995, art. 8.3 e per ultima la l. 31-12-2012, n. 246, art. 6.3, che tutte recitano testualmente:
    […] l'ordinamento scolastico provvede a che l'insegnamento religioso non abbia luogo secondo orari e modalità che abbiano per gli alunni effetti comunque discriminanti e che non siano previste forme di insegnamento religioso diffuso nello svolgimento dei programmi di altre discipline. In ogni caso non possono essere richiesti agli alunni atti di culto o pratiche religiose.
    È ben strano che in una terra nella quale tutti innalzano il vessillo della legalità, un pubblico funzionario venga messo sotto accusa non per aver consentito la violazione della legge – come pare avvenga sistematicamente in molte scuole palermitane – ma per averne chiesto il rispetto.

  • A Pagano suggerirei di chiedere di esporre accanto al crocefisso anche la mezzaluna, la stella di David, l'immagine del Buddha e l'ampolla del Pò

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