Indipendentismo in Sicilia: utopia o improvvisazione? Flop elettorale o confusione?

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Quale è stato il ruolo degli indipendentisti siciliani alle ultime elezioni regionali? Perché è sempre marginale? Ma chi sono gli indipendentisti? Ci sono millantatori? Su input di un nostro lettore proviamo a ragionare su un tema che continua a dividere gli stessi protagonisti. E un motivo c’è…

Un nostro affezionato lettore, Augusto Marinelli,  cui siamo grati per i commenti che puntualmente scrive ai nostri articoli fornendo importanti elementi di riflessione, qualche giorno fa ci ha sottoposto un quesito particolare: ci ha chiesto come mai non avevamo ancora scritto nulla  “sul disastroso esito delle velleità indipendentiste” alle ultime elezioni regionali.

Dobbiamo ammettere che l’amico Marinelli non è stato l’unico a chiederci come mai, al di là dei dati elettorali di cui vi abbiamo dato notizia per ogni singola lista e per ogni singolo candidato, non avevamo ancora commentato le sorti dell’indipendentismo in relazione all’ultima campagna elettorale siciliana. La prima risposta, la più ovvia, è che ogni  riflessione ha bisogno del suo tempo per maturare, per depurarsi di ogni elemento dettato da emozioni e passioni. La seconda è legata ad un insegnamento che abbiamo tratto dal giornalismo americano: se la cautela dovrebbe sempre accompagnare il lavoro di un giornalista, anche quando si tratta di editoriali e/o analisi, ancora di più bisogna farvi ricorso quando si parla dei “piccoli”, di chi, cioè, è estraneo al sistema di potere e che proprio per questo ha già mille difficoltà a farsi ascoltare e a difendersi da eventuali giudizi tranchant da parte della stampa. E’ il caso degli indipendentisti siciliani? In parte sì, ma solo in parte. Vedremo perché  il caso è, in realtà, un po’ più complesso.

Cerchiamo dunque di soffermarci, senza alcuna pretesa di giungere a verità assolute, sul perché alle ultime elezioni regionali coloro i quali si ispiravano all’indipendentismo si sono fermati a numeri da prefisso telefonico o almeno così sembra. Il riferimento, va da sé, è a Siciliani Liberi e ai suoi 15mila voti (0,7%). Ma non solo.

Ebbene, sgomberiamo subito il campo da un equivoco: va detto subito che ascrivere questo risultato alla categoria “indipendentisti siciliani” non è del tutto giusto per il semplice motivo che non tutti gli indipendentisti siciliani hanno votato. Conosciamo personalmente tanti simpatizzanti che hanno scelto di astenersi. E anche tanti indipendentisti che hanno votato per il Movimento 5 Stelle. Altri ancora, in particolare quelli che fanno riferimento al MIS, il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia  e alcuni del FNS, hanno votato per Nello Musumeci, così come negli anni passati avevano votato per Raffaele Lombardo. In quindicimila hanno votato per Siciliani Liberi, il movimento del professor Massimo Costa, il cui candidato alla Presidenza della Regione era  l’avvocato Roberto La Rosa, come ricordato dal nostro lettore nel suo commento. Se ne deduce che ridurre il numero degli indipendentisti siciliani ai soli consensi raccolti da La Rosa non sia del tutto corretto.

Ma veniamo al nocciolo della questione: chi sono gli indipendentisti siciliani? Può definirsi veramente indipendentista chi decide di votare Nello Musumeci alleandosi, di fatto, con Forza Italia e l’UDC? Non vale neanche la pena sprecare parole:  è una contraddizione evidente, un ossimoro lampante che al di là della buona fede di qualcuno, si commenta da sé. E come se la CUP catalana o Esquerra Republicana de Catalunya  (il primo è un partito indipendentista marxista, il secondo un partito indipendentista di ispirazione social democratica) si alleassero con il Ppe di Mariano Rajoy, partito unitarista e nemico del regionalismo (figuriamoci dell’indipendentismo). Né più, né meno.

Fatti loro, ognuno è libero di allearsi con chi vuole. Il problema è che questa ambiguità  arreca un danno enorme all’indipendentismo siciliano nel suo complesso. I siciliani, infatti,e parliamo di coloro i quali non sono iscritti a nessun movimento ma  mostrano una certa curiosità nei confronti di questo tema, rimangono disorientati da tali alleanze con il risultato di non considerare credibile chi si definisce “indipendentista”. Insomma, i siciliani sono più svegli di quanto qualcuno possa pensare e non cadono nel tranello di una dialettica confusionaria che tenta di mettere insieme tesi e antitesi.

Quale potrebbe essere la sintesi dinnanzi a queste alchimie? Onde evitare tali ambiguità che danneggiano un intero fenomeno,  questi signori forse  farebbero meglio a dichiararsi semplicemente autonomisti. Non ci sarebbe nulla di male, anzi. Basti pensare che grandi uomini della storia siciliana hanno lottato per l’Autonomia e che le loro ragioni erano validissime. Così facendo eviterebbero di denigrare la memoria di un movimento, quello indipendentista, che in Sicilia è stato importantissimo e talmente dirompente da essere ancora oggi largamente censurato dalla storia ufficiale.  Così facendo potrebbero evitare figure barbine nei confronti di chi critica il sodalizio con partiti nazionali e candidati, come Musumeci, che mai metterebbero in dubbio l’Unità pur mostrando sensibilità verso le prerogative statutarie. Ne guadagnerebbero in coerenza e, soprattutto, lo ripetiamo, eviterebbero di danneggiare una causa che magari non è  molto popolare, ma che ha sostenitori sinceri e, soprattutto, amareggiati dall’uso improprio del termine indipendentismo.

E i non pochi indipendentisti che hanno votato M5S ? Ci viene suggerito  un distinguo.  Parlando con alcuni esponenti di associazioni e movimenti indipendentisti di lunga data, scopriamo, infatti, che il ragionamento è del tutto diverso: distruggere il sistema politico-affaristico attuale sarebbe l’unico modo per fare spazio all’indipendentismo vero. E, poiché il M5S sarebbe l’unico partito in grado di spazzare via la vecchia politica e i suoi tentacoli, sostenerli sarebbe l’unica mossa tattica utile alla causa. Sarebbero insomma, “utili spazzini”. Coloro i quali dovrebbero ripulire i campi dalle erbacce e renderli fertili per semi nuovi. Un pensiero, ad esempio, elaborato da TerraeLiberazione che pur avendo destinato voti “all’amico La Rosa”, per i voti di lista ha scelto il M5S:  “Abbiamo appoggiato quei candidati che sostengono il cammino pratico dell’indipendentismo”. Il riferimento è a due deputati eletti col M5S. “Alcuni esponenti del M5S ci hanno aiutato in battaglie importantissime, vere e proprie azioni di resistenza, come quella sulla tutela dei grani antichi”.

Una strategia che mirerebbe a sopperire alla mancanza di un vero partito indipendentista, perché, e torniamo all’argomento di prima, non c’è ancora un movimento in grado di rappresentare queste istanze a 360 gradi e con una massa tale da potere competere con i partiti organizzati.

Arriviamo dunque a Siciliani Liberi che ha in parte  giocato la carta indipendentista alle elezioni regionali con i risultati che conosciamo. Non vogliamo entrare nelle polemiche di chi accusa questo partito di autoreferenzialità, ma certamente qualcosa non ha funzionato. La loro esperienza dimostra che non basta la passione per smuovere la melma e  che affidare la voce di un movimento simile al pasionario di turno non paga. Se è vero che il leader, Massimo Costa, – che non era comunque candidato- ha guadagnato nel tempo una certa notorietà grazie alle sue competenze, è altrettanto vero che non tutte le persone di cui si è circondato hanno la stessa levatura e la stessa presa.  E che neanche le persone più preparate, comunque, hanno doti necessarie alla politica. Nulla di strano, non siamo tutti capi carismatici o tecnicamente ferrati, né tutti sappiamo elaborare strategie politiche.   Ma anche per questo esistono ruoli diversi e non tutti prevedono la prima linea.

Lo stesso candidato alla Presidenza, Roberto La Rosa, persona perbene e sincera,  nelle sue esternazioni ha lasciato spazio a non pochi dubbi: siamo indipendentisti; chiediamo la piena applicazione dello Statuto;  vogliamo la ZES.  Ricapitoliamo: sei indipendentista o vuoi la piena applicazione dello Statuto? E come si concilia la ZES con l’indipendenza? Ancora una volta,  estemporaneità. Tutto in buona fede, per carità. Ma il messaggio che è arrivato  è stato confusionario.

A questo punto, scrivendo su un blog, ci permettiamo di aggiungere una considerazione del tutto personale : chi scrive ha sempre seguito con simpatia le vicende legate al mondo dell’indipendentismo siciliano.  Non solo perché è un tema interessantissimo scoperto quasi per caso,  ma anche per una naturale propensione a dare spazio a tutto ciò che viene censurato o trascurato dalla pubblicistica ufficiale (che poi sarebbe dovere di ogni giornalista, o no?). E’ dai tempi di BlogSicilia – primo giornale che ormai tanti anni fa  mi ha dato la possibilità di alzare il velo su questo mondo- che seguo gli amici indipendentisti, e da parte mia – nei limiti delle mie ridottissime possibilità- non mancherà mai la disponibilità a dare voce agli  “eredi” del professor Antonio Canepa.  Ma proprio per l’alta considerazione che la  storia  indipendentista siciliana merita, non può e non deve mancare spirito critico. La precisazione è d’obbligo visto l’alto tasso di permalosità. Che andrebbe sostituito con una sana e costruttiva autocritica.

Tornando all’argomento (e chiedendo venia per riflessioni a ruota libera) su questo blog si è parlato a lungo anche della mancata unione dei movimenti indipendentisti. Una frammentazione che sarebbe causa della loro debolezza indiscutibile.  Ma alla luce degli ultimi fatti, ci chiediamo: cosa c’è da unire quando trovare  un vero indipendentista tra i movimenti che si definiscono tali  è impresa ardua? Sarà per questo che ogni riunione convocata per promuovere unioni finisce in caciara? Il disordine, il disaccordo sono forse dovuti alla mancanza di un obiettivo chiaro e comune?

Forse non c’è proprio nulla da assemblare, forse ci sarebbe solo qualcosa da costruire. Dal basso. Come dice un indipendentista di TerraeLiberazione “è tra le persone comuni che va coltivato il seme dell’indipendentismo”. E’ lì che andrebbero cercate e formate le future classe dirigenti. Lontano da sigle e siglette che finora si sono divertite a ‘giocare’ con la fascinosa denominazione di “indipendentisti” danneggiando non poco la memoria dei padri dell’indipendentismo e le speranze di chi ci crede.

Al momento,  suggerisce sempre Terra e Liberazione,  può essere utile solo una grande opera di sensibilizzazione culturale, evitando pure le sceneggiate elettorali in cui l’indipendentismo viene solo strumentalizzato.  E’ sui territori che andrebbero condotte le battaglie indipendentiste, toccando con mano i problemi che la gente vive ogni giorno e dimostrando che le loro battaglie sono battaglie indipendentiste (a questo proposito non possiamo non ricordare un indipendentista appassionato e sincero come Santo Trovato il quale ci ha spiegato che la battaglia indipendentista è sempre stata una battaglia per i diritti dei più deboli).

Ma se ci si dovesse rendere conto che l’indipendentismo è solo un’ utopia, piuttosto che affidarsi all’improvvisazione, al camaleontismo, all’opportunismo, ai deliri filosovietici,  filo-americani, ai deliri di onnipotenza e alle verità assolute di super ego in cerca  d’autore (ebbene sì, c’è anche questo nel variegato mondo “indipendentista” siciliano),  finendo col ridicolizzare pagine gloriose della storia siciliana, allora forse sarebbe davvero meglio lasciare riposare in pace le anime di chi è morto per questa causa, onorarne la memoria e concentrarsi  sull’obiettivo dell’Autonomia. Sotto questo punto di vista siamo ancora fermi al dopoguerra: il lavoro dei Padri dello Statuto è ancora tutto da compiere.

NDR AGGIORNAMENTO 1

Su richiesta del MIS pubblichiamo qnuato segue: “22 settembre 2017 ! M.I.S -SEGRETERIA NAZIONALE . Elezioni regionali in Sicilia anno 2017.-COMUNICATO UFFICIALE- Considerata la grande confusione politica generale, considerata la difficile convergenza di tutto il mondo indipendentista, considerato che la maggioranza del popolo siciliano sta male, si lamenta, ma non è sensibile alle tematiche dell’autodeterminazione, il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia non essendo interessato a inutili competizioni elettorali, continuerà a lavorare sul territorio e per la “causa”, lasciando liberi i propri iscritti e simpatizzanti di agire (elettoralisticamente parlando) secondo coscienza”.

 Eravamo a conoscenza di questo comunicato degli amici del MIS che non abbiamo riportato per due motivi: l’articolo sopra è solo una prima analisi che non si è soffermata sulle singole dichiarazioni come si farebbe in un articolo di cronaca. Il secondo motivo è che, al di là di questo comunicato, ci risulta che esponenti importanti di questo storico movimento, hanno di fatto votato per Nello Musumeci. Scelta rispettabile come tutte le altre, ma resta la contraddizione di cui abbiamo parlato. 

NDR AGGIORNAMENTO 2

Qualche lettore, probabilmente riconducibile alla categoria dei “permalosi” cui abbiamo accennato sopra, ci fa notare con una certa stizza che nell’articolo non si fa riferimento all’editore di questo blog, Franco Busalacchi che, come saprete, è rimasto tagliato fuori dalla competizione elettorale per lo stop della Corte d’Appello di Palermo alla sua lista regionale: mancavano alcuni timbri che per il Tribunale, che invece ha ammesso la lista provinciale, evidentemente non erano così decisivi. Dunque: perché non abbiamo parlato di Busalacchi in questo articolo? Per un motivo semplicissimo: perché abbiamo parlato di indipendentismo e Busalacchi non si definisce “indipendentista” ma autonomista. Vero è che nella coalizione che lo sosteneva c’era un partito (Noi Siciliani) che si definisce tale, ma il progetto politico complessivo- che includeva anche i sovranisti- non era un progetto indipendentista.

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  • Cara Antonella, mi scuso ma credo che la vostra domanda “utopia o improvvisazione? Flop elettorale o confusione?” sembri mal posta. Forse, sarebbe stato meglio chiedere: “utopia o confusione? Flop elettorale o improvvisazione.”. Provo a spiegare brevemente il mio punto di vista. Pur non sottoscrivendo la richiesta dell’indipendenza politica della Sicilia, penso che l’indipendentismo non sia un’utopia semmai potrebbe essere considerato anacronistico, almeno in Sicilia considerato le potenzialità del nostro Statuto. Poi, credo che l’offerta politica della tornata elettorale sia stata forse “confusionale” perché pur dichiarandosi indipendentista era, nei fatti, autonomista, generando confusione. Mai si è parlato tanto di prerogative statutarie come è stato fatto dagli amici di Siciliani Liberi. Infine, penso sia stata improvvisata e sopravvalutata mirando ad escludere piuttosto che includere.

  • La confusione nasce solo in chi non conosce il programma di Siciliani Liberi, chi fa finta di non conoscerlo o in chi è in malafede!
    L'indipendenza politica della Sicilia può trasformarsi da sogno/ Utopia a realtà solo attraverso un percorso prima culturale e poi politico!
    Chi ha letto il programma di Siciliani Liberi, avrà letto che questo percorso è proprio alla base del progetto Indipendentista che anima SL. L'indipendenza economica è il primo gradino per favorire quella rivoluzione culturale senza la quale nessuna Indipendenza anche individuale può essere non solo pensata, ma immaginata! L'indipendenza economica che ci avrebbe garantito lo Statuto avrà un motivo o una causa che ne ha impedito nel tempo e nella Storia la sua piena attuazione. La "riattualizzazione " dello Statuto, alla luce di una nuova sovrastruttura quale l'Unione europea, impone che i criteri sui quali si basa vengano rivisti e la ZES può essere la chiave per porre la questione Siciliana al centro del dibattito europeo.
    L'indipendenza quella Vera poi non può essere gridata o voluta da un gruppo o da un partito, ma va sentita e richiesta da un popolo intero! Un partito indipendentista quale è quello di Siciliani Liberi, non può fare altro che creare le condizioni prima culturali e poi politiche perchè un popolo riconosca nell'Indipendenza la soluzione ai mali che affliggono il proprio territorio.

  • Beh, questa critica impietosa a chi ha preso lo 0,7% da chi non è stato neanche capace di presentarsi...
    A proposito di Santo Trovato: non ha esitato ad aderire a Sicilianj Liberi proprio perché credeva nella bontà di quel progetto indipendentista.

    • Non è assolutamente impietosa, anzi. E chi scrive - l'articolo è firmato- non ha mai avuto nessuna intenzione di candidarsi o presentare liste. Ma il tuo commento conferma la difficoltà di autocritica di tanti siciliani (liberi o meno) ;)
      Se poi ti riferisci all'editore di questo blog, non si definisce indipendentista quindi il tuo riferimento è pure fuori luogo

  • La condotta di Siciliani Liberi è lineare. Certo che ancora non intercetta se non una piccola parte degli indipendentisti siciliani, che secondo me sono intorno al 40 %.
    Certo, perchè sono poco conosciuti e i siciliani sono GIUSTAMENTE sfiduciati.
    Ma ciò non toglie che siano gli unici indipendentisti presenti sul panorama politico.
    Non dobbiamo confondere gli elettori con i partiti. Gli elettori di SL non sono gli unici indipendentisti.
    Ma SL ha dimostrato di essere l'unico partito indipendentista.
    Chi sta a casa o fa il supporter dei partiti italiani non ha alcun diritto di definirsi tale, anche se fa votare Angela Foti

  • Grazie alla Signora Sferrazza per aver reso in chiaro i motivi del flop degli indipendentisti alle elezioni dei Deputato del parlamento Siciliano del 5 novembre 2017.
    Evidentemente dall'articolo traspare la giovane conoscenza della storia indipendentista dell'Arcipelago Siciliano da parte della Signora.
    Certo ricostruire una nazione dopo secoli di cancellazione sistematica NON è facile ma una cosa è sicura: il Popolo Siciliano esiste! lo ha dimostrato più volte nelle Città dichiaratesi libere Repubbliche dopo la fine della Guerra mondiale nel 1943 in Sicilia, durante i referendum dove il voto è libero da condizionamenti clientelari, nel 1983-86 lo ha dimostrato a Comiso con i missili americani, nel 1996 con NOI SICILIANI fondato da 15 gruppi indipendentisti e i suoi 100mila voti alle elezioni del Parlamento Siciliano, nel 1997 con le Universiadi in Sicilia riuscite grazie all'impegno dei siciliani, nel 2000 con la istituzione della bandiera del Popolo Siciliano del 1282, nel 2002 la commemorazione del 700° anniversario della Pace di Caltabellotta dopo 20' anni dalla fine della guerra del Vespro nel 1302, nel 2005 con il primo Referendun Siciliano contro la barriera elettorale del 5% per accedere nel Parlamento Siciliano, nel 2008 con la manifestazione dedicata al 100° anniversario della nascita di Antonio Canepa e Attilio Castrogiovanni presentata all'Università di Catania e realizzata all'Università di Palermo con una conferenza in collegamento telefonico con Francesco Renda direttore Istituto Gramsci Siciliano che tanta parte ha avuto nella storia ufficiale della Sicilia. Collegata alla conferenza anche un mostra di grandi quadri dedicati a Canepa e Castrogiovanni esposta presso la Facolta di Scienze politiche dell'Università di Palermo dal 19 a 25 Ottobre 2008 Nel 2015 con la causa penale e civile contro il gruppo editoriale Gazzetta del Sud che ha deformato la storia del Popolo Siciliano in un DVD pubblicato in occasione del 100° anniversario del terremoto di Messina.
    Certo è il caso, come la stessa afferma, che ha fatto conoscere l'esistenza dei gruppi indipendentisti alla Signora Sferrazza, deve essere stato un caso veramente singolare, fortuito e fortunato se è riuscita a dedicarsi a questo argomento in mezzo a tanti altri sicuramente più interessanti...
    Non conosciamo la militanza politica della Signora Sferrazza ma la ringraziamo ugualmente per aver fatto capire come i traditori della Patria Siciliana hanno contribuito a impedire l'ingresso, anche di un solo deputato, nel Parlamento Siciliano del 2017.....

  • Se vogliamo consegnare ai nostri figli i semi che veramente funzionano per far crescere una rigogliosa e duratura Indipendenza Siciliana secondo me dobbiamo prima di tutto: 1) partire da una rivoluzione culturale o meglio direi da un'alfabetizzazione culturale sulla storia della nostra terra di Sicilia con particolare riferimento alla storia più recente dal 1800 in poi, con particolare riguardo al 1860 e agli anni del separatismo del 40'.2) l'Indipendentismo non può essere una cosa astratta e futura ma deve affrontare tutti i temi e tutti i problemi del territorio e dei cittadini di oggi ( dal più banale come può essere una buca di una strada, ai trasporti indecenti della nostra terra ai grandi temi del Muos e della Mafia e così via ), e dare una risposta Indipendentista a tutti questi temi. Secondo me si deve cominciare o meglio dire continuare ( per me è più corretto utilizzare questo termine per il lavoro che tanti hanno svolto e che stanno svolgendo ) da qui. Detto questo io però non mi sento di criticare nessuno, anzi mi sento di ringraziare fortemente tutti a partire da chi ha tenuto in vita una fiammella negli anni sessanta, anni in cui la Trinacria e la Bandiera Siciliana erano state completamente dimenticate ( ...che è un jolly ??? che è il simbolo della Birra Messina ???? o ancor peggio erano le parole e le frasi che ci accoglievano in qualsiasi circostanza ) e mi ha fatto conoscere l'indipendentismo a chi ha avuto la forza di raccogliere migliaia di firme e presentarsi alle elezioni ultime. Senza queste persone ( e tante ormai decedute ) che non nomino ma sono tante e chi mi conosce sa a chi mi sto rivolgendo forse, e non solo forse secondo me, oggi non saremmo neanche qui a dibattere il tema. La strada non è nè facile nè breve ma la prima rivoluzione la dobbiamo compiere nel territorio e nella cultura. Il fatto che ci sia il 60 % di cittadini siciliani che non vanno a votare ( e ci aggiungerei almeno un altro 20% di coloro che hanno votato che lo fanno solo per amicizia o clientela ) possiamo considerarlo come un terreno fertile, ma semi abbandonato da arare, concimare e seminare. E per ultimo , ma non ultimo anzi ritengo che la Vera Indipendenza non è e non può essere solo la costruzione di una nuova Nazione, ma deve significare Liberazione e Indipendenza da tutti i mali che affliggono la nostra società siciliana e la costruzione di una società libera "pacifica, laboriosa, ricca, felice senza tiranni e senza sfruttatori". Antudo !!!

  • Indipendentismo vuol dire necessariamente separatismo? Forse no.
    Vuol dire necessariamente autonomismo? Probabilmente si.
    Indipendenza è sinonimo di libertà di scelta con le conseguenti assunzioni di responsabilità. E' come quando un figlio diventa maggiorenne, trova un lavoro e diviene indipendente economicamente; non deve necessariamente recidere i legami con la sua famiglia. Al vostro ultimo convegno al Jolly il rappresentante catalano mostrava chiaramente come l'economia catalana avesse una marcia in più rispetto a quella spagnola. Rivendicare la separazione quando si sta meglio degli altri è qualcosa di simile a quello che faceva Bossi quando voleva separare la sua Padania.
    Io sono un fautore dell'indipendenza siciliana ma per conquistarla dobbiamo smetterla di piangerci addosso; di additare i piemontesi come macellai e di nutrire sentimenti revanchisti contro il Nord. Io ho lavorato per sette anni a Milano iniziando subito dopo la laurea. Sono stato accolto a braccia aperte ed ho fatto carriera solo per i miei meriti intellettuali sestuplicando il mio stipendio nel periodo. Mi hanno insegnato il rispetto per il lavoro ben fatto ed il disprezzo per le fubate. Detto questo noi siciliani abbiamo una sola via per risollevare la nostra amata terra: il "Commitmento to Excellence" l'Impegno alla Eccellenza. Impegno che deve essere pervasivo; in ogni settore produttivo. Diceva M.L. King in una sua predica"Se anche fai un lavoro umile come quello del netturbino pulisci la strada in maniera tale che chiunque passi di lì possa pensare: qui ha pulito Frank!". E quindi ben vengano i libri come quelli di Pino Aprile perché dalla ricostruzione storica della forzata unità d'Italia dobbia trarre forza per liberarci da qualsiasi complesso di inferiorità ma dopo dobbiamo lavorare per rendere questa terra eccellente grazie ai nostri sforzi e soprattutto dobbiamo insegnare questi valori ai nostri figli. I tedeschi vivono con la Deutschand uber alles stampato nel DNA; Trump dice "America First" . Io ho sempre pensato "Un 'ni scantamu di nuddu...Se loro possono ... possiamo anche noi!". Questa è una terra meravigliosa, rimbocchiamoci le maniche e mostriamocene degni figli.

  • Affermare che Siciliani Liberi e' il solo partito indipendentista siciliano e' un falso epocale. Chi lo dice sa bene che in Sicilia ci sono molti altri gruppi e movimenti, piu' o meno organizzati: da Noi Siciliani al Partito autonomista siciliano, dal Partito del Popolo Siciliano al Fronte nationale siciliano, dalla Lega per l'indipendenza della Sicilia a Sicilia Libera, dal Partito separatista siciliano a Terra e liberazione. Preciso le diverse posizioni Che Hanno assunto nell' Ultima campagna elettorale siciliana del 5 novembre. Noi Siciliani, l'esperienza politica indipendentista piu' esaltante dal '46 ai nostro giorni (1,7% e 1 seggio all'ARS il 16 Giugno 1996) ha fatto della coalizione a sostegno della candidatura di Franco Busalacchi (noi siciliani con Busalacchi-Sicilia libera e sovranz) e dopo la ricusazione della Lista ha sostenuto im M5s. Terra e Liberazione ha sostenuto La Rosa quale Presidente e le liste del M5s. Gli altri, perlopiu', non hanno ritenuto credibile la proposta di Siciliani Liberi, ignorandola. Ognuno e' libero di prendere per successo anche lo 0,7% ma quantomeno dovrebbe fare autocritica e porsi delle domande. Prima tra tutte:," perche' i cittadini che rigettano i partiti ed i loro indegni rappresentanti hanno deciso di non votare ? (2.500.000 non votare). Perche' neppure il 5%,di questi non si sono riconosciuti in Siciliani liberi ? Perche' tutti i movimenti indipendentisti non hanno sostenuto SL ? Al Prof.Costa &C.la risposta per il bene di una causa giusta a cui credo fermamente' da oltre 20 anni. Erasmo Vecchio - Noi Siciliani

  • Gentili ospiti del sito “I Nuovi Vespri”, grazie per la benevola attenzione e per la qualifica di “affezionato lettore”, che forse è eccessiva, tanto che solo oggi leggo l’intervento di Antonella Sferlazza. Mi permetto una puntualizzazione. Io sono del tutto convinto che una proposta politica che non voglia essere effimera – pronta cioè a cogliere gli umori di una società ma non le sue esigenze profonde, prodotta dalla rabbia ma non dall’indignazione, che nasce dalla lucida consapevolezza dei problemi e ne offre soluzioni – debba fondarsi su una cultura, su una tradizione alle quali attingere. Ho perciò sempre letto con molto stupore gli attacchi dai toni estranei a qualunque scuola storiografica che il vostro sito ha pubblicato su quel complesso processo storico che definiamo col nome di “Risorgimento” e sui suoi protagonisti, attacchi dai quali gli eroi della Sicilia ottocentesca sembrano essere i sovrani della dinastia borbonica, il marchese Del Carretto, Salvatore Maniscalco. Il Risorgimento in Sicilia ebbe ben altri protagonisti e vicende, che non richiamo perché ho già scritto troppo, ma fu comunque una storia della quale proprio voi “autonomisti” dovreste essere orgogliosi perché ricchissima di ragioni ancora oggi valide, altro che le storielle su Palermo pulita grazie a Ferdinando II e al suo inesistente decreto del 3 maggio 1832 e via di questo passo.
    Mi scuso per la lunghezza. Cordialità
    Augusto Marinelli

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