Come si vota alle elezioni regionali siciliane: limiti e insidie della scheda unica

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Per evitare il caos registrato, per esempio, a Palermo alle ultime elezioni comunali, i seggi chiuderanno alle undici di sera di domenica 5 novembre e riapriranno alle otto del mattino di lunedì 6 novembre. Dunque lo spoglio delle schede inizierà la mattina di lunedì 6 novembre. Il ‘trascinamento’, il voto disgiunto e il ruolo essenziale dei rappresentanti di lista
I seggi chiuderanno alle 22,00 di domani domenica 5 novembre e non alle 23,00 come abbiamo scritto erroneamente ieri 

Non sono state tante, fino ad oggi, le illustrazioni sul come votare alle elezioni regionali di domenica prossima. Proviamo a fornire qualche informazione utile, soprattutto alla luce di qualche novità intervenuta rispetto allo spoglio delle schede alle elezioni comunali dello scorso 11 giugno.

L’11 giugno, come si ricorderà, lo spoglio delle schede è iniziato subito dopo la chiusura dei seggi, alle 22,00. Questo, unitamente alle difficoltà legate alla scheda unica, ha creato non pochi problemi a Palermo, dove lo spoglio delle schede si è protratto per tutto il giorno successivo e, in alcuni casi, per oltre 48 ore.

Il caos registrato a Palermo ha portato consiglio. Così lo spoglio delle schede delle elezioni regionali del 5 novembre inizierà il giorno successivo: ovvero lunedì 6 novembre alle otto di mattina. Le forze dell’ordine vigileranno sui seggi elettorali chiusi.

Qualcuno ha sollevato dubbi sul fatto che, durante la notte, i seggi potrebbero subire ‘visite indiscrete’: questo non dovrebbe essere possibile perché, come già ricordato, a vigilare ci saranno gli uomini delle forze dell’ordine.

Insomma, tra vigilanza delle forze dell’ordine, sistemi di video sorveglianza – e con i cellulari oggi perfettamente in grado di tirare immagini – dovrebbe essere impossibile entrare nei seggi di notte.

Riassumendo, i seggi elettorali chiuderanno alle dieci di sera di domenica 5 novembre e riapriranno alle otto del mattino di lunedì 6 novembre.

Ricordiamo che, come per le elezioni comunali, si voterà con la scheda unica.

In una parte della scheda si potrà esprimere il voto per il candidato alla presidenza della Regione; in un’altra parte della scheda si potrà esprimere il voto per la lista provinciale e per un candidato della medesima lista all’Assemblea regionale siciliana.

I cittadini siciliani eleggeranno il nuovo Parlamento dell’Isola che sarà composto da 70 deputati rispetto ai 90 deputati della legislatura che si è appena conclusa.

Come per le elezioni comunali, anche per le elezioni regionali è presente il cosiddetto ‘trascinamento’: se un elettore vota soltanto per il candidato al rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana e non esprime il voto per il candidato alla presidenza della Regione, il suo voto viene automaticamente attribuito al candidato alla presidenza della Regione al quale è collegata la lista che ha votato.

Non funziona così se avviene il contrario. In pratica, se un elettore vota solo per il candidato alla presidenza della Regione, il suo voto non si estende alle liste provinciali. Insomma: vota solo per il presidente, ma non vota per il rinnovo del Parlamento siciliano.

Questo passaggio viene spiegato con chiarezza nel Regolamento per le operazioni degli uffici elettorali diramato dall’assessorato regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica:

“Si ritiene opportuno ricordare che qualora l’elettore esprima validamente il suo voto soltanto per una lista provinciale, il voto si intende espresso anche a favore della lista regionale collegata ed al suo capolista.
Al contrario, il voto espresso esclusivamente per una lista regionale, e quindi per il suo capolista, non comporta alcuna attribuzione di voto alla lista o alle liste provinciali collegate”.

Visto che l’attribuzione dei voti ai candidati alla presidenza della Regione presuppone anche il calcolo dei voti di ‘trascinamento’ (cioè dei voti delle schede dove è stato espresso il voto solo nelle liste provinciali, ovvero il voto di preferenza per il rinnovo dell’Ars: voto che, come già ricordato, viene attribuito al candidato alla presidenza della Regione al quale è collegata la lista), lo scrutinio dei voti per l’elezione del presidente della Regione e del rinnovo dell’Ars procedono contestualmente.

E infatti nel già citato Regolamento per le operazioni degli uffici elettorali si legge:

“Lo scrutatore designato dalla sorte, estrae dall’urna una scheda per volta e la consegna al presidente. Questi legge ad alta voce il contrassegno della lista regionale per la quale è dato il voto e, se occorre, il nominativo prestampato del candidato alla carica di Presidente della Regione; prosegue, poi, alla lettura ad alta voce del contrassegno della lista provinciale per la quale è dato il voto e, se la scheda contiene anche il voto di preferenza, egli legge ad alta voce il nominativo del candidato al quale è attribuita la preferenza. Quindi passa la scheda allo scrutatore che, insieme al segretario, prende nota, negli appositi prospetti delle tabelle di scrutinio, del numero dei voti raggiunti di volta in volta da ciascuna lista e da ciascun candidato in base alle preferenze riportate”.

Poiché è possibile il cosiddetto voto disgiunto – ovvero la possibilità per un elettore di votare il candidato presidente della Regione di una certa parte politica e un candidato per il rinnovo del Parlamento siciliano di una parte politica diversa – sarà molto importante, se non determinante, non soltanto la dovuta attenzione dei presidenti dei seggi elettorali e degli scrutatori, ma anche il ruolo dei rappresentanti di lista.

Alla luce del caos che si è determinato a Palermo nel corso delle ultime elezioni comunali – con i quaranta consiglieri comunali proclamati eletti dopo un mese!, con il corollario di circa 20 mila schede annullate e caos nei verbali (COME POTETE LEGGERE QUI) – i rappresentanti di lista farebbero bene a lasciare il seggio dopo la conclusione dello scrutinio delle schede, avendo cura di trascrivere tutti i dati.

E’ anche importante – in caso di dubbi sulle schede annullate – che i rappresentanti di lista le contestino in modo che venga messo tutto a verbale.

Verrà proclamato presidente della Regione siciliana il capolista della lista regionale che consegue il maggior numero di voti validi.

I 70 seggi dell’Assemblea regionale siciliana verranno così distribuiti:

62 seggi verranno assegnati con il metodo proporzionale con riferimento ai candidati che concorrono nei collegi elettorali provinciali;

un seggio al presidente della Regione eletto;

un seggio al secondo classificato tra i candidati alla presidenza della Regione;

i restanti sei seggi verranno assegnati al listino del presidente della Regione eletto.

C’è anche la parità di genere: nelle liste provinciali – cioè nelle liste dei nove collegi provinciali che eleggono i 62 deputati dell’Ars – il numero di candidati dello stesso sesso non può eccedere i due terzi del numero dei candidati da eleggere nel collegio.

Anche nel listino regionale, dopo il capolista, i candidati debbono essere inseriti secondo il criterio di alternanza uomo-donna.

P.S.

Le operazioni di voto si semplificherebbero con il ricorso alla doppia scheda: una scheda per l’elezione del presidente della Regione e una seconda scheda per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana. 

Con la doppia scheda lo scrutinio verrebbe semplificato. Ma forse è appunto per questo che viene mantenuta la scheda unica…  

 

 

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