Il responsabile dell’Unione Sindacale di Base (USB) della Formazione professionale della Sicilia, in un comunicato, racconta di aver scoperto che i licenziamenti dei circa 600 dipendenti dello IAL Sicilia si sarebbero potuti evitare. L’attacco ai sindacalisti di CGIL, CISL e UIL
“Come lavoratore venire a conoscenza che, nello stesso giorno in cui io e centinaia d’altri miei colleghi venivamo licenziati (dallo IAL Sicilia), e nel frattempo alcuni dirigenti sindacali come Giovanni Migliore, insieme ad altri ‘unti’ della CISL transitavano in un altro ente applicando un contratto collettivo in modo anti sindacale, è una vera nefandezza”.
Si apre così il comunicato di Costantino Guzzo, responsabile dell’Unione Sindacale di Base (USB) della Formazione professionale in Sicilia. Guzzo è uno dei tanti dipendenti della Formazione professionale della nostra Isola (grosso modo, sono circa 8 mila lavoratori) che ha perso il lavoro.
Guzzo lavorava per lo IAL Sicilia, uno degli enti formativi storici dell’Isola, oggi dichiarato fallito. Oggi ha scoperto che la sua vicenda e quella di tanti altri suoi colleghi dello Ial Sicilia avrebbe potuto prendere una piega diversa.
Scoprire oggi, “come responsabile regionale della USB alcuni documenti dove c’era realmente la possibilità di non licenziare tutto il personale, ma farlo transitare in altri enti, essendoci la disponibilità di alcune associazioni datoriali, come FORMA o CENFOP, che avevano dato la propria disponibilità a prendere tutto il personale…”.
Insomma, dice Guzzo: poteva andare diversamente.
“E’ palese dire – precisa sempre Guzzo – che non c’era assolutamente nessuna necessità di tirare fuori dal cilindro magico tavoli romani in alternativa ai licenziamenti. Tutto ciò non ha nessun filo logico”.
“A questo punto voglio, anzi esigo – conclude Guzzo – che i responsabili di CGIL, CISL, UIL, che hanno tirato fuori dal cilindro i tavoli romani, diano una chiara e soprattutto valida spiegazione ai lavoratori, visto che l’USB non riesce a capire questo passaggio, che i lavoratori e naturalmente le famiglie dei lavoratori hanno pagato sulla loro pelle al contrario dei dirigenti sindacali unti dal signore!”.
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