Il Comitato per il No all’inceneritore dei rifiuti nella Valle del Mela pone alcuni quesiti ai candidati alla presidenza della Regione. Se il candidato del PD renziano e, in generale, del centrosinistra, Fabrizio Micari, vorrebbe riconfermare Alessandro Baccei, segnando così la continuità con il Governo Crocetta, il candidato di centrodestra, Nello Musumeci, si guarda bene dal pronunciare un No secco all’inceneritore. Un buon motivo, per gli abitanti di queste contrade, per non votarlo
“Nelle scorse settimane le associazioni ambientaliste della Valle del Mela e del Comprensorio tirrenico hanno rivolto ai candidati alla Presidenza della Regione sette quesiti a cui hanno risposto tutti i candidati, tranne Fabrizio Micari”.
Lo scrive, in un comunicato, il Comitato che si batte per bloccare la realizzazione di un inceneritore di rifiuti nella Valle del Mela, in provincia di Messina. Per la cronaca, la Valle del Mela è uno dei siti più inquinati della Sicilia (in calce a questo articolo potete leggere una serie di servizi sull’inquinamento nella Valle del Mela).
Due quesiti posti ai cinque candidati alla presidenza della Regione siciliana (Nello Musumeci per il centrodestra, Giancarlo Cancelleri per il Movimento 5 Stelle, Claudio Fava per la Sinistra, Fabrizio Micari per il PD renziano e altri partiti di centrosinistra e Roberto la Rosa per Siciliani Liberi) riguardano l’inceneritore che il Governo regionale di centrosinistra di Rosario Crocetta avrebbe voluto realizzare nella Valle del Mela e la gestione dei rifiuti in Sicilia.
“I candidati che hanno risposto – leggiamo nel comunicato diramato dal Comitato per il No all’inceneritore nella Valle del Mela – sono apparentemente concordi sul fatto che la cronica emergenza dei rifiuti vada affrontata prioritariamente incentivando la riduzione dei rifiuti, aumentando la raccolta differenziata e realizzando impianti di compostaggio, riciclaggio e recupero di materia”.
“Le posizioni invece – prosegue la nota del Comitato – si differenziano sulla questione degli inceneritori. Mentre Cancelleri e Fava esprimono un netto NO, senza se e senza ma, a questo tipo di impianti, addirittura ritenuti da Fava funzionali ad ‘interessi privati spesso criminali’, altrettanto non si può dire di Musumeci. Quest’ultimo afferma infatti di voler realizzare ‘piccoli impianti di termovalorizzazione, non inceneritori’. Peccato che ‘termovalorizzatore’ e ‘inceneritore’ sono sinonimi. Basta infatti cercare sul dizionario per capire che il ‘termovalorizzatore’ altro non è che un inceneritore associato a recupero di energia, come del resto ormai tutti gli inceneritori esistenti in Italia”.
“Tant’ è vero – si legge sempre nel comunicato del Comitato per il No all’inceneritore di rifiuti nella Valle del Mela – che il termine ‘termovalorizzatore’ viene tradotto nelle altre lingue, né più né meno che come inceneritore. In ogni caso nell’ordinamento vigente non si parla di ‘termovalorizzatori’, ma di ‘impianti di incenerimento’, definiti nel Codice dell’Ambiente come impianti dove avviene la combustione dei rifiuti, anche associata a produzione di energia”.
“Quanto ai ‘Siciliani Liberi’ – prosegue sempre la nota – La Rosa afferma la sua ‘netta contrarietà al business dei megainceneritori voluti da Roma’, ma non si esprime ad esempio sull’ipotesi dei ‘piccoli’ inceneritori ideati da Crocetta e Contraffatto (Vania Contraffatto, assessore regionale con delega ad Acqua, Energia e Rifiuti del Governo Crocetta ndr) ed ora riproposti da Musumeci”.
“Il secondo quesito – leggiamo sempre nel comunicato – riguarda, nello specifico, il progetto A2A dell’inceneritore del Mela. In particolare, non si chiedeva di esprimere solo una generica opinione in merito, ma di specificare se la Regione esprimerà un parere (che potrebbe essere decisivo) nell’ambito della VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), procedura che deve decidere della realizzazione dell’opera”.
Cos’hanno risposto a questa domanda i candidati alla presidenza della Regione?
“Secca la risposta di La Rosa – si legge nel comunicato -: ‘Parere contrario all’inceneritore del Mela’.Dello stesso segno, ma più articolata, la risposta di Fava, il quale non solo si impegna a contrastare questo progetto in tutte le sue fasi procedurali, ma afferma anche che, in caso di chiusura della Centrale di San Filippo del Mela, A2A sarebbe obbligata a bonificare il sito.
Dalla risposta di Cancelleri si evince la contrarietà alla realizzazione dell’impianto, ma non si esplicita sul parere negativo che, come da noi richiesto, la Regione dovrebbe inviare all’interno della procedura ministeriale VIA”.
“Più preoccupante la risposta di Musumeci – sottolineano i promotori del No all’inceneritore nella Valle del Mela – che non si esprime in modo netto sull’impianto, limitandosi ad affermare che ‘tutte le determinazioni del governo regionale saranno coerenti con la politica di gestione dei rifiuti sopra enunciata’. A rigor di logica l’inceneritore del Mela non può essere affatto definito un ‘piccolo termovalorizzatore’, potendo arrivare a bruciare fino a 510 mila tonnellate di rifiuti. Tuttavia A2A potrebbe giocare d’astuzia, accettando in un primo tempo di ridurre il quantitativo di rifiuti da bruciare. Tanto poi, una volta realizzato l’impianto, sarà facile aumentarne la capacità con la scusa dell’emergenza rifiuti: è quanto sta già accadendo a diversi inceneritori italiani per effetto dello ‘Sblocca Italia’. A tal proposito è di scarsa consolazione il fatto che vari politici (siano essi Crocetta, Contraffatto o Musumeci) dicano ‘No ai mega-inceneritori, sì a piccoli termovalorizzatori’, perché dopo la loro realizzazione questi impianti potrebbero essere facilmente potenziati e quindi trasformati in veri e propri mega-inceneritori”.
“Musumeci – si legge sempre nel comunicato – afferma di voler realizzare i ‘piccoli’ inceneritori prioritariamente presso le aree delle discariche, già ambientalmente compromesse: verrebbe da dire ‘cornuti e bastonati’. C’è quindi il rischio che Musumeci voglia comunque realizzare un inceneritore nel nostro hinterland, ad esempio vicino Furnari, come se non bastassero i problemi già creati con la vicina discarica di Mazzarrà”.
“Inoltre – proseguono i protagonisti del comitato per il No all’inceneritore nella Valle del Mela – anche le zone industriali possono essere intese come aree ambientalmente compromesse, quindi l’ipotesi dell’inceneritore del Mela non verrebbe affatto esclusa, anzi troverebbe ulteriore legittimazione: quella di continuare a inquinare dove si è già inquinato, e chi se ne frega dei rischi per la salute dei cittadini. Infatti i piccoli inceneritori non escludono affatto gravi rischi per la salute: si vedano ad esempio i risultati molto preoccupanti dello studio epidemiologico dell’ARPA Piemonte sul piccolo inceneritore di Vercelli”.
Un passaggio del comunicato è dedicato ai costi:
“Inoltre gli inceneritori avrebbero costi molto maggiori rispetto agli impianti di compostaggio e riciclaggio: centinaia di milioni di euro che ricadrebbero, in un modo o nell’altro, sulle spalle dei cittadini, ad esempio tramite bollette più salate”.
Le conclusioni riguardano il candidato del PD renziano detto di centrosinistra, Fabrizio Micari:
Micari è “l’unico candidato alla Presidenza che, nonostante i nostri solleciti, non ha risposto ai quesiti, il suo silenzio appare molto sospetto”.
Nessun sospetto, a nostro modesto avviso: Miraci ha lasciato intendere di rappresentare la continuità con il Governo Crocetta, che si è guardato bene dal rinnegare: non a caso, ha anche proposto la conferma di Alessandro Baccei nel caso in cui dovesse vincere. Più chiaro di così….
Foto tratta da lasicilia.it
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