Dalla Regione meno della metà dei contributi necessari a coprire i costi degli esuberi. L’allarme della Fp Cgil: “Situazione ingestibile e possibili tensioni sociali”
La denuncia, in questo caso, riguarda quattro Comuni ed è della Fp Cgil Sicilia. Ma a giudicare da come sono andate le cose negli ultimi anni, il problema è molto più vasto. Parliamo delle difficoltà finanziarie che ammorbano tutti i Comuni siciliani da quando al governo della Regione sono arrivati Rosario Crocetta e il PD. Una situazione drammatica sulla quale si è spesso soffermata anche la Corte dei Conti siciliani che ha puntato il dito contro il taglio dei trasferimenti statali e regionali. Una situazione dinnanzi alla quale i personaggi di cui sopra- Governo Crocetta e PD- non hanno mai mosso un dito lasciando che Roma- attraverso l’assessore commissario all’Economia, Alessandro Baccei- riducesse sul lastrico i Comuni.
Ora tutti i nodi stanno venendo al pettine e a rischio non ci sono solo i precari, ma i dipendenti di ruolo (mentre, va da sé, tutti i servizi in favore dei cittadini sono al minimo). Leggiamo la nota della FP pubblica Cgil Sicilia:
“Il finanziamento disposto dalla Regione per coprire il costo del personale in esubero di quattro comuni siciliani in dissesto finanziario (Tortorici , Ispica, Scaletta Zanclea, Mirabella Imbaccari) è “insufficiente rispetto alle esigenze, cosa che creerà una situazione ingestibile da parte dei Comuni e sta già determinando un grave clima di tensione tra personale in esubero e precari questi ultimi finanziati al 100%”.
“I comuni in questione –dice Clara Crocè, della segretarie della Fp Sicilia- hanno fatto richiesta per 7.173.985 euro
per il triennio 2017/2019, ottenendone meno della metà, circa 3.000.000. Con questa operazione l’amministrazione regionale di fatto precarizza il personale di ruolo. La Fp specifica che “mancano di fatto all’appello oltre 4 milioni di euro. Ci chiediamo – sottolinea Crocè- cosa accadrà, se non si trova subito una soluzione, al personale di ruolo parzialmente finanziato”.
Nella nota il sindacato rileva che “i Comuni hanno formulato le loro richieste sulla base dei prospetti della circolare in materia (9/2017) e che è la normativa regionale di riferimento a prevedere il ‘contributo in ragione del costo di ogni dipendente’. E’ quindi chiaro- sottolinea Crocè – che il contributo non può essere
frazionato , deve invece essere rapportato al numero dei dipendenti in soprannumero, quindi rimpinguato dalla Regione per evitare gravi problemi ai comuni, ai lavoratori e le conseguenti tensioni sociali”.
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