Rosario Crocetta ‘avverte’ Renzi: mantieni i patti che hai assunto con me, altrimenti…

15 ottobre 2017

Con molta probabilità, con la scusa che nel PD si sarebbero accorti che il presidente della Regione uscente si sarebbe chiamato fuori lui dalle elezioni regionali, Crocetta teme adesso ritorsioni politiche. Teme, per esempio, che Renzi, magari sobillato dai dirigenti siciliani del suo partito, non mantenga gli impegni che ha assunto con lui. Così lo sta avvertendo…

La domanda è: perché, in queste ore, il presidente della Regione uscente, Rosario Crocetta, ha rivendicato ciò che gli spetta dopo che ha siglato il patto con Matteo Renzi?

Dice Crocetta:

“Ho rinunciato alla candidatura alla presidenza. Ho rinunciato a quelle a Palermo e Catania. Ho rinunciato alla lista, e secondo un sondaggio Ipsos di marzo solo il simbolo vale 50mila voti”.

Il presidente della Regione ha rilasciato un’intervista a la Repubblica, edizioni locali.

Crocetta parla di quello che Renzi gli ha assicurato: un seggio alla Camera dei deputati e un posto nella segreteria nazionale del PD.

Non era difficile capire che è in forza di queste promesse – soprattutto il seggio a Roma – che Crocetta prima a ritirato la sua candidatura da presidente della Regione e poi ha accettato anche di eliminare il simbolo del Megafono per far confluire i suoi candidati nella lista di Leoluca Orlano -‘Arcipelago’ – a sostegno del candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione.

Ciò posto, resta la domanda: perché Crocetta, in questo momento, ricorda cosa prevede il suo accordo con Renzi?

Con molta probabilità – ed è impossibile che non l’abbia messo nel conto – teme che Renzi, magari sobillato dai dirigenti del PD siciliano, metta nel conto l’ipotesi di non mantenere gli impegni che ha assunto con lui.

Quando afferma “… non credo che Renzi non manterrà la parola”, Crocetta lancia un messaggio preciso al segretario del PD. Che cosa gli sta dicendo?

Qui il terreno diventa scivoloso. Molto probabilmente, gli errori commessi nella presentazione della lista a Messina potrebbero non essere stati fortuiti (lista nella quale lui, Crocetta, era candidato – errori che hanno determinato l’esclusione di tale lista (che – attenzione – potrebbe essere rimessa in gioco dal CGA, sigla che sta per Consiglio di Giustizia Amministrativa, con con polemiche roventi, se ciò dovesse avvenire, se è vero che il Governo regionale ha nominato ben quattro componenti del CGA: due nella sezione consultiva e due nella sezione giurisdizionale: e sarebbe un po’ singolare se lo stesso CGA si pronunciasse favorevolmente alla lista di Crocetta, riammettendola nella competizione elettorale…).

I suoi ‘nemici’, all’interno del PD siciliano, potrebbero approfittarne e andare da Renzi a dirgli:

“Guarda che ha fatto in modo di non far presentare la lista per indebolire Micari”.

Siccome è un colpo che Crocetta si aspetta, sta mettendo le mani avanti.

Crocetta – che non è certo uno statista, ma che è molto furbo – conosce molti segreti del PD. Perché di certe scelte – che sono passate dalla Segreteria generale della presidenza della Regione e degli assessorati – lui conosce la genesi: e, soprattutto, in protagonisti di certe opzioni amministrative (con riferimento non soltanto a chi ha firmato le ‘carte’, ma anche di chi ha usufruito di questo o quello…).

Per non parlare dei due ‘Patti scellerati’ che lo stesso Crocetta ha siglato con Renzi: il primo nel giugno del 2014, il secondo nel giugno del 2016.

Due ‘Patti’ che hanno ‘incaprettato’ 5 milioni di Siciliani, portando la Regione a un default sostanziale non dichiarato.

Poi ci sono tutte le ‘operazioni’ (si pensi agli interessi dei gruppi imprenditoriali riconducibili al centrosinistra in ordine a strade e autostrade siciliane). O i fondi del PSR.

Di fatto, Crocetta ha avvertito Renzi. Della serie: abbiamo un patto, io ho sacrificato gli interessi dei Siciliani per favorirti. Quindi manteniamo gli impegni che hai assunto con me. Altrimenti…

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