Manifestazioni in 70 città italiane, incluse quelle siciliane. Protestano contro la riforma della ‘buona scuola’ e la sua alternanza scuola -lavoro. In Sicilia, anche contro la scarsa sicurezza degli edifici e la mancata manutenzione. Tutti ‘regali’ dei Governi targati PD
Protesta degli studenti in tutta Italia contro l’alternanza scuola-lavoro. Convocato dall’Unione degli studenti, sono in programma manifestazioni in 70 città italiane. “Come studenti viviamo sulla nostra pelle i disagi di questo modello di alternanza scuola- lavoro, noi siamo studenti, non merce nelle mani delle aziende” dicono gli organizzatori.
In Sicilia ci sono manifestazioni in corso in molte città: “Lo sciopero -spiega l’Unione degli studenti Sicilia- è stato indetto per ottenere un’alternanza scuola lavoro gratuita, realmente formativa, determinata dagli studenti, in orari scolastici ed inerente al percorso di studi, rivendicando non solo una carta dei diritti e dei doveri degli studenti e delle studentesse in alternanza ma anche un codice etico da utilizzare nella scelta della aziende”.
Ma l’alternanza scuola-lavoro non è la sola ragione della protesta: nel mirino c’è anche la riforma del PD (Buona scuola), il caro libri e il caro trasporti: “C’è un bisogno impellente – si legge in una nota della Rete degli studenti medi- di cambiamento per la scuola pubblica che sotto troppi punti di vista non è per niente pubblica. Libri e trasporti a un costo elevato sono solo due fra i tanti esempi di una scuola che non è a portata di tutti. Necessitiamo di una legge regionale al diritto allo studio, che garantisca la continuità del percorso scolastico a tutte le fasce sociali, limitando quella dispersione scolastica”.
Ma non solo. La rabbia degli studenti è rivolta anche verso la scarsa sicurezza degli istituti scolastici: in Sicilia la maggior parte delle strutture non è adeguata al rischio sismico: “A livello nazionale, nel 27% delle scuole sono state effettuate le verifiche di vulnerabilità sismica. Umbria (59%), Abruzzo (51%), Molise (50%), e Liguria (49%) sono le regioni in cui sono state effettuate in numero maggiore; mentre fanalino di coda sono Sicilia (0), Campania (4%), Calabria ed Emilia Romagna (8%), Puglia (11%)” si legge nel XV Rapporto sulla sicurezza delle scuole presentato a Roma qualche settimana fa.
Al rischio sismico si aggiunge il rischio dovuto alla mancata manutenzione ordinaria: da qui il crollo di tetti di pezzi di intonaco di cui si legge puntualmente nelle cronache. Problemi riconducibili al taglio dei fondi e, in Sicilia in particolare, alle politiche predatorie di un governo che ha lasciato le ex Province senza un euro rendendo impossibile la cura degli edifici scolastici.
Insomma il PD, responsabile a livello nazionale degli ultimi provvedimenti sulla scuola e del taglio dei fondi all’istruzione, e responsabile a livello regionale di avere avallato le politiche economiche del governo nazionale- tra le tante cose, il prelievo forzoso di soldi alle ex Province mandandole sul lastrico, – è decisamente riuscito in un’opera titanica: inimicarsi, dopo gli insegnanti, anche tutti gli studenti italiani.
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