Dopo avere consentito a Roma di svuotare le ‘casse’ regionali, l’assessore-commissario Alessandro Baccei e il PD sono pronti a regalare ai siciliani i soldi che non ci sono. Ecco pronti i pagamenti. C’è solo un piccolo particolare: a pagare sarà il futuro Governo regionale che, però, non troverà un euro. Che ‘stile’ di governo, ragazzi! Sopra potete ammirare la foto dei tre responsabili del disastro finanziario della Regione siciliana
A poco più di venti giorni dal voto per l’elezione del nuovo presidente della Regione siciliana e del nuovo Parlamento dell’Isola, il Governo regionale, nella persona dell’assessore-commissario voluto da Renzi presenta la manovra economica e finanziaria 2018. E’ una sceneggiata, per almeno due buoni motivi. In primo luogo perché la Regione è sostanzialmente fallita, tant’è vero non paga,se è vero che Comuni, ex Province e interi settori dell’Amministrazione regionale sono stati lasciati a ‘secco’. Il secondo motivo è che della manovra 2018 si dovranno occupare il nuovo Governo e la nuova Assemblea regionale siciliana.
Perché, allora, questa ‘pupiata’ da parte di Baccei? Semplice: perché il prossimo Governo regionale – che non sarà più di centrosinistra – non solo troverà le ‘casse’ della presidenza della Regione e degli assessorati vuote, ma avrà davanti una situazione tragica. Semplificando, dovrà scegliere tra l’andare avanti con tagli pesantissimi per Comuni, ex Province, operai della Forestale, precari e via continuando; o optare per la dichiarazione di dissesto.
Attenzione: non ci stiamo inventando nulla. Invitiamo i nostri lettori a ricordare che cos’è successo lo scorso giugno, quando la Corte dei Conti, in sede di ‘parifica’ del Bilancio, ha chiesto chiarimenti all’assessore-commissario Baccei. I chiarimenti sono arrivati, ma i giudici della Corte dei Conti si sono divisi: alcuni erano favorevoli alla ‘parifica’, altri no.
Alla fine il Bilancio 2016 è stato ‘parificato’. Ma i dubbi espressi dalla Corte dei Conti sono rimasti (QUI L’ARTICOLO).
Ora Baccei e il PD siciliano – che sono i veri responsabili politici del disastro economico e finanziario della Regione siciliana – stanno per andare via. E sanno che il nuovo presidente della Regione che si insedierà, non appena avrà contezza delle ‘voragini’ finanziarie che troverà davanti, denuncerà tutto.
Così il PD e l’assessore-commissario stanno provando a preparare il terreno di difesa. Il PD, è noto, in occasione di questa campagna elettorale, ha diffuso manifesti un po’ grotteschi, dove si dice che il Bilancio regionale è stato “risanato”.
Dire una cosa del genere mentre le ex Province siciliane sono fallite (in alcuni casi non si pagano nemmeno gli stipendi ai dipendenti!), mentre i Comuni sono senza soldi, mentre interi settori dell’amministrazione pubblica non vengono pagati (e, a propria volta, non pagano i fornitori), mentre la sanità pubblica è in affanno (è noto a tutti il caos nei Pronto Soccorso, la mancanza di posti letto e, in alcuni casi, la sporcizia e le sue conseguenze: come le formiche all’ospedale ‘Civico’ di Palermo: cose del tutto normali in una città sporchissima!) è quasi comico.
Ma siccome i fatti, in Sicilia, non vengono messi in fila e guardati nell’insieme, ma analizzati ad uno ad uno, evitando spiacevoli contestualizzazioni, sembra che la Regione sia ancora in piedi. In realtà, la Regione, sotto il profilo economico e finanziario, non c’è più!
Tornando alle ex Province dell’Isola – dove lo scenario è drammatico – la domanda è: dove sono finiti, assessore-commissario Baccei, i 220 milioni di euro della Rc auto? Ricorda, assessore-commissario Baccei? Sono i soldi che il Governo Renzi ha incamerato, unilateralmente, senza che lei – assessore al Bilancio della regione siciliana – si sia opposto!
Con questi soldi si sarebbe potuto intervenire, almeno in parte, nelle strade provinciali abbandonate. O in alcuni edifici scolastici che cadono a pezzi. E sarebbero serviti, soprattutto, per pagare gli stipendi ai circa 6 mila e 500 dipendenti delle Province.
Invece i soldi delle Province siciliane se li è presi il Governo Renzi. E lei che ha fatto, assessore Baccei? Una mazza!
Il PD siciliano con i manifesti sul Bilancio regionale ‘risanato’ e l’assessore-commissario Baccei con il suo ‘fantasmagorico’ Bilancio regionale 2018 cercano adesso di prepararsi alle accuse che riceveranno, allorquando il nuovo Governo gli chiederà conto e ragione dei ‘buchi’ che troverà.
In questa farsa del farsesco Bilancio regionale 2018 spiccano alcuni elementi che danno la misura dello ‘stile’ del Governo regionale uscente. Come la promessa di soldi ai dipendenti regionali. Insomma, per cinque anni, per i dipendenti regionali, il Governo Crocetta-PD non ha fatto nulla; ora che sta andando via impegna i soldi – cioè ‘promette’ i soldi che dovrà amministrare il futuro Governo – aumenti retributivi! (CHISSA’ SE DI TALE ARGOMENTO SI PARLERA’ VENERDI’ SERA AL MANEGGIO DI VIA CHIRONE, A PALERMO, DURANTE L’INCONTRO PROMOSSO DALL’ASSESSORE CRACOLICI).
Insomma, Baccei e il PD siciliano stanno dicendo ai circa 18 mila dipendenti della Regione: è vero, in cinque anni non vi abbiamo dato nulla, però abbiamo messo da parte per voi 85 euro al mese che vi dovrebbero essere consegnati in busta paga dal futuro Governo…
Poi ci sono gli 80 euro al mese per i circa 22 mila operai della Forestale: anche in questo caso, l’assessore-commissario li ha stanziati, il futuro Governo regionale li dovrà erogare…
‘Spettacolare’ il magheggio sull’articolo 36 dello Statuto, parte IRPEF. Grazie alla modifica truffaldina delle norme di attuazione – con i voti dei parlamentari di centrosinistra dell’Ars e con i voti dei parlamentari nazionali di centrosinistra eletti al Parlamento nazionale – lo Stato si tiene una parte delle entrate IRPEF che, a norma di Statuto, spettano per intero alla Regione.
Siccome la Sicilia è ricca tra Province fallite, Comuni senza soldi, attività di prevenzione degli incendi azzerata (tanto chi se li ricorda più gli oltre 20 mila ettari di boschi della Sicilia bruciati tra giugno e agosto?) abbiamo anche regalato una parte dell’IRPEF che spetta alla Regione siciliana allo Stato.
E’ vero che è stata una trovata geniale, avvocato Giovanni Ardizzone, presidente uscente del Parlamento siciliano? E magari, adesso, i siciliani dovrebbero rieleggerla, come ‘premio’…
E che dire delle addizionali IRPEF e IRAP? Sono state portate ai massimi livelli negli anni del Piano di rientro della sanità. Già nel 2011 – allora c’era il Governo regionale di Raffaele Lombardo – avrebbero dovuto essere ridotte. Ma la riduzione non c’è stata.
Nel novembre del 2012 si insedia il Governo di Rosario Crocetta. A partire dal 2013 le addizionali IRAP e IRPEF avrebbero dovuto essere ridotte. Ma sono rimaste tali. E sono rimaste tali anche nel 2014, nel 2015, nel 2016 e quest’anno.
Ora che Baccei e il PD stanno andando via l’addizionale IRAP viene addirittura azzerata! Mentre l’IRPEF – mannaggia! – verrà solo dimezzata.
Insomma, il Governo regionale che verrà non solo troverà i ‘buchi’ – provocati dai soldi scippati dal Governo nazionale – ma dovrebbe anche fare a meno di queste entrate!
Detto questo noi vorremmo porre un paio di domande a Baccei e ai dirigenti del PD siciliano: pensate veramente di essere furbi? Pensate veramente che i Siciliani, il 5 novembre, non si ricorderanno dei danni che avete prodotto alla Regione siciliana e ai cittadini?
Foto tratta da ubabbiu.com